Il presidente della Corte d'Assise: il capo dello Stato non può essere interrogato sulle telefonate con Mancino: "La Consulta ne ha ordinato la distruzione". Potrà tuttavia essere sentito su altri temi nel processo sulla presunta trattativa
Giorgio Napolitano, non sarà chiamato a deporre sulle sue telefonate con Nicola Mancino intercettate nell'inchiesta sulla trattativa Stato-mafia. Lo ha deciso, nel corso delle operazioni preliminari all'inizio del processo, fissato per lunedì 27 maggio.
Il presidente della Corte d'assise, Alfredo Montalto,però ha stabilito che comunque l'audizione di Napolitano su altri temi del processo può considerarsi "legittima". In risposta ai legali di due delle parti civili, Salvatore Borsellino e Sonia Alfano, il giudice ha precisato che non si potranno porre al capo dello Stato domande sulle telefonate con Mancino, intercettate dalla Procura di Palermo, perché lo impedisce la decisione della Corte costituzionale che ne ha ordinato la distruzione.
La vicenda delle intercettazioni - Sull'intercettazione delle telefonate con Mancino, il Quirinale aveva sollevato conflitto di attribuzione davanti alla Consulta. La Corte costituzionale aveva ritenuto che i file audio andassero distrutti senza contradditorio delle parti, per tutelare la riservatezza delle comunicazioni del capo dello Stato. L'unico ad ascoltare i nastri era stato il capo della Procura di Palermo, Francesco Messineo, che ne aveva valutato il contenuto comunque non rilevante ai fini dell'inchiesta sulla trattativa. La Procura intercettava Mancino, che è tra gli imputati del processo, e questi aveva chiamato il Quirinale. Napolitano è tra i 176 testi dei quali la Procura ha chiesto la citazione in una liste ritenuta preliminarmente ammissibile dal presidente della Corte d'Assise, ma sulla quale comunque i giudici dovranno pronunciarsi in udienza, per stabilire chi e quando convococare come testimone. Nella lista figurano, tra gli altri, l'ex presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, e gli ex presidenti del Conssiglio Arnaldo Forlani, Ciriaco De Mita e Giuliano Amato.
Audizione può considerarsi legittima - Nel suo vaglio preliminare rispetto all'inizio del processo, il presidente della Corte d'assise di Palermo, Alfredo Montalto, cita espressamente la sentenza della Corte costituzionale, che ha imposto la distruzione dei supporti informatici contenenti le telefonate tra Mancino e Napolitano. L'audizione di Napolitano su questi temi era stata chiesta da una delle parti civili. Sugli argomenti su cui invece la Procura ha chiesto la citazione del Capo dello Stato il vaglio di ammissibilità (che non significa comunque effettiva ammissione, su cui deciderà la Corte e non solo il presidente) è stato superato e l'audizione può per questo considerarsi "legittima".
Il presidente della Corte d'assise, Alfredo Montalto,però ha stabilito che comunque l'audizione di Napolitano su altri temi del processo può considerarsi "legittima". In risposta ai legali di due delle parti civili, Salvatore Borsellino e Sonia Alfano, il giudice ha precisato che non si potranno porre al capo dello Stato domande sulle telefonate con Mancino, intercettate dalla Procura di Palermo, perché lo impedisce la decisione della Corte costituzionale che ne ha ordinato la distruzione.
La vicenda delle intercettazioni - Sull'intercettazione delle telefonate con Mancino, il Quirinale aveva sollevato conflitto di attribuzione davanti alla Consulta. La Corte costituzionale aveva ritenuto che i file audio andassero distrutti senza contradditorio delle parti, per tutelare la riservatezza delle comunicazioni del capo dello Stato. L'unico ad ascoltare i nastri era stato il capo della Procura di Palermo, Francesco Messineo, che ne aveva valutato il contenuto comunque non rilevante ai fini dell'inchiesta sulla trattativa. La Procura intercettava Mancino, che è tra gli imputati del processo, e questi aveva chiamato il Quirinale. Napolitano è tra i 176 testi dei quali la Procura ha chiesto la citazione in una liste ritenuta preliminarmente ammissibile dal presidente della Corte d'Assise, ma sulla quale comunque i giudici dovranno pronunciarsi in udienza, per stabilire chi e quando convococare come testimone. Nella lista figurano, tra gli altri, l'ex presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, e gli ex presidenti del Conssiglio Arnaldo Forlani, Ciriaco De Mita e Giuliano Amato.
Audizione può considerarsi legittima - Nel suo vaglio preliminare rispetto all'inizio del processo, il presidente della Corte d'assise di Palermo, Alfredo Montalto, cita espressamente la sentenza della Corte costituzionale, che ha imposto la distruzione dei supporti informatici contenenti le telefonate tra Mancino e Napolitano. L'audizione di Napolitano su questi temi era stata chiesta da una delle parti civili. Sugli argomenti su cui invece la Procura ha chiesto la citazione del Capo dello Stato il vaglio di ammissibilità (che non significa comunque effettiva ammissione, su cui deciderà la Corte e non solo il presidente) è stato superato e l'audizione può per questo considerarsi "legittima".