Il coordinatore del Pdl è indagato dalla Procura di Firenze con altre 24 persone in un'inchiesta su una truffa ai danni dello Stato, in materia di contributi all'editoria. Interrogatorio il 24 dicembre
Il coordinatore del Pdl Denis Verdini ha ricevuto un invito a comparire dalla Procura di Firenze con altre 24 persone per un'inchiesta su una truffa aggravata allo Stato. L'inchiesta riguarda oltre 22 milioni di contributi pubblici versati fra il 2002 ed il 2012 al Giornale della Toscana, che ha sospeso le pubblicazioni quest'anno, Metropoli day e Il cittadino. L'interrogatorio davanti al pm è stato fissato per il 24 dicembre.
Secondo la Procura di Firenze, Verdini e gli altri indagati avevano costituito un'apposita cooperativa per ricevere le erogazioni pubbliche per l'editoria senza che ci fossero i requisiti stabiliti dalla legge. Secondo l'accusa, gli indagati avrebbero indotto in errore il dipartimento per l'informazione e l'editoria presso la Presidenza del Consiglio, chiedendo contributi per due testate diverse appartenenti allo stesso Gruppo, quando soltanto una avrebbe potuto ottenere i fondi.
Denis Verdini è indagato come socio di maggioranza di fatto e amministratore di fatto della SocietàToscana di Edizioni Srl, che pubblicava Il Giornale della Toscana, e della società Nuova Editoriale Società Cooperativa a responsabilità limitata, editrice della testata Metropoli day, nonché come dominus del Gruppo Società Toscana di Edizioni - Sette Mari, a cui fanno capo 10 società impegnate nel settore editoriale, tra cui un'agenzia di stampa, una società grafica, due radio fiorentine, una concessionaria pubblicitaria. Come finanziatore delle attività. Insieme a Verdini, gli inquirenti hanno indagato il parlamentare del Pdl Massimo Parisi, il costruttore Roberto Bartolomei, già da decenni socio al 50% con il costruttore pratese Riccardo Fusi, nella società BTP, fallita di recente e coinvolta in altre vicende giudiziarie e altri imprenditori ed editori.
Immediato il commento di Verdini: "Leggo sulle agenzie che la Procura di Firenze mi avrebbe indagato per una presunta truffa aggravata relativa a contributi pubblici per circa 22 milioni di euro che il Giornale della Toscana avrebbe indebitamente percepito dal 2002 al 2012. E' gravissimo che proprio nei giorni in cui sembra aprirsi la campagna elettorale, la Procura fornisca alla stampa informazioni vecchie di almeno un anno spacciandole per nuove".
Secondo la Procura di Firenze, Verdini e gli altri indagati avevano costituito un'apposita cooperativa per ricevere le erogazioni pubbliche per l'editoria senza che ci fossero i requisiti stabiliti dalla legge. Secondo l'accusa, gli indagati avrebbero indotto in errore il dipartimento per l'informazione e l'editoria presso la Presidenza del Consiglio, chiedendo contributi per due testate diverse appartenenti allo stesso Gruppo, quando soltanto una avrebbe potuto ottenere i fondi.
Denis Verdini è indagato come socio di maggioranza di fatto e amministratore di fatto della SocietàToscana di Edizioni Srl, che pubblicava Il Giornale della Toscana, e della società Nuova Editoriale Società Cooperativa a responsabilità limitata, editrice della testata Metropoli day, nonché come dominus del Gruppo Società Toscana di Edizioni - Sette Mari, a cui fanno capo 10 società impegnate nel settore editoriale, tra cui un'agenzia di stampa, una società grafica, due radio fiorentine, una concessionaria pubblicitaria. Come finanziatore delle attività. Insieme a Verdini, gli inquirenti hanno indagato il parlamentare del Pdl Massimo Parisi, il costruttore Roberto Bartolomei, già da decenni socio al 50% con il costruttore pratese Riccardo Fusi, nella società BTP, fallita di recente e coinvolta in altre vicende giudiziarie e altri imprenditori ed editori.
Immediato il commento di Verdini: "Leggo sulle agenzie che la Procura di Firenze mi avrebbe indagato per una presunta truffa aggravata relativa a contributi pubblici per circa 22 milioni di euro che il Giornale della Toscana avrebbe indebitamente percepito dal 2002 al 2012. E' gravissimo che proprio nei giorni in cui sembra aprirsi la campagna elettorale, la Procura fornisca alla stampa informazioni vecchie di almeno un anno spacciandole per nuove".