Il cittadino marocchino era stato fermato e subito scarcerato per un errore nella traduzione di una frase dall’arabo. Il giudice ha disposto l’acquisizione di altra documentazione. E si cercano risposte anche dalle scarpe indossate dalla giovane ginnasta
Il gip di Bergamo Ezia Maccora vuole vederci chiaro, una volta per tutte, prima di decidere l'archiviazione del procedimento che vede Mohammed Fikri unico indagato per l'omicidio della tredicenne Yara Gambirasio, scomparsa il 26 novembre del 2010 e trovata uccisa esattamente tre mesi dopo, a pochi chilometri dalla sua abitazione. Per far uscire di scena il giovane muratore che fu fermato all'inizio delle indagini e subito scarcerato (il fermo fu annullato dalla stessa Cassazione) vuole avere anche quegli atti che per ora non è riuscito a leggere. Nessun nuovo accertamento, perché non ce n'è bisogno, ma un'integrazione di atti contenuti nel parallelo procedimento contro ignoti sull'omicidio di Yara, che in quello che vede coinvolto Fikri ancora non ci sono, ma servono al giudice per avere la completa conoscenza dei fatti.
Per questo, il pm Letizia Ruggeri entro il 9 ottobre dovrà depositare i verbali delle operazioni del ritrovamento del corpo della ragazza; quello riguardante l'estrazione di tracce del Dna trovato sul corpo di Yara e sui suoi vestiti (quello riconducibile all'assassino); la relazione sull'autopsia e quella sugli accertamenti scientifici eseguiti sul profilo del Dna di Fikri che diedero risultati negativi alla comparazione. Nessuna nuova traduzione della telefonata che costò due giorni di carcere al marocchino e che poi si scoprì tradotta in modo sbagliato ("Allah mi perdoni non l'ho uccisa io" e che invece si rivelò essere un colloquio con un parente per riavere dei soldi che Fikri gli aveva prestato) e nemmeno l'acquisizione del dvd che ritrae le scene del ritrovamento del corpo di Yara nel campo di Chignolo d'Isola. Indagini che pure la famiglia della ragazza aveva chiesto.
Il legale di Fikri, Roberta Barbieri, è convinta che il 14 ottobre, quando le parti si ritroveranno davanti al gip ci sarà l'archiviazione attesa da oltre 22 mesi: "Perché si tratta di elementi che portano tutti in direzione opposta a Fikri". Anche quel Dna trovato sul corpo della ragazza che è risultato incontaminato (i legali della famiglia Gambirasio avevano chiesto di escludere che lo fosse) e che porta alla cosiddetta 'Pista di Gorno', a quell'uomo morto nel'99 ma la cui famiglia è già stata sottoposta alla comparazione con esito negativo. Da qui l'ipotesi di un figlio illegittimo la cui esistenza non è ancora stata provata. Pista dubbia, secondo Giorgio Portera, il genetista che assiste i famigliari di Yara e che richiederebbe la riesumazione della salma.
Risposte potrebbero arrivare anche dalle scarpe che la giovane ginnasta indossava al momento del ritrovamento del corpo, e mostrate in una foto da SkyTG24. Scarpe che erano slacciate. “Sui lacci potrebbero esserci eventuali tracce biologiche dell’assassino. Bisogna analizzare anche il terriccio trovato sotto la suola per capire se ci sia stato camminamento” spiega il criminologo Carmelo Lavorino a SkyTG24.
Per questo, il pm Letizia Ruggeri entro il 9 ottobre dovrà depositare i verbali delle operazioni del ritrovamento del corpo della ragazza; quello riguardante l'estrazione di tracce del Dna trovato sul corpo di Yara e sui suoi vestiti (quello riconducibile all'assassino); la relazione sull'autopsia e quella sugli accertamenti scientifici eseguiti sul profilo del Dna di Fikri che diedero risultati negativi alla comparazione. Nessuna nuova traduzione della telefonata che costò due giorni di carcere al marocchino e che poi si scoprì tradotta in modo sbagliato ("Allah mi perdoni non l'ho uccisa io" e che invece si rivelò essere un colloquio con un parente per riavere dei soldi che Fikri gli aveva prestato) e nemmeno l'acquisizione del dvd che ritrae le scene del ritrovamento del corpo di Yara nel campo di Chignolo d'Isola. Indagini che pure la famiglia della ragazza aveva chiesto.
Il legale di Fikri, Roberta Barbieri, è convinta che il 14 ottobre, quando le parti si ritroveranno davanti al gip ci sarà l'archiviazione attesa da oltre 22 mesi: "Perché si tratta di elementi che portano tutti in direzione opposta a Fikri". Anche quel Dna trovato sul corpo della ragazza che è risultato incontaminato (i legali della famiglia Gambirasio avevano chiesto di escludere che lo fosse) e che porta alla cosiddetta 'Pista di Gorno', a quell'uomo morto nel'99 ma la cui famiglia è già stata sottoposta alla comparazione con esito negativo. Da qui l'ipotesi di un figlio illegittimo la cui esistenza non è ancora stata provata. Pista dubbia, secondo Giorgio Portera, il genetista che assiste i famigliari di Yara e che richiederebbe la riesumazione della salma.
Risposte potrebbero arrivare anche dalle scarpe che la giovane ginnasta indossava al momento del ritrovamento del corpo, e mostrate in una foto da SkyTG24. Scarpe che erano slacciate. “Sui lacci potrebbero esserci eventuali tracce biologiche dell’assassino. Bisogna analizzare anche il terriccio trovato sotto la suola per capire se ci sia stato camminamento” spiega il criminologo Carmelo Lavorino a SkyTG24.