Trani, pm chiede rinvio a giudizio per agenzie di rating

Cronaca
standard_poor_s

La procura della città pugliese ha chiesto di procedere contro cinque dirigenti di Standard & Poor's e due di Fitch. Archiviazione per Moody's. L'ipotesi di reato è manipolazione del mercato. La difesa: "Accuse infondate"

La procura di Trani ha chiesto il rinvio a giudizio, con l'ipotesi di reato di manipolazione del mercato continuata e pluriaggravata, di cinque responsabili dell'agenzia di rating Standard&Poor's e due di Fitch, mentre ha chiesto l'archiviazione per due manager di Moody's, nell'ambito dell'inchiesta su oscillazioni di borsa ritenute anomale tra 2010 e 2012. Una nota congiunta della procura pugliese e della Gdf spiega che per S&P è stato chiesto il rinvio a giudizio per gli analisti Eileen Zhang, Frank Gill, Moritz Kraemer, l'attuale responsabile dell'agenzia per l'Europa Yeann Le Pallec e l'ex presidente Deven Sharma. Per Fitch è stato chiesto il rinvio a giudizio per gli analisti David Riley e Alessandro Settepani. I pm hanno infine chiesto l'archiviazione per i dirigenti di Moody's Ross Abercromby e Johannes Wassemberg.

Le accuse dei pm - "Le agenzie di rating per le quali abbiamo chiesto il rinvio a giudizio non hanno rispettato le regole di trasparenza, lealtà e dei parametri di qualità ed efficienza fissati dai regolamenti europei. Che piaccia o no queste sono le regole", ha spiegato il procuratore di Trani, Carlo Maria Capristo, sostenendo invece che "per Moody's, pur essendoci elementi che ci dicono che c'è stata manipolazione dei mercati, non abbiamo la prova che fossero consapevoli". "Manca l'elemento soggettivo, non abbiamo la prova che volessero intenzionalmente destabilizzare i mercati. Ora attendiamo di vedere cosa deciderà il giudice, se sarà d'accordo con noi", ha spiegato il magistrato.

La difesa delle agenzie - Le agenzie hanno respinto ogni addebito e hanno ribadito la correttezza del loro operato. "Queste accuse sono totalmente infondate, dal momento che il nostro ruolo è di fornire opinioni indipendenti sul merito di credito, secondo le nostre metodologie pubbliche e trasparenti applicate in modo coerente in tutto il mondo", spiega una nota di S&P. "Continueremo a svolgere il nostro compito senza alcun timore o favoritismo nei confronti di investitori, emittenti di debito o ogni altro soggetto terzo, e a difendere le nostre azioni, la nostra reputazione e quella delle nostre persone".

Procura Trani, inchiesta "autentico inedito" - La procura di Trani nella nota definisce i procedimenti penali sulle tre agenzie di rating "un autentico inedito nel panorama investigativo nazionale ed internazionale ed affrontano temi di particolare complessità per le gravi ricadute - sul sistema economico-finanziario del Paese - provocate dalle valutazioni formulate dalle indicate agenzie (in violazione dei regolamenti europei sulle attività di rating) sull'affidabilità creditizia dell'Italia in un dato momento storico".

Indagine partita da un esposto dei consumatori
- Per quel che riguarda il procedimento su S&P, la procura nella nota ricorda che si è proceduto "a seguito di esposto-denuncia presentato in data 11 luglio 2011 dai legali rappresentanti delle associazioni dei consumatori Adusbef e Federconsumatori nei confronti di analisti finanziari di S&P in relazione agli attacchi speculativi al mercato finanziario italiano conseguenti alla diffusione, a mercati aperti, di una nota, da parte della citata agenzia di rating, con la quale si criticava la manovra finanziaria del governo italiano, prima della sua pubblicazione ufficiale". La procura scrive di aver chiesto il rinvio a giudizio dei cinque perché "dipendenti apicali dell'Agenzia Standard & Poor's nelle loro rispettive qualità di presidente mondiale e responsabile per l'Europa della predetta Agenzia (Sharma e Le Pallec), nonché di analisti senior del debito sovrano (Zhang, Gill e Kraemer), in concorso fra loro, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso e in tempi diversi (nell'arco temporale compreso tra il maggio 2011 ed il gennaio 2012)"

Le accuse a Fitch - Per quel che riguarda Fitch, nella nota i pm ricordano di aver avviato l'inchiesta a seguito di notizie di stampa, a partire dal 12 gennaio 2012, che annunciavano l'imminente declassamento del debito sovrano italiano. I pm scrivono che i due dirigenti di Fitch vanno processati perché "a far data dal 10/1/2012 e fino al 18/1/2012, nelle rispettive qualità di analisti economico-finanziari dei debiti sovrani e dipendenti con funzioni apicali dell'Agenzia Fitch (rispettivamente delle sedi di Londra e Milano), rilasciavano indebiti annunci preventivi di imminente declassamento della Repubblica Italiana (declassamento non ufficialmente decretato dall'agenzia Fitch fino al 27/1/2012), così divulgando a mercati aperti informazioni che dovevano restare riservate, concretamente idonee a provocare una sensibile alterazione del prezzo di strumenti finanziari". "In conseguenza della diffusione degli indebiti preavvisi di declassamento, e della percezione (ad opera di mercati ed investitori) degli stessi (e del corrispondente contenuto informativo) in termini negativi con riguardo al sistema bancario e a quello del debito sovrano italiano nel suo complesso - scrivono ancora i magistrati nella nota -  si determinavano sui mercati finanziari effetti di turbolenza, volatilità e negatività con riguardo ai titoli italiani: effetti amplificati per essere quelle indebite anticipazioni degli analisti di Fitch intervenute a ridosso del doppio downgrade del debito sovrano italiano decretato dall'altra agenzia di rating Standard & Poor's in data 13/1/2012 (doppio downgrade noto agli analisti di Fitch)".

Archiviazione per i dirigenti di Moody's
- Il procedimento su Moody's, si legge nella nota di Gdf e procura, traeva origine da un esposto-denuncia presentato in data 13.05.2010 dalle associazioni dei consumatori Adusbef e Federconsumatori, a seguito della diffusione - a mercati aperti - tramite le maggiori agenzie di stampa, tra il 6 e 7 maggio 2010, "di notizie riguardanti la debolezza del sistema bancario italiano che avrebbero causato un repentino e consistente deprezzamento dei titoli quotati presso la Borsa italiana, in particolare di quelli bancari". In questo caso però, i magistrati scrivono di non aver raccolto elementi di prova "univoci" al riguardo dei due indagati, e di aver deciso di presentare richiesta di archiviazione nei confronti di Abercromby e Wassemberg.

Altri procedimenti in Australia e Usa - La nota dei magistrati pugliesi si conclude ricordando altri tre procedimenti sul tema. L'indagine della Corte dei Conti "che stima in 120 miliardi di euro il danno erariale provocato dalle manipolazioni di mercato cagionate dalle agenzie di rating". Un procedimento civile in Australia in cui Standard&Poor's "è stata condannata in giudizio civile a risarcire - a seguito di class action - la somma di 24 milioni di euro per valutazioni espresse nell'attività di rating". L'indagine che, secondo i magistrati pugliesi, è stata avviata su S&P negli Stati Uniti "per analoghe ipotesi di reato".

Cronaca: i più letti

[an error occurred while processing this directive]