Operazione della Dda di Reggio Calabria contro il clan che controlla la Piana di Gioia Tauro. Sette persone sono state arrestate. Tra loro anche l'ex sindaco di San Procopio. Le indagini hanno svelato un monopolio nella gestione degli appalti pubblici
Sette provvedimenti restrittivi emessi dal gip di Reggio Calabria sono stati eseguiti mercoledì mattina dalla Polizia di Stato nei confronti di altrettante persone accusate di appartenere alla cosca di 'ndrangheta degli Alvaro, operante nella Piana di Gioia Tauro, e in particolare a Sinopoli, Sant'Eufemia d'Aspromonte, Cosoleto, Delianuova. I reati contestati sono a vario titolo di associazione per delinquere di stampo mafioso e intestazione fittizia di beni.
L'operazione, denominata "Xenopolis", è stata eseguita dal personale della Squadra Mobile di Reggio Calabria, diretta dal primo dirigente Gennaro Semeraro, e del Servizio Centrale Operativo di Roma e coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria. Le indagini hanno svelato l'esistenza di un monopolio nella gestione degli appalti pubblici attraverso amministratori locali e imprenditori compiacenti, nonché una serie di interessi illeciti e di infiltrazioni da parte di esponenti di vertice della cosca in vari settori produttivi dell'economia legale.
Tra gli arrestati c'è anche l'ex sindaco di San Procopio, Rocco Palermo. Palermo è imputato anche nel processo Meta perché ritenuto braccio destro di Cosimo Alvaro, figlio del noto boss Mico Alvaro. Deve rispondere dell'accusa di associazione mafiosa anche in questo nuovo procedimento penale. Sono finiti in manette inoltre due imprenditori e un commerciante. Per quest'ultimo l'accusa è intestazione fittizia di beni.
L'operazione, denominata "Xenopolis", è stata eseguita dal personale della Squadra Mobile di Reggio Calabria, diretta dal primo dirigente Gennaro Semeraro, e del Servizio Centrale Operativo di Roma e coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria. Le indagini hanno svelato l'esistenza di un monopolio nella gestione degli appalti pubblici attraverso amministratori locali e imprenditori compiacenti, nonché una serie di interessi illeciti e di infiltrazioni da parte di esponenti di vertice della cosca in vari settori produttivi dell'economia legale.
Tra gli arrestati c'è anche l'ex sindaco di San Procopio, Rocco Palermo. Palermo è imputato anche nel processo Meta perché ritenuto braccio destro di Cosimo Alvaro, figlio del noto boss Mico Alvaro. Deve rispondere dell'accusa di associazione mafiosa anche in questo nuovo procedimento penale. Sono finiti in manette inoltre due imprenditori e un commerciante. Per quest'ultimo l'accusa è intestazione fittizia di beni.