Un gruppo di 22 superstiti, arrivato a Lampedusa, ha raccontato che il gommone con a bordo 53 profughi, provenienti da Nigeria, Gambia, Benin e Senegal, si è rovesciato il 26 luglio. In 24 ore sono sbarcate sull’isola siciliana oltre 450 persone
Sarebbero 31, tra cui nove donne, le vittime del naufragio avvenuto nella serata del 26 luglio davanti alle coste libiche. Lo hanno riferito i 22 superstiti, una volta giunti a Lampedusa. I profughi hanno raccontato che sul gommone che si è rovesciato si trovavano complessivamente 53 migranti. I superstiti, provenienti da Nigeria, Gambia, Benin e Senegal, hanno raccontato che il gommone si è capovolto dopo tre giorni dalla partenza dalle coste libiche. Sono apparsi profondamente prostrati dalla lunga permanenza in mare e ancora sotto shock.
L'allarme è scattato nel pomeriggio del 26 luglio quando la Guardia Costiera di Palermo ha ricevuto una telefonata proveniente da un'imbarcazione carica di migranti. La centrale operativa delle Capitanerie a Roma, dopo aver localizzato il satellitare a 29 miglia dalle coste della Libia e aver contattato le autorità di Tripoli, ha dirottato nella zona due navi mercantili, entrambe battenti bandiera panamense. Una di queste, la Gaz United, durante le fasi di ricerca, ha avvistato in mare un gruppo di 20 superstiti, riuscendo a recuperarli. Poco dopo la stessa nave ha rintracciato un relitto di un gommone semiaffondato. Altri due migranti sono stati invece tratti in salvo dalla seconda nave, la Gaz Energy. I profughi sono stati successivamente trasbordati sulla nave Kornati, battente bandiera maltese, e trasferiti a Lampedusa. Le ricerche dei dispersi nella zona del disastro, condotte dalle motovedette della Guardia Costiera e da alcuni mercantili, non hanno dato alcun esito.
Intanto, un altro barcone in difficoltà con 92 migranti a bordo, tra cui 16 donne, è stato soccorso nella mattina del 28 luglio nel Canale di Sicilia, a circa 150 miglia da Lampedusa, in acque di competenza maltese. Gli immigrati sono stati raccolti sempre dalla nave panamense Gaz Energy e saranno trasferiti nel porto di Pozzallo (Ragusa), visto che il Centro di prima accoglienza di Lampedusa, che ospita in questo momento oltre un migliaio di persone, è ormai al collasso. Sabato 27 luglio sono infatti approdati nel centro circa 450 migranti in sole 24 ore.
L'allarme è scattato nel pomeriggio del 26 luglio quando la Guardia Costiera di Palermo ha ricevuto una telefonata proveniente da un'imbarcazione carica di migranti. La centrale operativa delle Capitanerie a Roma, dopo aver localizzato il satellitare a 29 miglia dalle coste della Libia e aver contattato le autorità di Tripoli, ha dirottato nella zona due navi mercantili, entrambe battenti bandiera panamense. Una di queste, la Gaz United, durante le fasi di ricerca, ha avvistato in mare un gruppo di 20 superstiti, riuscendo a recuperarli. Poco dopo la stessa nave ha rintracciato un relitto di un gommone semiaffondato. Altri due migranti sono stati invece tratti in salvo dalla seconda nave, la Gaz Energy. I profughi sono stati successivamente trasbordati sulla nave Kornati, battente bandiera maltese, e trasferiti a Lampedusa. Le ricerche dei dispersi nella zona del disastro, condotte dalle motovedette della Guardia Costiera e da alcuni mercantili, non hanno dato alcun esito.
Intanto, un altro barcone in difficoltà con 92 migranti a bordo, tra cui 16 donne, è stato soccorso nella mattina del 28 luglio nel Canale di Sicilia, a circa 150 miglia da Lampedusa, in acque di competenza maltese. Gli immigrati sono stati raccolti sempre dalla nave panamense Gaz Energy e saranno trasferiti nel porto di Pozzallo (Ragusa), visto che il Centro di prima accoglienza di Lampedusa, che ospita in questo momento oltre un migliaio di persone, è ormai al collasso. Sabato 27 luglio sono infatti approdati nel centro circa 450 migranti in sole 24 ore.