Camorra, arrestato l’ultimo boss latitante dei Casalesi
CronacaMassimo Di Caterino, soprannominato “pistuolo”, è stato bloccato dagli agenti in un’abitazione di Francolise, nel casertano. Si nascondeva in un bunker ricavato nel box doccia. Ricopriva un ruolo di vertice dell’ala Zagaria del clan
La squadra mobile di Caserta ha arrestato Massimo Di Caterino, l’ultimo della lista dei latitanti del clan dei Casalesi. Di Caterino, che ricopriva un ruolo di vertice nell’ambito dell’ala Zagaria dell’organizzazione camorristica, è stato rintracciato e bloccato dagli agenti del distaccamento di Casal di Principe in un'abitazione della frazione Sant' Andrea del Pizzone di Francolise, nel casertano, all'interno della quale era stato realizzato un bunker ricavato all’interno del box doccia. Addosso una pistola calibro 7,65 e 10mila euro in contanti.
Le indagini - Le indagini che hanno portato all'arresto di Massimo Di Caterino sono state condotte dalla squadra mobile di Caserta e dal distaccamento di Casal di Principe, rispettivamente guidati dai vice questori aggiunti Angelo Morabito e Alessandro Tocco, sotto il diretto coordinamento del procuratore aggiunto della DDA partenopea Federico Cafiero de Raho e del pm Catello Maresca. Nell'abitazione dove la squadra mobile di Caserta ha scovato e arrestato Massimo Di Caterino c'era anche la moglie del latitante. Fermato ed accompagnato in Questura anche il proprietario dell'abitazione, dotata di bunker ma anche di disturbatori di frequenze per rilevare apparati di intercettazione e telecamere esterne: dispositivi installati per l'avvistamento delle forze di polizia.
Chi è Massimo Di Caterino - Massimo Di Caterino, nato a Caserta 40 anni fa, è soprannominato "pistuolo". E' ricercato dal 31 marzo 2010 perché destinatario di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per associazione mafiosa, estorsione e favoreggiamento personale, reati aggravati dall'avere agito al fine di agevolare il gruppo Zagaria del clan dei Casalesi. Di Caterino è ritenuto uno dei più fidati luogotenenti di Michele Zagaria, il boss arrestato dalla Polizia di Stato a Casapesenna il 7 dicembre 2011, dopo 16 anni di latitanza.
L’arresto - Dopo l'arresto, Massimo Di Caterino è stato condotto dalla polizia nella sede della Questura di Caserta. All'arrivo delle auto nel piazzale interno, i poliziotti presenti negli uffici si sono affacciati alla finestra applaudendo i colleghi della Squadra Mobile e gridando "Bravi". Secondo quanto si è appreso Di Caterino non ha proferito parola quando è stato arrestato. Ad ammanettare l'ultimo dei latitante del clan dei Casalesi è stato il vice questore aggiunto Alessandro Tocco, che dirige la sezione distaccata di Casal di Principe della squadra mobile casertana. Gli investigatori - che da diverse settimane avevano individuato il nascondiglio, uno dei tanti a disposizione del latitante dei Casalesi Massimo Di Caterino - sono intervenuti all'interno dell'abitazione, munita di video camere esterne, pedinando la moglie, Marianna Zara. I poliziotti hanno trovato e sequestrato dispositivi per rilevare apparati di intercettazioni, una pistola calibro 7.65, munita di 2 caricatori con otto cartucce ciascuno, e 10 mila euro in contanti. Nell'operazione che ha portato al suo arresto hanno preso parte circa 18 agenti della sezione di Casal di Principe.
Le indagini - Le indagini che hanno portato all'arresto di Massimo Di Caterino sono state condotte dalla squadra mobile di Caserta e dal distaccamento di Casal di Principe, rispettivamente guidati dai vice questori aggiunti Angelo Morabito e Alessandro Tocco, sotto il diretto coordinamento del procuratore aggiunto della DDA partenopea Federico Cafiero de Raho e del pm Catello Maresca. Nell'abitazione dove la squadra mobile di Caserta ha scovato e arrestato Massimo Di Caterino c'era anche la moglie del latitante. Fermato ed accompagnato in Questura anche il proprietario dell'abitazione, dotata di bunker ma anche di disturbatori di frequenze per rilevare apparati di intercettazione e telecamere esterne: dispositivi installati per l'avvistamento delle forze di polizia.
Chi è Massimo Di Caterino - Massimo Di Caterino, nato a Caserta 40 anni fa, è soprannominato "pistuolo". E' ricercato dal 31 marzo 2010 perché destinatario di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per associazione mafiosa, estorsione e favoreggiamento personale, reati aggravati dall'avere agito al fine di agevolare il gruppo Zagaria del clan dei Casalesi. Di Caterino è ritenuto uno dei più fidati luogotenenti di Michele Zagaria, il boss arrestato dalla Polizia di Stato a Casapesenna il 7 dicembre 2011, dopo 16 anni di latitanza.
L’arresto - Dopo l'arresto, Massimo Di Caterino è stato condotto dalla polizia nella sede della Questura di Caserta. All'arrivo delle auto nel piazzale interno, i poliziotti presenti negli uffici si sono affacciati alla finestra applaudendo i colleghi della Squadra Mobile e gridando "Bravi". Secondo quanto si è appreso Di Caterino non ha proferito parola quando è stato arrestato. Ad ammanettare l'ultimo dei latitante del clan dei Casalesi è stato il vice questore aggiunto Alessandro Tocco, che dirige la sezione distaccata di Casal di Principe della squadra mobile casertana. Gli investigatori - che da diverse settimane avevano individuato il nascondiglio, uno dei tanti a disposizione del latitante dei Casalesi Massimo Di Caterino - sono intervenuti all'interno dell'abitazione, munita di video camere esterne, pedinando la moglie, Marianna Zara. I poliziotti hanno trovato e sequestrato dispositivi per rilevare apparati di intercettazioni, una pistola calibro 7.65, munita di 2 caricatori con otto cartucce ciascuno, e 10 mila euro in contanti. Nell'operazione che ha portato al suo arresto hanno preso parte circa 18 agenti della sezione di Casal di Principe.