Slitta al 10 settembre il vertice al dicastero dello Sviluppo economico. Il ministro (VIDEO): "Non ci sono veri impegni per l'acquisizione". Tre operai salgono per protesta su un silos di 70 metri e a SkyTG24 dicono: "Non vogliamo si fermino gli impianti"
Mentre il ministro dello Sviluppo economico si mostra pessimista su una soluzione positiva della dell'Alcoa di Portovesme, si inasprisce nuovamente la protesta degli operai. Nella mattina di oggi martedì 4 settembre tre lavoratori dello stabilimento sardo, con un gesto disperato, sono saliti a 70 metri d'altezza su uno dei silos dell'impianto di Portovesme. Il silos, senza manutenzione da tempo, è lo stesso su cui un gruppo di operai Alcoa mantenne un presidio di protesta per una decina di giorni nel novembre 2009, quando la multinazionale statunitense per la prima volta annunciò la la fermata della fabbrica di alluminio di Portovesme.
"Minacciano gesti di autolesionismo" - "Senza manutenzione, i rischi sono alti. Stiamo cercando di contattarli e persuaderli a venire giù" ha detto Rino Barca della Cisl, che con gli altri colleghi sta cercando di convincere i tre operai a scendere. Massimo Cara, un altro rappresentante sindacale, ha riferito che i tre operai minacciano "atti di autolesionismo" se la multinazionale statunitense non arresterà le procedure di fermate delle celle elettrolitiche nello stabilimento. "La situazione è drammatica. Uno degli operai sta anche poco bene e deve assumere dei farmaci", ha detto Cara. I colleghi hanno mandato ai tre diverso materiale con delle funi. Tende e teli che serviranno per coprirsi dal vento e dalla pioggia che è caduta per tutto il pomeriggio. "Siamo pronti a tutto, non possiamo mollare così - dicono dalla cime della torre - Questa azienda è il nostro pane".
Gli operai a SkyTG24: "Non ci fermiamo fino al 10 settembre" - La decisione dei tre operai è scattata dopo che si era appena conclusa l'assemblea generale dei lavoratori per informarli sui motivi del rinvio a lunedì 10 settembre dell'incontro al Ministero dello Sviluppo Economico e per organizzare nuove forme di mobilitazione in vista del vertice.
"Non vogliamo assolutamente che si spengano le celle" hanno detto poi gli operai in collegamento con SkyTG24 attraverso una ricetrasmittente. "Non capiamo perché non rinviano fino al 10 settembre le celle che devono fermare. Dopo il 10 – hanno detto ancora - a seconda di quello che il governo deciderà, siamo pronti anche a mollare, ma prima del 10 non vogliamo che si fermi nessuna cella”.
Nuove mobilitazioni in vista - Oltre alla clamorosa protesta dei tre operai, l'assemblea dei lavoratori ha stabilito che da domani 5 settembre e sino a domenica 9 settembre verranno effettuate in Sardegna diverse iniziative di lotta per preparare la manifestazione a Roma di lunedì prossimo. La macchina organizzativa per la trasferta nella Capitale è già all'opera: i sindacati stanno cercando di portare a Roma almeno 500 operai dell'impianto di Portovesme accompagnati anche dagli amministratori, commercianti e cittadini comuni, che hanno già aderito alla mobilitazione di tutto il territorio.
Passera: "Situazione quasi impossibile" - Riguardo la motivazione dello slittamento dell'incontro al ministero dello sviluppo economico, i sindacati hanno riferito agli operai in assemblea che "è motivato dalla necessità di effettuare un approfondimento tecnico tra Governo e Glencore, (la società svizzera che potrebbe rilevare gli impianti, ndr), venerdì 7 settembre e che, a fronte di una graduale fermata degli impianti, è stata data la disponibilità per posticipare la data della riunione".
Si mostra però pessimista sul buon esito della trattativa lo stesso ministro Passera (GUARDA IL VIDEO). "Non ci sono stati dei veri impegni da parte di nessuno per possibili acquisizioni", ha detto dalla festa del Pd di Reggio Emilia. "Stiamo continuando e continueremo a cercare possibili compratori, ma non dobbiamo nasconderci che è una situazione quasi impossibile, di scarsissimo interesse per gli investitori", ha aggiunto.
Il governatore della Sardegna Ugo Cappellacci ha replicato subito alle parole del ministro: "Per salvaguardare l'occupazione e rilanciare una realtà strategica per l'Italia come Portovesme occorre fare tutto il possibile e, qualora fosse necessario, anche l'impossibile".
I lavoratori chiedono il pressing di 'Abc' sul governo - Intanto i rappresentanti sindacali dell'Alcoa hanno incontrato, separatamente, anche i leader della maggioranza di governo, Angelino Alfano, Pierluigi Bersani e Pierferdinando Casini, per ottenere un sostegno più incisivo del governo nella vertenza dell'azienda di Portovesme. "Ai partiti di maggioranza abbiamo chiesto il massimo sostegno per scomodare tutti i soggetti di politica industriale e per dare una soluzione alla vertenza. Il tempo è scaduto e nelle prossime ore misureremo le capacità del governo Monti ha detto Marco Bentivogli della segreteria Fim Cisl, al termine degli incontri.
