Rifiuti, in discarica la metà di quelli prodotti in Italia

Cronaca
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Nel nostro Paese solo il 33% della spazzatura urbana viene recuperato contro una media europea del 42%. Maglia nera alla Sicilia. Lombardia e Friuli tra le regioni virtuose. È il quadro disegnato dal  rapporto annuale "L'Italia del riciclo 2012"

di Isabella Fantigrossi

In Italia solo il 33% dei rifiuti urbani viene recuperato, rispetto alla media europea del 42% (dopo di noi solo il Portogallo, fermo al 19%, e la Grecia, al 18%), e solo il 18% va al recupero energetico. Quasi la metà dei rifiuti prodotti (il 49%, circa 15 milioni di tonnellate ogni anno) finisce in discarica, mentre in Europa viene mediamente buttato in discarica il 30% dei rifiuti. Una percentuale che sale a più del 60% in dieci regioni italiane.

È questa la situazione, decisamente negativa, che emerge dallo studio annuale "L’Italia del Riciclo 2012", elaborato da FISE Unire (l’Associazione di Confindustria che rappresenta le aziende del recupero rifiuti) e dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile e presentato il 5 dicembre a Roma. In tema di gestione dei rifiuti, insomma, in Italia resta ancora molta strada da fare prima di raggiungere le medie europee di recupero e riciclo o i Paesi con le performance migliori (l'Austria recupera il 70% dei suoi rifiuti urbani, la Germania e il Belgio il 62%, i Paesi Bassi il 61%, la Svezia il 50%, la Danimarca il 42. Questi sei Paesi, inoltre, smaltiscono in discarica tra lo 0 e il 3% dei rifiuti).

In Italia, invece, sono ben nove le regioni che si affidano alla discarica per smaltire oltre il 60% dei propri rifiuti (Liguria, Umbria, Marche, Lazio, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia). Gruppo a cui si aggiunge la Campania, se si considerano anche i rifiuti inviati fuori dal territorio regionale o all’estero. La Sicilia detiene il record negativo: finisce in discarica il  93% dei suoi rifiuti. Ma la regione che in assoluto smaltisce in discarica più rifiuti è il Lazio, con 2,5 milioni di tonnellate, di cui 1,9 milioni nella sola provincia di Roma e 1,3 milioni nel solo Comune. Tra le regioni virtuose, invece, ci sono la Lombardia (solo l'8% dei suoi rifuti finisce in discarica), il Friuli Venezia Giulia (15%), il Veneto (19%), l’Emilia Romagna (28%) e il Trentino Alto Adige (29%). In tutte queste regioni la raccolta differenziata raggiunge livelli elevati.

Questa cattiva gestione italiana dei rifiuti ha causato, tra l'altro, sottolinea il rapporto, il record europeo di procedure d'infrazione aperte dalla Commissione europea sul tema dei rifiuti. A fine febbraio 2012 l'Italia ha ricevuto una lettera di messa in mora per la presenza sul territorio italiano di 102 discariche esistenti non ancora chiuse né conformi alle direttive Ue. Mentre il 24 ottobre scorso la Commissione ha deciso di deferire l'Italia alla Corte di giustizia europea per il mancato rispetto di quanto previsto dalla normativa europea e ha chiesto all'Italia il pagamento di una multa 56 milioni di euro e un'ammenda giornaliera di circa 256 mila euro per il periodo che eventualmente trascorrerà tra una sentenza di condanna e l'effettivo adeguamento della normativa italiana ai principi europei.

Ma le cattive notizie per il nostro Paese non si fermano qui: secondo il rapporto, l'Italia recupera solo il 20% dei suoi rifiuti (escluso il compostaggio), contro una media europea del 26%. E anche il compostaggio e il recupero energetico si mantengono sotto la media del "vecchio continente", rispettivamente al 13% (in Europa al 16%) e al 18% (29% in Europa). In questo scenario critico, l’industria italiana del riciclo degli imballaggi si è comunque mantenuta su buoni livelli: nel 2011  si sono riciclati 7,5 milioni di tonnellate (+2% sul 2010), mentre il tasso di riciclo è rimasto stabile al 64%. E' cresciuto il riciclo della carta (+3%), della plastica (+4%) e del vetro (+7%). In calo, invece, quello dell'acciaio (-1%), dell'alluminio (-13%) e del legno (-5%).

"Anche il Rapporto di quest’anno", ha affermato Edo Ronchi, ex ministro dell'Ambiente e oggi presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, "mette in luce come l’Italia abbia una gestione poco virtuosa dei suoi rifiuti con un'altissima percentuale di ricorso alla discarica e una bassa percentuale di riciclo effettivo". Uno dei motivi principali di questa situazione, secondo Ronchi, è la bassa tassazione sullo smaltimento in discarica (15 euro a tonnellate in Italia contro le 40 in Germania). "Occorre dare invece effettiva priorità al riciclo, così come obbliga a fare la direttiva europea 98/2008, ricorrendo anche agli incentivi economici o fiscali in quelle filiere".

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