Secondo il procuratore della Corte Suprema mancherebbe "l'intenzionalità del dolo" e quindi al direttore del Giornale andavano riconosciute le attenuanti generiche. Si andrebbe così a un nuovo processo di appello
Alessandro Sallusti va condannato per diffamazione, ma è necessario valutare se gli debba essere accordato uno sconto di pena con la concessione delle attenuanti generiche. Questo il parere espresso dal sostituto pg di Cassazione Gioacchino Izzo, che, nella sua requisitoria, ha sollecitato, per il direttore del Giornale, l'annullamento con rinvio alla Corte d'Appello di Milano della sentenza che lo aveva visto condannato a 14 mesi di carcere, "limitatamente alla mancata valutazione della concessione delle attenuanti generiche". Per il pg di Piazza Cavour, dunque, il direttore de 'Il Giornale' per l'articolo pubblicato nel febbraio 2007 avrebbe solo diritto ad uno sconto di pena in quanto "manca la motivazione sulla intensità del dolo".
Con le attenuanti generiche si andrebbe a un nuovo processo di appello alla fine del quale Sallusti potrebbe evitare il carcere. In discussione è l'articolo 13 della legge 48 sulla stampa. In discussione c'è la contestazione di diffamazione aggravata. Se le attenuanti saranno ritenute prevalenti sulla aggravanti dal giudice di appello in un eventuale appello bis, Sallusti non andrà in carcere. Diversamente, se l'aggravante dovesse essere ritenuta prevalente, il problema reclusione rimarrebbe in piedi. Va comunque ricordato che in caso di conferma di condanna il direttore de 'Il Giornale' potrebbe sempre chiedere misure alternative alla pena detentiva come l'affidamento ai servizi sociali.
Con le attenuanti generiche si andrebbe a un nuovo processo di appello alla fine del quale Sallusti potrebbe evitare il carcere. In discussione è l'articolo 13 della legge 48 sulla stampa. In discussione c'è la contestazione di diffamazione aggravata. Se le attenuanti saranno ritenute prevalenti sulla aggravanti dal giudice di appello in un eventuale appello bis, Sallusti non andrà in carcere. Diversamente, se l'aggravante dovesse essere ritenuta prevalente, il problema reclusione rimarrebbe in piedi. Va comunque ricordato che in caso di conferma di condanna il direttore de 'Il Giornale' potrebbe sempre chiedere misure alternative alla pena detentiva come l'affidamento ai servizi sociali.