Il verdetto nei confronti di Amanda Knox e Raffaele Sollecito, assolti in secondo grado, è atteso per le ore 10 del 26 marzo. Duro attacco del procuratore generale ai giudici d’appello: “Hanno smarrito la bussola”
Slitta a domani, 26 marzo, la sentenza della Cassazione nei confronti di Amanda Knox e Raffaele Sollecito per l’omicidio di Meredith Kercher. "Frequento la Cassazione da qualche anno e devo dire che questa cosa non mi era mai capitata. Questo tempo può servire per riflettere di più" ha commentato l'avvocato Giulia Bongiorno, difensore di Raffaele Sollecito (VIDEO). "E' difficile per me – ha aggiunto - interpretare questo. Può essere un fatto di necessità fare un'altra oretta di lettura degli atti. Oppure si tratta di dettagliare meglio il dispositivo”. "Restiamo fiduciosi nell'organo massimo della nostra giurisdizione, nella Corte di Cassazione” ha osservato l’avvocato della famiglia della vittima Francesco Maresca. "Non ho alcuno spunto, non ci sono particolari ragioni. Non succede spesso ma può essere per mille motivi. Lasciamo lavorare la Corte".
Il procuratore generale Luigi Riello ha chiesto l’annullamento e il rinvio ad un altro collegio della sentenza della corte d'assise d'appello di Perugia, che ha assolto Raffaele Sollecito ed Amanda Knox per l'omicidio di Meredith Kercher ribaltando la sentenza di primo grado. Per la Procura si tratta di “un raro concentrato di violazioni di legge, un monumento all'illogicità". Per le difese dei due imputati si tratta invece di una decisione "chiara e precisa, senza alcun punto di contraddizione" e quindi da confermare, rendendo definitiva l'assoluzione dei due giovani. Quanto la vicenda sia controversa lo dimostra anche la durata fiume dell'udienza. Alla quale non hanno partecipato, come previsto, ne' Sollecito ne' la Knox, il primo a Verona a studiare e informato dal padre Francesco, l'altra negli Usa, dove è tornata dopo quasi quattro anni passati in carcere.
La giornata del 25 marzo si è aperta con la relazione introduttiva di quasi un'ora e mezza. Poi e' stato il pg a prendere la parola. Portando un duro attacco ai giudici di secondo grado. Riello ha subito sottolineato che "il giudice di merito ha smarrito la bussola in questo processo". Ha "frantumato, parcellizzato, gli elementi indiziari". "La Corte - ha aggiunto - ha usato una buona dose di snobbismo nel banalizzare la sentenza di primo grado, riducendola a quattro elementi. Una sintesi molto approssimativa e superficiale". Secondo il pg "in non pochi passaggi della sentenza di secondo grado è come se i due imputati beneficiassero di una sorta di immunità antropologica e culturale rispetto ai fatti". Il pg si è poi dedicato alla perizia genetica disposta in secondo grado che ha definito non attendibili i risultati delle analisi della polizia scientifica, uno dei cardini dell'indagine. Una perizia "usata come pietra tombale - ha detto - mentre in realtà non lo è. Avrebbe anzi seppellito altri indizi che hanno la loro vitalità". Come se fosse "tutto da imputare a quei 'pasticcioni' della scientifica", un reparto che è invece "altamente qualificato".
Il "punto fondamentale" del processo, a suo avviso, è comunque la calunnia a Patrick Lumumba, coinvolto nell'indagine dalle dichiarazioni alla polizia della Knox e poi riconosciuto estraneo al delitto. Per averlo chiamato in causa Amanda è stata condannata anche in secondo grado a tre anni. Insomma - per Riello - "sussistono tutti i presupposti perché non cali definitivamente il sipario su questo delitto, il cui unico responsabile è il lombrosianamente delinquente Guede e pare che egli abbia commesso l'omicidio con degli ectoplasmi". Conclusioni, quelle del Pg, alle quali si sono subito associati i legali della famiglia Kercher, Francesco Maresca e Vieri Fabiani.
Di segno opposto le arringhe dei difensori dei due ex fidanzati, che si sono soffermati sugli "errori" compiuti in primo grado, quando Amanda e Raffaele erano stati condannati a 26 e 25 anni di carcere. L'avvocato Giulia Bongiorno, legale di Sollecito, ha esordito dicendo che non si vuole "la polizia scientifica sul banco degli imputati, ma abbiamo messo in luce una serie infinita di errori". Il giovane pugliese "è finito in carcere per un'impronta di scarpa sotto al piumone che copriva il cadavere, rivelatasi di Guede". Bongiorno si è soffermata anche sul cosiddetto memoriale della Knox, scritto la notte dell'arresto quando, a suo avviso, ci fu "un blackout di garanzie difensive" a causa delle quali risulta "inutilizzabile". Un memoriale che, secondo i difensori di Amanda, era "un atto di difesa", mentre è diventato uno degli elementi per cui è scattata l'accusa di calunnia. In quel documento - ha sostenuto l'avvocato Carlo Dalla Vedova, difensore della Knox - "Amanda dice di essere confusa e non si cura di ciò che ha detto". La giovane americana è stata sentita per 54 ore dagli investigatori: "Voleva collaborare, era amica di Meredith", aggiunge l'avvocato Dalla Vedova. A suo avviso il dibattimento di secondo grado "ha solo portato alla luce la verità, dopo l'errore compiuto la notte dell'arresto".
