Il termine ultimo per fermare la fabbrica è stato notificato dalla Procura di Taranto all'azienda nella serata di ieri. In caso di inottemperanza da parte della proprietà, i custodi potranno nominare propri tecnici per procedere "senza ulteriori indugi"
Cinque giorni: è il tempo che dalla sera di ieri 6 ottobre l'Ilva ha a disposizione per avviare le procedure di spegnimento degli impianti dell'area a caldo sequestrati il 26 luglio perché inquinanti, ottemperando così al decreto del gip e alla successiva ordinanza del tribunale del riesame. L'ultimatum all'Ilva lo ha dato la Procura facendo notificare una direttiva con la quale avvisa, tra l'altro, che in caso di inottemperanza da parte dell'azienda, i custodi potranno nominare propri ausiliari "procedendo senza ulteriori indugi" allo spegnimento degli impianti.
Clini: impossibile lo spegnimento in cinque giorni - Lo spegnimento dell'Ilva in 5 giorni "è impossibile perché si tratta di un impianto molto complesso tant'è che la Procura chiede l'avvio dei processi", il commento del ministro dell'Ambiente Corrado Clini. Clini ha annunciato inoltre che l'Autorizzazione Integrata Ambientale sarà pronta la settimana prossima e ha affermato "Ho fiducia nella legge" (GUARDA IL VIDEO).
L'ultimatum della Procura di Taranto - La direttiva della Procura è la naturale conseguenza di un incontro che il procuratore Franco Sebastio e gli altri pm che si occupano dell'inchiesta a carico dell'Ilva per disastro ambientale hanno avuto giovedì scorso con i custodi giudiziari al palazzo di giustizia. In quella occasione i custodi avevano fatto presente ai magistrati che le procedure di spegnimento stavano ritardando per la scarsa collaborazione da parte dell'Ilva.
Questo spiega perché, nella direttiva notificata sabato 6 ottobre, la Procura chiede tra l'altro al presidente dell'Ilva, Bruno Ferrante, anch'egli custode giudiziario, di individuare "le maestranze necessarie, destinandole alle effettuazioni delle operazioni", con relativi "oneri finanziari, in piena collaborazione con gli altri custodi e sulla base delle loro direttive operative".
In caso di inottemperanza, i custodi procederanno con lo spegnimento - Così come indicato nella precedente direttiva fatta consegnare dalla Procura all'azienda, le operazioni dovrebbero comprendere lo spegnimento degli altiforni 1 e 5, la dismissione e la bonifica dell'altoforno 3, il fermo di sette batterie del reparto Cokeria e interventi nel reparto acciaieria. La Procura sottolinea inoltre che nel caso in cui l'Ilva non ottemperasse alla direttiva di questa sera "i custodi amministratori Barbara Valenzano, Emanuela Laterza e Claudio Lofrumento si avvarranno della facoltà di nomina di ausiliari già loro concessa procedendo senza ulteriori indugi e osservando comunque tutte le cautele del caso, segnalando eventuali rifiuti, omissioni o abusi a questa Procura per tutte le possibili valutazioni del caso, anche di tipo penale". Per l'Ilva è iniziata la fase 2, prima ancora che la nuova Autorizzazione integrata ambientale, sulla quale puntano molto il governo e naturalmente l'azienda, arrivi sul tavolo della commissione Aia (9 ottobre) per ottenere il suo primo sì".
Clini: impossibile lo spegnimento in cinque giorni - Lo spegnimento dell'Ilva in 5 giorni "è impossibile perché si tratta di un impianto molto complesso tant'è che la Procura chiede l'avvio dei processi", il commento del ministro dell'Ambiente Corrado Clini. Clini ha annunciato inoltre che l'Autorizzazione Integrata Ambientale sarà pronta la settimana prossima e ha affermato "Ho fiducia nella legge" (GUARDA IL VIDEO).
L'ultimatum della Procura di Taranto - La direttiva della Procura è la naturale conseguenza di un incontro che il procuratore Franco Sebastio e gli altri pm che si occupano dell'inchiesta a carico dell'Ilva per disastro ambientale hanno avuto giovedì scorso con i custodi giudiziari al palazzo di giustizia. In quella occasione i custodi avevano fatto presente ai magistrati che le procedure di spegnimento stavano ritardando per la scarsa collaborazione da parte dell'Ilva.
Questo spiega perché, nella direttiva notificata sabato 6 ottobre, la Procura chiede tra l'altro al presidente dell'Ilva, Bruno Ferrante, anch'egli custode giudiziario, di individuare "le maestranze necessarie, destinandole alle effettuazioni delle operazioni", con relativi "oneri finanziari, in piena collaborazione con gli altri custodi e sulla base delle loro direttive operative".
In caso di inottemperanza, i custodi procederanno con lo spegnimento - Così come indicato nella precedente direttiva fatta consegnare dalla Procura all'azienda, le operazioni dovrebbero comprendere lo spegnimento degli altiforni 1 e 5, la dismissione e la bonifica dell'altoforno 3, il fermo di sette batterie del reparto Cokeria e interventi nel reparto acciaieria. La Procura sottolinea inoltre che nel caso in cui l'Ilva non ottemperasse alla direttiva di questa sera "i custodi amministratori Barbara Valenzano, Emanuela Laterza e Claudio Lofrumento si avvarranno della facoltà di nomina di ausiliari già loro concessa procedendo senza ulteriori indugi e osservando comunque tutte le cautele del caso, segnalando eventuali rifiuti, omissioni o abusi a questa Procura per tutte le possibili valutazioni del caso, anche di tipo penale". Per l'Ilva è iniziata la fase 2, prima ancora che la nuova Autorizzazione integrata ambientale, sulla quale puntano molto il governo e naturalmente l'azienda, arrivi sul tavolo della commissione Aia (9 ottobre) per ottenere il suo primo sì".