La sentenza di primo grado per l'ex governatore della Regione Abruzzo riguarda il processo su presunte tangenti nel sistema sanitario privato. Il suo commento a SkyTG24: "Un teorema senza prove". L'accusa aveva chiesto 12 anni
Condanna a 9 anni e 6 mesi in primo grado per l'ex governatore della Regione Abruzzo, Ottaviano Del Turco, nel processo "Sanitopoli", a Pescara, sull'inchiesta su presunte tangenti nella sanità privata abruzzese, che il 14 luglio 2008 lo ha portato in carcere e poi ai domiciliari. Il pm aveva chiesto 12 anni.
"Un processo senza nemmeno una prova, senza nemmeno una lira", dice a SkyTG24 lo stesso Del Turco, che aggiunge: "Una sentenza che conferma l'esistenza di un grande problema che si chiama giustizia. Siamo di fronte a un potere della magistratura inquirente contro il quale nessuno è in grado di poter dimostrare che siamo di fronte a un errore giudiziario".
La condanna a 9 anni e 6 mesi - Il presidente del Collegio del Tribunale, Carmelo De Santis, alla lettura della sentenza ha sbagliato nel recitare i capi di imputazione e la pena per Del Turco. Ha letto testualmente "anni nove e mesi nove", mentre sul dispositivo la pena è di 9 anni e 6 mesi. Nell'errore sono caduti tutti i presenti, compresi i pm, Di Florio e Bellelli, che si sono resi conto dell'accaduto solo al ricevimento del dispositivo.
Gli altri imputati - Le persone giudicate sono state in tutto 25 per accuse che vanno dall'associazione per delinquere alla corruzione, all'abuso, alla concussione, al falso, alla truffa, al riciclaggio. Fra loro l'ex patron della casa di cura privata Villa Pini, Vincenzo Maria Angelini, "il grande accusatore": dalle sue rivelazioni ebbe inizio la vicenda. Per lui è arrivata una condanna a tre anni e mezzo di reclusione, mentre i pm avevano chiesto 3 anni. Angelini é uscito dall'aula palesemente innervosito: "Non ho capito niente di questa sentenza. Devo ancora capire".
Il manager nel processo era sia imputato che parte lesa. Ha infatti chiesto 11 milioni di euro per danni morali. Fu lui a rivelare ai magistrati di aver pagato tangenti per circa 15 milioni di euro in cambio di agevolazioni. Soldi che sarebbero finiti ad alcuni amministratori pubblici regionali di centrosinistra e di centrodestra. Sempre lui fece il nome di Del Turco come beneficiario di tangenti.
Il tribunale collegiale di Pescara ha condannato anche l'ex parlamentare del Pdl Sabatino Aracu a quattro anni; l'ex manager della Asl di Chieti Luigi Conga a nove anni; gli ex assessori regionali Bernardo Mazzocca e Antonio Boschetti, rispettivamente a due anni e quattro anni; l'ex segretario generale dell'ufficio di presidenza della Regione Lamberto Quarta a sei anni e sei mesi; l'ex capogruppo regionale del Pd Camillo Cesarone a nove anni. Il Tribunale ha invece assolto l'ex assessore regionale alla sanità di centrodestra Vito Domenici, l'ex amministratore delegato della Humangest Gianluca Zelli, l'ex segretario dell' ex assessore Mazzocca, Angelo Bucciarelli.
Le reazioni - "Io siccome non ho fatto niente, non accetto neanche la pena di un'ora e né di un euro". Così l'ex parlamentare del Pdl Sabatino Aracu, ha commentato la condanna a 4 anni di reclusione. "Quindi è un'ingiustizia e basta. Vuol dire che c'é chi vede le condanne a modo proprio".
"Ero e resto convinto dell'innocenza di Ottaviano Del Turco, a cui esprimo vicinanza e amicizia. Di più: a me pare che proprio dallo svolgimento di questo primo grado di giudizio, siano emersi ulteriori elementi a supporto di Del Turco, e nessun concreto elemento a carico della tesi accusatoria", ha affermato Daniele Capezzone, presidente della Commissione Finanze della Camera e Coordinatore dei dipartimenti Pdl.
"È evidente che una condanna a quasi dieci anni di galera fa impressione. Per la magistratura, Ottaviano Del Turco è un ladro, prendeva mazzette per la sanità, si è beccato in primo grado nove anni e sei mesi". Così il leader della Destra, Francesco Storace, invitando a evitare "schiamazzi" o tentativi di far passare per "santi" i condannati.