Il procuratore generale Luigi Riello ha chiesto l’annullamento e il rinvio ad un altro collegio della sentenza della corte d'assise d'appello di Perugia, che ha assolto Raffaele Sollecito ed Amanda Knox per l'omicidio di Meredith Kercher ribaltando la sentenza di primo grado. Per la Procura si tratta di “un raro concentrato di violazioni di legge, un monumento all'illogicità". Per le difese dei due imputati si tratta invece di una decisione "chiara e precisa, senza alcun punto di contraddizione" e quindi da confermare, rendendo definitiva l'assoluzione dei due giovani. Quanto la vicenda sia controversa lo dimostra anche la durata fiume dell'udienza. Alla quale non hanno partecipato, come previsto, ne' Sollecito ne' la Knox, il primo a Verona a studiare e informato dal padre Francesco, l'altra negli Usa, dove è tornata dopo quasi quattro anni passati in carcere.
La giornata del 25 marzo si è aperta con la relazione introduttiva di quasi un'ora e mezza. Poi e' stato il pg a prendere la parola. Portando un duro attacco ai giudici di secondo grado. Riello ha subito sottolineato che "il giudice di merito ha smarrito la bussola in questo processo". Ha "frantumato, parcellizzato, gli elementi indiziari". "La Corte - ha aggiunto - ha usato una buona dose di snobbismo nel banalizzare la sentenza di primo grado, riducendola a quattro elementi. Una sintesi molto approssimativa e superficiale". Secondo il pg "in non pochi passaggi della sentenza di secondo grado è come se i due imputati beneficiassero di una sorta di immunità antropologica e culturale rispetto ai fatti". Il pg si è poi dedicato alla perizia genetica disposta in secondo grado che ha definito non attendibili i risultati delle analisi della polizia scientifica, uno dei cardini dell'indagine. Una perizia "usata come pietra tombale - ha detto - mentre in realtà non lo è. Avrebbe anzi seppellito altri indizi che hanno la loro vitalità". Come se fosse "tutto da imputare a quei 'pasticcioni' della scientifica", un reparto che è invece "altamente qualificato".
Il "punto fondamentale" del processo, a suo avviso, è comunque la calunnia a Patrick Lumumba, coinvolto nell'indagine dalle dichiarazioni alla polizia della Knox e poi riconosciuto estraneo al delitto. Per averlo chiamato in causa Amanda è stata condannata anche in secondo grado a tre anni. Insomma - per Riello - "sussistono tutti i presupposti perché non cali definitivamente il sipario su questo delitto, il cui unico responsabile è il lombrosianamente delinquente Guede e pare che egli abbia commesso l'omicidio con degli ectoplasmi". Conclusioni, quelle del Pg, alle quali si sono subito associati i legali della famiglia Kercher, Francesco Maresca e Vieri Fabiani.
Di segno opposto le arringhe dei difensori dei due ex fidanzati, che si sono soffermati sugli "errori" compiuti in primo grado, quando Amanda e Raffaele erano stati condannati a 26 e 25 anni di carcere. L'avvocato Giulia Bongiorno, legale di Sollecito, ha esordito dicendo che non si vuole "la polizia scientifica sul banco degli imputati, ma abbiamo messo in luce una serie infinita di errori". Il giovane pugliese "è finito in carcere per un'impronta di scarpa sotto al piumone che copriva il cadavere, rivelatasi di Guede". Bongiorno si è soffermata anche sul cosiddetto memoriale della Knox, scritto la notte dell'arresto quando, a suo avviso, ci fu "un blackout di garanzie difensive" a causa delle quali risulta "inutilizzabile". Un memoriale che, secondo i difensori di Amanda, era "un atto di difesa", mentre è diventato uno degli elementi per cui è scattata l'accusa di calunnia. In quel documento - ha sostenuto l'avvocato Carlo Dalla Vedova, difensore della Knox - "Amanda dice di essere confusa e non si cura di ciò che ha detto". La giovane americana è stata sentita per 54 ore dagli investigatori: "Voleva collaborare, era amica di Meredith", aggiunge l'avvocato Dalla Vedova. A suo avviso il dibattimento di secondo grado "ha solo portato alla luce la verità, dopo l'errore compiuto la notte dell'arresto".