Monte dei Paschi: si uccide David Rossi, capo comunicazione

Cronaca

Si è gettato da una finestra della sede di Rocca Salimbeni. Nel cestino trovato un biglietto con su scritto: "Ho fatto una cavolata". Nell'ambito dell'inchiesta sulla banca, la sua casa e il suo ufficio erano stati perquisiti, ma non era indagato

David Rossi, 51 anni capo dell'area comunicazione di Mps, si è tolto la vita la sera del sei marzo, poco dopo le 21, gettandosi nel vuoto dal suo ufficio della sede di Rocca Salimbeni e finendo in un cortile interno. Sul posto sono arrivati, oltre alla polizia, i sanitari del 118, ma i soccorsi sono stati inutili. Nel cestino dell'ufficio di Rossi, gli investigatori avrebbero trovato un foglietto accartocciato con su scritto: "Ho fatto una cavolata".

Rossi, che non era indagato, una decina di giorni fa era stato perquisito nell'ambito dell'inchiesta sul Monte dei paschi. Gli uomini del Nucleo valutario della Guardia di finanza, il 19 febbraio, si erano presentati nel suo ufficio e nella sua abitazione. Nello stesso giorno erano stati perquisiti nuovamente anche l'ex presidente e l'ex dg di Rocca Salimbeni, Giuseppe Mussari e Antonio Vigni. Rossi non è stato indagato, ma certo le perquisizioni, fecero notare allora alcune fonti dopo la 'visita' delle Fiamme gialle, si fanno "a sorpresa" quando si cercano "prove, documenti o riscontri".

Considerato uomo vicino all'ex presidente Mussari, Rossi era rimasto al suo posto anche con la nuova dirigenza. Il sodalizio con Mussari era cominciato dal 2001, quando l'ex presidente di Mps e Abi era a capo della Fondazione, azionista di riferimento con il 34,9% del capitale della banca, e Rossi era il responsabile della comunicazione dell'ente. Niente lasciava immaginare il suicidio, ai colleghi che lo avevano contattato anche negli ultimi giorni per le ultime notizie sull'istituto di credito aveva risposto con la stessa cordialità e professionalità di sempre. Rossi, sposato, aveva due figli ed era molto conosciuto in città. Al suo impegno di dirigente della banca, univa anche quello di vicepresidente del Centro internazionale di arte e cultura di Palazzo Te e di membro del consiglio di amministrazione di Vernice per i progetti culturali.

"Era uno stretto collaboratore di Mussari da sempre, forse si aspettava anche la perquisizione" ricorda a SkyTG24 il giornalista dell'Ansa Domenico Mugnaini. "Era sereno - continua il giornalista - domani era previso un incontro a Firenze eci saremmo dovuti vedere".

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