A provocare la morte del pensionato, potrebbe essere stato un movente : nel corso degli anni aveva accumulato risparmi per 150mila euro. Intanto le due quindicenni che si sono autoaccusate sono state trasferite in comunità
A ogni ora che passa perde sempre più consistenza l'ipotesi della reazione a un approccio sessuale non gradito: il movente dell'omicidio di Mirco Sacher va cercato nell'ambito economico.
Ne sono sempre più convinti gli inquirenti, che nelle ultime ore hanno cominciato a scandagliare gli estratti conto e la documentazione bancaria del pensionato delle Ferrovie, descritto da tutti come un uomo "parsimonioso", senza vizi particolari, che negli anni aveva accumulato un tesoretto di quasi 150 mila euro.
Sarebbe lì, in quelle carte, che gli inquirenti pare siano convinti di poter trovare la chiave di volta del mistero.
In attesa di ottenere dalla banca tutta la documentazione, a ritroso fino al 2011, gli investigatori hanno cominciato a passare al setaccio le carte rinvenute nell'abitazione dell'uomo.
Un estratto conto lasciato in bella mostra sulla credenza della cucina dove hanno pranzato tutti insieme domenica. Un documento di un conto titoli che aveva in soggiorno. E altre carte trovate nella Fiat punto.
L'obiettivo degli investigatori è quello di scoprire eventuali analogie, in analoghi periodi dell'anno, a quegli strani prelievi, da 150 euro al colpo, che si erano intensificati nell'ultimo periodo, al punto tale che le uscite erano superiori ai 1.300 euro percepiti come pensione mensile.
Intanto le due quindicenni sono state trasferite in una comunità per i minori fuori regione dove il Gip ha disposto il loro collocamento per due mesi.
Gli avvocati di una di loro, Federica Tosel e Luigi Francesco Rossi, hanno contattato un docente di Neuroscienze a Padova, Giuseppe Sartori. Allo studio, per le prossime settimane, una consulenza per "far riemergere un ricordo indenne da suggestioni e false memorie", che si potrebbero essere create nella mente delle ragazzine in queste giornate concitate.
Ne sono sempre più convinti gli inquirenti, che nelle ultime ore hanno cominciato a scandagliare gli estratti conto e la documentazione bancaria del pensionato delle Ferrovie, descritto da tutti come un uomo "parsimonioso", senza vizi particolari, che negli anni aveva accumulato un tesoretto di quasi 150 mila euro.
Sarebbe lì, in quelle carte, che gli inquirenti pare siano convinti di poter trovare la chiave di volta del mistero.
In attesa di ottenere dalla banca tutta la documentazione, a ritroso fino al 2011, gli investigatori hanno cominciato a passare al setaccio le carte rinvenute nell'abitazione dell'uomo.
Un estratto conto lasciato in bella mostra sulla credenza della cucina dove hanno pranzato tutti insieme domenica. Un documento di un conto titoli che aveva in soggiorno. E altre carte trovate nella Fiat punto.
L'obiettivo degli investigatori è quello di scoprire eventuali analogie, in analoghi periodi dell'anno, a quegli strani prelievi, da 150 euro al colpo, che si erano intensificati nell'ultimo periodo, al punto tale che le uscite erano superiori ai 1.300 euro percepiti come pensione mensile.
Intanto le due quindicenni sono state trasferite in una comunità per i minori fuori regione dove il Gip ha disposto il loro collocamento per due mesi.
Gli avvocati di una di loro, Federica Tosel e Luigi Francesco Rossi, hanno contattato un docente di Neuroscienze a Padova, Giuseppe Sartori. Allo studio, per le prossime settimane, una consulenza per "far riemergere un ricordo indenne da suggestioni e false memorie", che si potrebbero essere create nella mente delle ragazzine in queste giornate concitate.