L'ex procuratore capo: "Soddisfazione professionale" - Ha parlato di "soddisfazione professionale", invece, l'ex procuratore capo di Pescara Nicola Trifuoggi: "La sentenza è la dimostrazione della bontà e dell'accuratezza del lavoro della Procura" (VIDEO).
"Un processo senza nemmeno una prova, senza nemmeno una lira", dice a SkyTG24 lo stesso Del Turco, che aggiunge: "Una sentenza che conferma l'esistenza di un grande problema che si chiama giustizia. Siamo di fronte a un potere della magistratura inquirente contro il quale nessuno è in grado di poter dimostrare che siamo di fronte a un errore giudiziario".
La condanna a 9 anni e 6 mesi - Il presidente del Collegio del Tribunale, Carmelo De Santis, alla lettura della sentenza ha sbagliato nel recitare i capi di imputazione e la pena per Del Turco. Ha letto testualmente "anni nove e mesi nove", mentre sul dispositivo la pena è di 9 anni e 6 mesi. Nell'errore sono caduti tutti i presenti, compresi i pm, Di Florio e Bellelli, che si sono resi conto dell'accaduto solo al ricevimento del dispositivo.
Gli altri imputati - Le persone giudicate sono state in tutto 25 per accuse che vanno dall'associazione per delinquere alla corruzione, all'abuso, alla concussione, al falso, alla truffa, al riciclaggio. Fra loro l'ex patron della casa di cura privata Villa Pini, Vincenzo Maria Angelini, "il grande accusatore": dalle sue rivelazioni ebbe inizio la vicenda. Per lui è arrivata una condanna a tre anni e mezzo di reclusione, mentre i pm avevano chiesto 3 anni. Angelini é uscito dall'aula palesemente innervosito: "Non ho capito niente di questa sentenza. Devo ancora capire".
Il manager nel processo era sia imputato che parte lesa. Ha infatti chiesto 11 milioni di euro per danni morali. Fu lui a rivelare ai magistrati di aver pagato tangenti per circa 15 milioni di euro in cambio di agevolazioni. Soldi che sarebbero finiti ad alcuni amministratori pubblici regionali di centrosinistra e di centrodestra. Sempre lui fece il nome di Del Turco come beneficiario di tangenti.
Il tribunale collegiale di Pescara ha condannato anche l'ex parlamentare del Pdl Sabatino Aracu a quattro anni; l'ex manager della Asl di Chieti Luigi Conga a nove anni; gli ex assessori regionali Bernardo Mazzocca e Antonio Boschetti, rispettivamente a due anni e quattro anni; l'ex segretario generale dell'ufficio di presidenza della Regione Lamberto Quarta a sei anni e sei mesi; l'ex capogruppo regionale del Pd Camillo Cesarone a nove anni. Il Tribunale ha invece assolto l'ex assessore regionale alla sanità di centrodestra Vito Domenici, l'ex amministratore delegato della Humangest Gianluca Zelli, l'ex segretario dell' ex assessore Mazzocca, Angelo Bucciarelli.
Le reazioni - "Io siccome non ho fatto niente, non accetto neanche la pena di un'ora e né di un euro". Così l'ex parlamentare del Pdl Sabatino Aracu, ha commentato la condanna a 4 anni di reclusione. "Quindi è un'ingiustizia e basta. Vuol dire che c'é chi vede le condanne a modo proprio".
"Ero e resto convinto dell'innocenza di Ottaviano Del Turco, a cui esprimo vicinanza e amicizia. Di più: a me pare che proprio dallo svolgimento di questo primo grado di giudizio, siano emersi ulteriori elementi a supporto di Del Turco, e nessun concreto elemento a carico della tesi accusatoria", ha affermato Daniele Capezzone, presidente della Commissione Finanze della Camera e Coordinatore dei dipartimenti Pdl.
"È evidente che una condanna a quasi dieci anni di galera fa impressione. Per la magistratura, Ottaviano Del Turco è un ladro, prendeva mazzette per la sanità, si è beccato in primo grado nove anni e sei mesi". Così il leader della Destra, Francesco Storace, invitando a evitare "schiamazzi" o tentativi di far passare per "santi" i condannati.
L'ex procuratore capo: "Soddisfazione professionale" - Ha parlato di "soddisfazione professionale", invece, l'ex procuratore capo di Pescara Nicola Trifuoggi: "La sentenza è la dimostrazione della bontà e dell'accuratezza del lavoro della Procura" (VIDEO).