Caso Scazzi, Michele Misseri: "L'ho uccisa io"

Cronaca

Nel corso della sua deposizione il contadino di Avetrana confessa l'omicidio della nipote. "Sabrina si è sacrificata per me", dice parlando della figlia. Il suo avvocato rimette il mandato. A SkyTG24 il commento del legale di parte civile

"Non è stata Sabrina a uccidere Sarah, sono stato io. Questo rimorso non lo posso più portare addosso". Confessione choc di Michele Misseri nel corso della sua deposizione in Corte d'Assisse per il processo sulla morte di Sarah Scazzi. Il contadino di Avetrana ha così deciso di scagionare sua figlia Sabrina addossandosi la colpa dell'omicidio della nipote. Il suo avvocato Armando Amendolito, sentendo la confessione in aula, ha interroto la seduta annunciando di rimettere il mandato come difensore. "Non c'è piena aderenza con la linea concordata con il  cliente", ha riferito il legale.

"Mi dispiace perché Sabrina si è sacrificata per me" ha poi aggiunto, in lacrime, Michele Misseri. Il contadino ha dichiarato che in occasione del sopralluogo nel garage con gli inquirenti era stato "drogato", riferendosi a degli psicofarmaci che gli sarebbero stati somministrati mentre era in carcere. L'avvocato Franco Coppi, difensore di Sabrina Misseri, ha fatto presente al testimone che "nel caso, diremo alla Corte d'assise di recarsi sul posto e lei farà vedere come sono andate le cose".

Michele Misseri ha ricostruito quanto avvenuto il 26 agosto del 2010 a partire dalla prima mattinata, quando si recò a un Consorzio per acquistare due lattine di olio e in seguito andò in campagna con il fratello Carmine. Al ritorno passò dalla banca per depositare un assegno. "Quel particolare l'ho ricordato in un secondo momento. Il bancario - ha sottolineato 'zio Michele' - mi disse che ci voleva la firma di mia moglie. Risposi che sarei tornato ma lui mi consentì di firmare al suo posto perché ci conoscevamo da tanto tempo". Misseri ha poi precisato che quel giorno aveva un forte mal di testa e che al suo ritorno a casa stava facendo un incidente stradale. "L'auto ha sbandato e stavo finendo fuori strada. Non so nemmeno io come sono riuscito a rimettermi in carreggiata. Peccato - ha detto piangendo - perché sarebbe stato meglio, la bambina si sarebbe salvata". Per continuare la sua deposizione ora Michele Misseri dovrà trovare un difensore d'ufficio dopo la rinuncia del suo avvocato.

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