Caso Maugeri, chiesto il rinvio a giudizio per Formigoni

Cronaca

La procura di Milano: processare l'ex presidente della Regione Lombardia per associazione a delinquere e corruzione. Richiesta avanzata anche per altre 11 persone. Sotto osservazione le delibere della Giunta per un totale di circa 200 milioni di euro

Appena nominato presidente della Commissione Agricoltura del Senato, Roberto Formigoni vede 'riaffiorare' un passato di accuse pesanti, associazione per delinquere e corruzione, che lo avevano già travolto nell'ultima fase del suo mandato in Regione Lombardia, di cui è stato presidente per 18 anni.
Ora, infatti, per quelle due contestazioni il neosenatore del Pdl rischia di finire a processo.

12 richieste di rinvio a giudizio - La Procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio del governatore e di altre 11 persone, tra cui tre suoi ex collaboratori e all'epoca dirigenti del Pirellone, nell'ambito dell'ormai nota inchiesta 'Maugeri', che prende il nome dalla struttura pavese che per anni sarebbe stata favorita, così come l'ospedale San Raffaele, da delibere di Giunta per un totale di circa 200 milioni di euro di rimborsi "ulteriori" per prestazioni sanitarie.
Parte di quei soldi, 61 milioni di euro, sempre secondo le indagini del procuratore aggiunto Francesco Greco e dei pm Laura Pedio, Antonio Pastore e Gaetano Ruta, sarebbero poi stati distratti dalle casse della Fondazione - con la compiacenza degli ex vertici e con l'intermediazione del faccendiere Pierangelo Daccò, già condannato a 10 anni per il crac del San Raffaele, e dell'ex assessore Dc Antonio Simone - e sarebbero finiti su conti all'estero.

"Protezione globale" - Flussi di denaro, infine, che sarebbero serviti per corrompere Formigoni con benefit di lusso per oltre 8 milioni di euro. Secondo l'imputazione dei pm, infatti, lo stesso Formigoni nel suo ruolo di governatore lombardo avrebbe garantito alla Maugeri "a fronte delle illecite remunerazioni, una 'protezione globale'" e si sarebbe dato da fare "affinché fossero adottati da parte della Giunta" provvedimenti 'ad hoc', anche violando il dovere di "esclusivo perseguimento dell'interesse pubblico".
Secondo l'accusa, Formigoni sarebbe stato, dunque, tra i promotori di un'associazione per delinquere che avrebbe operato 'all'ombra' del Pirellone per ben 14 anni, tra il 1997 e il 2011, con un "sistematico asservimento della funzione pubblica agli interessi della fondazione".
Tanto che la Regione Lombardia nella richiesta di processo figura come parte "offesa". In cambio per l'ex Governatore, stando sempre all'imputazione, viaggi e vacanze ai Caraibi e l'utilizzo di tre yacht, e poi un maxi-sconto per l'acquisto di una villa in Sardegna, finanziamenti per cene e convention al meeting di Cl a Rimini e anche 270 mila euro 'cash'.

L'analisi dei conti correnti - Dall'analisi dei conti correnti di Formigoni, inquirenti e investigatori, tra l'altro, hanno scoperto che nessun importo di rilievo negli ultimi anni è stato prelevato: da qui il sospetto di una sua disponibilità di somme illecite in contanti, confermato dalla testimonianza di un funzionario di banca.
E in più, sempre secondo i pm, tra il 2002 e il 2011 l'ex governatore - che non si è presentato davanti ai pm quando è stato invitato a comparire e neanche dopo la chiusura delle indagini dello scorso febbraio - si sarebbe attivato per favorire con rimborsi "ulteriori" anche il gruppo ospedaliero fondato da Don Luigi Verzè.

Formigoni: "Così finalmente dovranno ascoltare la difesa" - "Bene, così finalmente dovranno ascoltare anche la difesa", è stato il commento del senatore alla notizia della richiesta di rinvio a giudizio.
Richiesta di processo che dovrà essere valutata dal gup (l'udienza potrebbe essere fissata anche entro luglio). Tra gli imputati figurano l'ex segretario generale della Regione Lombardia, Nicola Maria Sanese, l'ex direttore generale dell'assessorato alla Sanità, Carlo Lucchina, l'ex dirigente regionale Alessandra Massei, la moglie di Simone, Carla Vites, e lo 'storico' amico di Formigoni, Alberto Perego.
Le posizioni di Umberto Maugeri, ex presidente della fondazione, di Costantino Passerino, ex direttore amministrativo, di due consulenti e dell'intermediario Sandro Fenyo sono state, invece, stralciate perché gli indagati hanno presentato istanze di patteggiamento in corso di valutazione da parte dei pm.
Il gip Vincenzo Tutinelli, infine, dovrà decidere su una richiesta di patteggiamento della Fondazione Maugeri che ha messo a disposizione ai fini della confisca beni immobili per circa 16 milioni di euro.

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