I legali del caporalmaggiore, condannato in primo grado all'ergastolo per l'omicidio della moglie, commentano la sentenza del giudice: "E' una pena smisurata rispetto al deserto probatorio, ci sono ampi spazi per un appello vincente"
"Motivazioni della sentenza sbalorditive. Riteniamo da oggi giusto iniziare la battaglia del processo d'appello". A dirlo sono gli avvocati di Salvatore Parolisi, Valter Biscotti, Nicodemo Gentile e Federica Benguardato, che lunedì 7 hanno tenuto una conferenza stampa a Teramo per commentare le motivazioni della sentenza con la quale Parolisi è stato condannato all'ergastolo, lo scorso ottobre, con l'accusa di essere l'unico assassino della moglie Melania Rea. Il corpo della giovane donna venne ritrovato il 20 aprile del 2011 nel bosco di Ripe di Civitella (Teramo) e secondo il giudice il movente del delitto sarebbe stato un rapporto sessuale negato al marito. "E' una sentenza ingiusta - dicono i legali - con motivazioni non convincenti".
Per i difensori del caporalmaggiore si tratta di motivazioni "sbalorditive" perché danno dei presupposti certi in fatto che invece non lo sono. Lo proverebbero i molti avverbi di dubbio di cui è infarcita la sentenza. "Il giudice unico del Tribunale di Teramo, Marina Tommolini riduce la sentenza nelle ultime 7/8 pagine utilizzando avverbi come 'probabilmente', 'verosimilmente', 'forse', 'potrebbe'. Ci saremmo aspettati, al contrario, approfondimenti tecnici sui principi del 'ragionevole dubbio' e 'colpevole certezza'. Ci sono ampi spazi per un appello vincente - precisa Biscotti - e ciò accadrà. Questa sentenza reggerà poco, anche alla luce di pronunciamenti di Cassazione". I legali parlano di un giudice "precondizionato": "Persona onesta e anche rispettosa della difesa - ha detto l'avvocato Biscotti - non possiamo non sottolineare che anche i giudici che condannarono Enzo Tortora erano convinti di quello che facevano".
Prima di incontrare i giornalisti, i difensori di Salvatore Parolisi sono andati in carcere a fargli visita. Hanno parlato con il caporalmaggiore per alcuni minuti nei quali hanno potuto cogliere tutta la preoccupazione dell'imputato alla luce delle motivazioni della sentenza di condanna al carcere a vita. "E' una pena smisurata rispetto al deserto probatorio della sentenza - dichiara l'avvocato Nicodemo Gentile -. Salvatore è preoccupato perché non sa come difendersi. Ci troviamo ora di fronte a nuove sceneggiature scritte dal giudice Tommolini, in cui nel magma di incertezza gli unici punti fermi restano la morte di Melania e la condanna di Parolisi. Il nostro assistito si vede cambiato il perché e il per come del delitto della moglie".
Per i difensori del caporalmaggiore si tratta di motivazioni "sbalorditive" perché danno dei presupposti certi in fatto che invece non lo sono. Lo proverebbero i molti avverbi di dubbio di cui è infarcita la sentenza. "Il giudice unico del Tribunale di Teramo, Marina Tommolini riduce la sentenza nelle ultime 7/8 pagine utilizzando avverbi come 'probabilmente', 'verosimilmente', 'forse', 'potrebbe'. Ci saremmo aspettati, al contrario, approfondimenti tecnici sui principi del 'ragionevole dubbio' e 'colpevole certezza'. Ci sono ampi spazi per un appello vincente - precisa Biscotti - e ciò accadrà. Questa sentenza reggerà poco, anche alla luce di pronunciamenti di Cassazione". I legali parlano di un giudice "precondizionato": "Persona onesta e anche rispettosa della difesa - ha detto l'avvocato Biscotti - non possiamo non sottolineare che anche i giudici che condannarono Enzo Tortora erano convinti di quello che facevano".
Prima di incontrare i giornalisti, i difensori di Salvatore Parolisi sono andati in carcere a fargli visita. Hanno parlato con il caporalmaggiore per alcuni minuti nei quali hanno potuto cogliere tutta la preoccupazione dell'imputato alla luce delle motivazioni della sentenza di condanna al carcere a vita. "E' una pena smisurata rispetto al deserto probatorio della sentenza - dichiara l'avvocato Nicodemo Gentile -. Salvatore è preoccupato perché non sa come difendersi. Ci troviamo ora di fronte a nuove sceneggiature scritte dal giudice Tommolini, in cui nel magma di incertezza gli unici punti fermi restano la morte di Melania e la condanna di Parolisi. Il nostro assistito si vede cambiato il perché e il per come del delitto della moglie".