Vittorio Ciccolini è accusato di delitto volontario premeditato. Nella sua auto sono state trovate lettere nelle quali parlava dei rapporti conflittuali con Lucia Bellucci. Smentita la notizia che la 31enne lo avesse denunciato per stalking
Omicidio volontario con l'aggravante della premeditazione, occultamento di cadavere e porto abusivo di coltello. Vittorio Ciccolini, l'avvocato di Verona che venerdì 9 agosto ha ucciso a Pinzolo (Trento) l'ex compagna Lucia Bellucci, avrebbe manifestato in alcune lettere l'intenzione di ammazzare la donna. I carabinieri della città scaligera, dove il corpo è stato rinvenuto, hanno infatti trovato nell'auto dell'uomo le copie di alcune raccomandate indirizzate a due persone vicine alla vittima. Le missive, datate 7 agosto (due giorni prima del delitto), non sarebbero state ancora consegnate.
Negli scritti si parla chiaramente di "rapporti conflittuali" con la 31enne, ha riferito Giuseppe Amato, il Procuratore di Trento che coordina l'inchiesta. "Le lettere sono scritte con estrema lucidità", ha aggiunto il magistrato. In un passaggio Ciccolini evoca "l'omicidio morale" che sarebbe stato commesso dalla giovane donna nei suoi confronti. Poi l'avvocato accenna ad un secondo omicidio, senza indicare di che cosa stia parlando. Nelle lettere ci sarebbero poi delle minacce rivolte all'ex fidanzata.
Nessuna denuncia per stalking - Il questore di Trento Giorgio Iacobone ha però smentito l'indiscrezione, trapelata in un primo momento, che Lucia Bellucci avesse presentato una denuncia per stalking verso l'ex fidanzato.
Gli inquirenti, nel corso della conferenza stampa di martedì 13 agosto a Trento, hanno inoltre ricostruito alcuni punti oscuri della vicenda: Ciccolini nell'interrogatorio davanti al magistrato ha fornito "un'ampia confessione", ha spiegato il procuratore di Trento Giuseppe Amato, che ha parlato di "circostanze obiettive che indicano nel legale veronese l'autore dell'omicidio".
La dinamica dell'omicidio - Secondo le indagini, Lucia Bellucci sarebbe stata prima strangolata e poi accoltellata. Il fatto è avvenuto nella notte fra venerdì 9 e sabato 10 agosto nell'auto dell'uomo, in una stradina vicino al ristorante di Spiazzo Rendena, in Trentino, dove la coppia aveva cenato quella sera. Dopo l'omicidio il killer avrebbe vagato in auto con il cadavere della donna sistemato sul sedile anteriore. Poi, avrebbe trascinato il corpo dell'ex fidanzata in un prato con l'intenzione di suicidarsi.
Dopo aver rinunciato a togliersi la vita, Ciccolini avrebbe caricato nuovamente la vittima sul sedile anteriore e ripreso il suo viaggio con direzione Verona. Arrivato alle porte della città veneta, ha dormito due notti in albergo. Poi nella tarda mattinata di lunedì è stato notato dai carabinieri mentre camminava nei pressi dei Bastioni. Ha quindi accennato una fuga ma è stato bloccato.
Negli scritti si parla chiaramente di "rapporti conflittuali" con la 31enne, ha riferito Giuseppe Amato, il Procuratore di Trento che coordina l'inchiesta. "Le lettere sono scritte con estrema lucidità", ha aggiunto il magistrato. In un passaggio Ciccolini evoca "l'omicidio morale" che sarebbe stato commesso dalla giovane donna nei suoi confronti. Poi l'avvocato accenna ad un secondo omicidio, senza indicare di che cosa stia parlando. Nelle lettere ci sarebbero poi delle minacce rivolte all'ex fidanzata.
Nessuna denuncia per stalking - Il questore di Trento Giorgio Iacobone ha però smentito l'indiscrezione, trapelata in un primo momento, che Lucia Bellucci avesse presentato una denuncia per stalking verso l'ex fidanzato.
Gli inquirenti, nel corso della conferenza stampa di martedì 13 agosto a Trento, hanno inoltre ricostruito alcuni punti oscuri della vicenda: Ciccolini nell'interrogatorio davanti al magistrato ha fornito "un'ampia confessione", ha spiegato il procuratore di Trento Giuseppe Amato, che ha parlato di "circostanze obiettive che indicano nel legale veronese l'autore dell'omicidio".
La dinamica dell'omicidio - Secondo le indagini, Lucia Bellucci sarebbe stata prima strangolata e poi accoltellata. Il fatto è avvenuto nella notte fra venerdì 9 e sabato 10 agosto nell'auto dell'uomo, in una stradina vicino al ristorante di Spiazzo Rendena, in Trentino, dove la coppia aveva cenato quella sera. Dopo l'omicidio il killer avrebbe vagato in auto con il cadavere della donna sistemato sul sedile anteriore. Poi, avrebbe trascinato il corpo dell'ex fidanzata in un prato con l'intenzione di suicidarsi.
Dopo aver rinunciato a togliersi la vita, Ciccolini avrebbe caricato nuovamente la vittima sul sedile anteriore e ripreso il suo viaggio con direzione Verona. Arrivato alle porte della città veneta, ha dormito due notti in albergo. Poi nella tarda mattinata di lunedì è stato notato dai carabinieri mentre camminava nei pressi dei Bastioni. Ha quindi accennato una fuga ma è stato bloccato.