"I lavoratori dell'Alcoa avrebbero voluto un incontro a tre, io ho manifestato la mia disponibilità ma si vede che qualcuno (non so chi) ha ritenuto più opportuno fare incontri separati. Credo che sia stata un'occasione persa" ha riferito il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini. "Di fronte alle questioni del lavoro - ha aggiunto - era meglio dare prova di unità. La politica non deve sempre presentarsi divisa".
"Minacciano gesti di autolesionismo" - "Senza manutenzione, i rischi sono alti. Stiamo cercando di contattarli e persuaderli a venire giù" ha detto Rino Barca della Cisl, che con gli altri colleghi sta cercando di convincere i tre operai a scendere. Massimo Cara, un altro rappresentante sindacale, ha riferito che i tre operai minacciano "atti di autolesionismo" se la multinazionale statunitense non arresterà le procedure di fermate delle celle elettrolitiche nello stabilimento. "La situazione è drammatica. Uno degli operai sta anche poco bene e deve assumere dei farmaci", ha detto Cara. I colleghi hanno mandato ai tre diverso materiale con delle funi. Tende e teli che serviranno per coprirsi dal vento e dalla pioggia che è caduta per tutto il pomeriggio. "Siamo pronti a tutto, non possiamo mollare così - dicono dalla cime della torre - Questa azienda è il nostro pane".
Gli operai a SkyTG24: "Non ci fermiamo fino al 10 settembre" - La decisione dei tre operai è scattata dopo che si era appena conclusa l'assemblea generale dei lavoratori per informarli sui motivi del rinvio a lunedì 10 settembre dell'incontro al Ministero dello Sviluppo Economico e per organizzare nuove forme di mobilitazione in vista del vertice.
"Non vogliamo assolutamente che si spengano le celle" hanno detto poi gli operai in collegamento con SkyTG24 attraverso una ricetrasmittente. "Non capiamo perché non rinviano fino al 10 settembre le celle che devono fermare. Dopo il 10 – hanno detto ancora - a seconda di quello che il governo deciderà, siamo pronti anche a mollare, ma prima del 10 non vogliamo che si fermi nessuna cella”.
Nuove mobilitazioni in vista - Oltre alla clamorosa protesta dei tre operai, l'assemblea dei lavoratori ha stabilito che da domani 5 settembre e sino a domenica 9 settembre verranno effettuate in Sardegna diverse iniziative di lotta per preparare la manifestazione a Roma di lunedì prossimo. La macchina organizzativa per la trasferta nella Capitale è già all'opera: i sindacati stanno cercando di portare a Roma almeno 500 operai dell'impianto di Portovesme accompagnati anche dagli amministratori, commercianti e cittadini comuni, che hanno già aderito alla mobilitazione di tutto il territorio.
Passera: "Situazione quasi impossibile" - Riguardo la motivazione dello slittamento dell'incontro al ministero dello sviluppo economico, i sindacati hanno riferito agli operai in assemblea che "è motivato dalla necessità di effettuare un approfondimento tecnico tra Governo e Glencore, (la società svizzera che potrebbe rilevare gli impianti, ndr), venerdì 7 settembre e che, a fronte di una graduale fermata degli impianti, è stata data la disponibilità per posticipare la data della riunione".
Si mostra però pessimista sul buon esito della trattativa lo stesso ministro Passera (GUARDA IL VIDEO). "Non ci sono stati dei veri impegni da parte di nessuno per possibili acquisizioni", ha detto dalla festa del Pd di Reggio Emilia. "Stiamo continuando e continueremo a cercare possibili compratori, ma non dobbiamo nasconderci che è una situazione quasi impossibile, di scarsissimo interesse per gli investitori", ha aggiunto.
Il governatore della Sardegna Ugo Cappellacci ha replicato subito alle parole del ministro: "Per salvaguardare l'occupazione e rilanciare una realtà strategica per l'Italia come Portovesme occorre fare tutto il possibile e, qualora fosse necessario, anche l'impossibile".
I lavoratori chiedono il pressing di 'Abc' sul governo - Intanto i rappresentanti sindacali dell'Alcoa hanno incontrato, separatamente, anche i leader della maggioranza di governo, Angelino Alfano, Pierluigi Bersani e Pierferdinando Casini, per ottenere un sostegno più incisivo del governo nella vertenza dell'azienda di Portovesme. "Ai partiti di maggioranza abbiamo chiesto il massimo sostegno per scomodare tutti i soggetti di politica industriale e per dare una soluzione alla vertenza. Il tempo è scaduto e nelle prossime ore misureremo le capacità del governo Monti ha detto Marco Bentivogli della segreteria Fim Cisl, al termine degli incontri.
"I lavoratori dell'Alcoa avrebbero voluto un incontro a tre, io ho manifestato la mia disponibilità ma si vede che qualcuno (non so chi) ha ritenuto più opportuno fare incontri separati. Credo che sia stata un'occasione persa" ha riferito il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini. "Di fronte alle questioni del lavoro - ha aggiunto - era meglio dare prova di unità. La politica non deve sempre presentarsi divisa".