Ilva, arrestato presidente della provincia di Taranto

Cronaca

Giovanni Florido è stato fermato insieme ad altre tre persone nell'ambito dell'inchiesta su presunti favori all'industria siderurgica. L'accusa è di concussione. Intanto, la Procura ha dissequestrato le merci dell'azienda

Il presidente della Provincia di Taranto, Giovanni Florido del Pd, è stato arrestato dai militari della Guardia di Finanza nell'ambito dell'inchiesta su presunti favori all'Ilva denominata 'Ambiente svenduto'. L'accusa sarebbe di concussione e sarebbe legata alla gestione da parte dell'azienda siderurgica della discarica Mater Gratiae. Insieme a Florido sono stati eseguiti altri tre arresti: l'ex assessore provinciale di Taranto all'Ambiente, Michele Conserva (prima 'lista Florido' e poi Pd), l'ex dirigente dell'Ilva, Girolamo Archinà, e l'ex segretario della Provincia di Taranto, Vincenzo Specchia. Quest'ultimo ha beneficiato dei domiciliari. Anche Conserva è stato trasferito in carcere mentre ad Archinà l'ordinanza di custodia cautelare è stata notificata nella stessa casa circondariale dove l'ex dirigente Ilva è detenuto da alcuni mesi.

Procura dissequestra merci dell'Ilva
- Intanto nella giornata di martedì i pm e il gip di Taranto Patrizia Todisco hanno firmato il dissequestro delle merci dell'azienda siderurgica, bloccate da un provvedimento dallo scorso 26 novembre. Si tratta di un milione e 700mila tonnellate fra coils, lamiere e tubi che ora tornano nella disponibilità dell'Ilva che così potrà venderli.

Dissequestro conseguenza di sentenza della consulta - La decisione, presa in seguito a una richiesta presentata lunedì dall'azienda, è la diretta conseguenza delle motivazioni rese note il 9 maggio scorso dalla Consulta della sentenza con cui la legge 231 del dicembre scorso, la cosiddetta salva 'Ilva', approvata quasi  all'unanimità dal Parlamento, era stata ritenuta legittima dal punto di vista costituzionale.  Nelle scorse settimane i pm avevano detto no al dissequestro rinviando poi gli atti al gip che a sua volta si era pronunciato negativamente. Allora però il quadro era sostanzialmente diverso. Adesso, invece, le motivazioni della Corte Costituzionale si conoscono e quindi, avevano sostenuto gli avvocati dell'azienda nel loro esposto, la "Procura della Repubblica non ha altra scelta che provvedere immediatamente alla riconsegna dei prodotti all'Ilva".

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