Lombardia, Mozzali: "Così la Regione finanziava la Maugeri"

Cronaca
La fondazione Maugeri

"Qualsiasi erogazione passava attraverso un pagamento a Daccò" ha detto ai pm il "factotum" della struttura sanitaria, tra gli arrestati nell'inchiesta che vede indagato Roberto Formigoni. L'amministrazione replica: "Scenari privi di fondamento"

Emerge una sorta di "sistema" Maugeri-Regione Lombardia che, secondo l'accusa, avrebbe portato circa 200 milioni di euro di stanziamenti in meno di dieci anni alla Fondazione pavese (e, in cambio, 'benefit' di lusso, come viaggi e yacht, a Roberto Formigoni), nei verbali, appena dissecretati, di Gianfranco Mozzali, che è stato un 'factotum' a 'servizio' della struttura sanitaria. "Nel tempo - ha spiegato ai pm - il sistema si è consolidato al punto che qualsiasi erogazione dalla Regione alla Fondazione passava attraverso un pagamento a Daccò".

In pratica, Mozzali - che avrebbe fornito un contributo alle indagini - ha chiarito al procuratore aggiunto di Milano Francesco Greco e ai pm Laura Pedio, Antonio Pastore e Gaetano Ruta quali erano, a suo dire, i rapporti tra i vertici della Fondazione, il faccendiere Pierangelo Daccò, l'ex assessore regionale Dc Antonio Simone e i funzionari della Regione, in particolare il direttore generale dell'assessorato alla Sanità, Carlo Lucchina.
E ha raccontato che i consulenti della Maugeri avrebbero anche elaborato "delle ipotesi di delibera": "nel senso che calcolavamo il risultato che la Fondazione avrebbe raggiunto qualora fossero stati recepiti determinati parametri dalle delibere regionali".

"Per quanto riguarda il presidente Roberto Formigoni e la Regione Lombardia, gli scenari dipinti dal signor Mozzali - ad essi del tutto sconosciuto - sono privi di qualsiasi fondamento", è stata la replica, affidata a una nota, dell'amministrazione regionale.

Per Mozzali, che al momento si trova agli arresti domiciliari, il "sistema", descritto in due verbali del 22 giugno e del 23 aprile scorso, funzionava così: Costantino Passerino, ex direttore amministrativo della Maugeri, "corrispondeva a Daccò una percentuale del 18% sugli importi erogati dalla Regione Lombardia al di fuori dei rimborsi dei drg", ovvero sugli stanziamenti per le cosiddette funzioni non tariffabili; "Passerino chiedeva a Daccò l'erogazione della somma che di volta in volta riteneva necessaria per la Fondazione al fine di far quadrare i bilanci. Si partiva sempre dall'importo - ha aggiunto Mozzali – Daccò doveva poi trovare il modo per farlo erogare dalla Regione".

Come? "Sulle modalità - ha messo a verbale il consulente - intervenivano gli accordi con Lucchina. I due strumenti principali attraverso i quali la Regione erogava quanto richiesto erano le funzioni aggiuntive e poi le maggiorazioni sui Drg". Secondo i pm, poi, Daccò e Simone avrebbero drenato dalle casse della Fondazione, attraverso una serie di consulenze fittizie, circa 70 milioni di euro, dirottandoli su un reticolo di società e conti esteri.

"Dai discorsi di Dacco"', secondo Mozzali, "era chiaro che i soldi erogati (allo stesso faccendiere, ndr) non rappresentavano solo un compenso (per la sua presunta attività di 'sblocco' delle delibere, ndr) ma che servivano anche per altre persone". "Ricordo - ha proseguito - che quando c'erano questioni sugli importi da pagare, più volte Daccò mi ha detto che bisognava pagare altrimenti non sarebbe arrivato nulla dalla Regione, intendendo in questo modo che i soldi servivano per risolvere i problemi". E poi una considerazione: "'Se fosse cambiata la Giunta, la Maugeri avrebbe potuto perdere tutti i benefici riconosciuti". E un 'dettaglio': "Una settimana prima del suo arresto (per il crac del San Raffaele, ndr), Daccò ha detto a Passerino, il quale era preoccupatissimo, di stare tranquillo in quanto lui aveva sistemato i suoi conti in modo tale che non risultassero uscite verso politici o funzionari pubblici e che il denaro rimaneva nella sua disponibilità".

Per concludere, stando ai verbali di Mozzali, "sicuramente negli anni c'è stato un aumento significativo negli importi complessivamente riconosciuti ed erogati dalla Regione Lombardia a favore di Fondazione Maugeri (...) questo fu dovuto senz'altro all'azione di Daccò ed alle insistenze di Passerino affinché Daccò intervenisse per l'adozione di provvedimenti regionali più favorevoli (...) Passerino era solito lamentare le perdite al fine di ottenere maggiori erogazioni dalla Regione (...) il quantum degli importi riconosciuti dalla Regione era totalmente legato a scelte discrezionali della Giunta Regionale".

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