Lega, arrestato Belsito: associazione a delinquere e truffa

Cronaca

L’ex tesoriere, al centro dello scandalo fondi del Carroccio, è stato portato a San Vittore. E nell'inchiesta finisce uno yacht da 2,5 milioni di euro comprato per Riccardo Bossi. In manette anche Stefano Bonet, l’uomo degli investimenti in Tanzania

Un "comitato d'affari" che utilizzava la propria influenza per gestire presunti rapporti illeciti nel mondo dell'imprenditoria italiana. Lo ipotizza la Procura di Milano nel filone di inchiesta che, in base agli approfondimenti sul capitolo Fincantieri, ha portato in carcere anche l'ex tesoriere della Lega Francesco Belsito e Stefano Bonet, che si occupava degli investimenti del Carroccio in Tanzania.
Il gip, su richiesta dei pm, ha inoltre emesso due ordini di custodia per altri due indagati: il primo, Romolo Girardelli, che era ricercato in queste ore dai militari, è stato arrestato. Girardelli, già indagato nell'inchiesta, è il procacciatore di affari che era legato, stando alle indagini, all'imprenditore veneto Stefano Bonet. Da quanto si è saputo, una quarta persona è ricercata e sarebbe all'estero. Le ipotesi di reato per i quattro, a vario titolo, sono associazione a delinquere, truffa aggravata, appropriazione indebita e riciclaggio.

I legali di Belsito: "L'arresto riguarda movimenti di denaro" - Belsito è stato arrestato nella sua casa genovese alle 6 della mattina del 24 aprile. E' stato immediatamente trasferito nel carcere di San Vittore. L'abitazione è stata perquisita da militari della guardia di finanza, secondo quanto riferiscono i suoi legali Paolo Scovazzi e Alessandro Vaccaro. Gli sono contestate l'associazione per delinquere e la truffa aggravata. Il legale Alessandro Vaccaro però precisa che "da quanto si può sapere al momento, l'arresto non è relativo alla questione delle spese del partito, ma riguarda società e movimentazioni di denaro". E ha aggiunto: "Siamo meravigliati, comunque, che l'arresto arrivi ora, ad un anno dall'interrogatorio".

Nell'inchiesta finisce uno yacht da 2,5 milioni a Riccardo Bossi - L'inchiesta sul presunto uso per scopi privati dei rimborsi elettorali della Lega da parte di alcuni esponenti del partito, coordinata dal procuratore aggiunto di Milano, Alfredo Robledo, e dai pm Roberto Pellicano e Paolo Filippini, aveva travolto un anno fa, con le prime perquisizioni e le prime informazioni di garanzia, il Carroccio portando anche alle dimissioni da segretario del Senatur, Umberto Bossi. L'ex leader della Lega, infatti, è indagato da mesi per truffa ai danni dello Stato, mentre i suoi due figli, Renzo e Riccardo, sono accusati di appropriazione indebita.
E dal provvedimento di custodia cautelare per Belsito e Bonet è emerso che Riccardo Bossi avrebbe in passato acquistato uno yacht da 2,5 milioni di euro "avvalendosi di un prestanome grazie a un'ulteriore appropriazione indebita" dello stesso Belsito.
Nell'ordinanza del gip di Milano si fa riferimento, infatti, a una nota di polizia giudiziaria del 3 ottobre scorso, dalla quale si evince che l'espulsione di Belsito dalla Lega "ha tutt'altro che interrotto il criminoso e criminogeno rapporto tra il medesimo Belsito e Girardelli, da ultimo incentrato sulle questioni relative a uno yacht". 

Salvini: "Belsito? Una brutta pagina" - "Hanno arrestato Belsito? Per fortuna è soltanto una pagina, una brutta pagina, di un passato che non ritornerà”. Così su Facebook Matteo Salvini commenta l’arresto di Belsisto. Nel frattempo, da allora, "la Lega ha cambiato, ha ripulito, è ripartita e sta lavorando bene". Poi, ha concluso, "chi ha sbagliato ha pagato o pagherà, la Lega lavora per il futuro. Anzi, alla faccia dei gufi, la Lega è il futuro".

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