Pompei, Dia ispeziona i cantieri contro il pericolo camorra

Cronaca

Sopralluogo della Direzione Investigativa Antimafia in tre domus contro eventuali tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata. Controllate due società e venti persone. Per i restauri l’Ue ha stanziato 105 milioni di euro

La Dia (Direzione Investigativa Antimafia) di Napoli, con Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza, ha fatto un "accesso ispettivo" nei cantieri degli scavi di Pompei (il sito) contro eventuali tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata. Sono state controllate due società e venti persone. I cantieri riguardano le opere di restauro del patrimonio archeologico che rientra nel Grande Progetto Pompei che ha ottenuto un finanziamento di 105 milioni di euro dall'Unione Europea per la tutela e la valorizzazione dell'area archeologica e delle opere che vi sono conservate.

I controlli effettuati dalla Direzione Invesatigativa Antimafia di Napoli, a cui hanno partecipato anche i componenti del Gruppo Interforze costituito presso la Prefettura di Napol, hanno riguardato i cantieri di restauro di tre domus. Si tratta della Casa delle Pareti Rosse, di Sirico e del Marinaio. L'accesso è stato eseguito sulla base di un decreto emesso dal prefetto di Napoli Musolino contro eventuali tentativi di infiltrazione e di condizionamento della criminalità organizzata nei cantieri e nelle procedure per il restauro degli scavi.
Già lo scorso aprile la Dia aveva effettuato alcuni controlli sulle regolarità degli appalti. I controlli avevano riguardato: la 'Casa degli Amorini dorati', la 'Fontana grande' e la 'casa della Fullonica'.

Le tre domus controllate - La prima delle stanze sulla sinistra della Casa delle pareti rosse - una delle tre domus ispezionate dalla Dia - conserva ancora delle splendide pitture su fondo rosso. Al centro di una delle pareti sono raffigurati Polifemo e Galatea, in un'altra Phrixus e l'ariete e su un'altra ancora Marte e Venere. La casa delle Pareti Rosse, chiamata anche Casa della Famiglia Fabia, presenta alcune iscrizioni elettorali sulla facciata. E' la parte centrale ad essere ancora affrescata in diversi ambienti anche con decorazioni dalla caratteristica colorazione in rosso pompeiano. Prima dell'avvio dell'intervento di restauro era stato segnalato il pericolo di crollo del larario (nell’antica Roma era la parte della casa riservata al culto domestico) e la presenza di problemi di umidità per le decorazioni. La casa di Sirico è una grande abitazione che occupa in senso est-ovest la parte centrale dell'insula 1 della Regio VII. L'identificazione del proprietario si deve alla scoperta di un sigillo in bronzo in uno degli ambienti della Domus con tale nome. Sirico apparteneva alla classe politica e commerciale di Pompei e riceveva quotidianamente i suoi clientes nella domus con la beneaugurante iscrizione su cocciopesto 'Salve Lucru', cioè 'Benvenuto guadagno' che si poteva leggere sul pavimento. La casa fu scavata nella seconda metà dell'800 e vi furono rinvenute cinque persone morte. La casa del Marinaio, chiamata anche Casa di Niobe o Casa del Gallo conserva resti di mosaico pavimentale nel corridoio d'ingresso, nell'atrio, in una camera da letto, con disegni geometrici, e nel tablino: il giardino è stato devastato da alcune bombe che sono state lanciate durante la seconda guerra mondiale, mentre altra particolarità era la presenza di un piccolo quartiere termale con calidarium e tepidarium, oltre ad uno spogliatoio.

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