L'azienda: "I dipendenti continueranno a essere impiegati fino alla fine del 2012 per assicurare la possibilità di un futuro riavvio". E cresce l'attesa per la risposta della multinazionale Glencore che potrebbe rilevare le strutture
L'Alcoa ha iniziato le operazioni per bloccare gli impianti dello stabilimento di Portovesme, "così come previsto dagli accordi sottoscritti in data 27 marzo 2012 con le Organizzazioni Sindacali, il Governo Italiano e le altre Autorità coinvolte".
Ad annunciarlo, la multinazionale Usa, che precisa che il processo sarà completato tra alcune settimane.
"I dipendenti continueranno a essere impiegati fino alla fine del 2012", si legge in una nota diffusa dalla multinazionale americana, "per mettere in sicurezza l'impianto e assicurare la possibilità di un suo futuro riavvio, da parte di un nuovo operatore, nel corso dei 12 mesi seguenti il completamento del processo di fermata".
Intanto, gli operai si sono riuniti in fabbrica e hanno incontrato i rappresentanti sindacali e dirigenti dell'azienda.
"Per mantenere concreta la possibilità del riavvio, è di cruciale importanza che lo svolgimento delle operazioni di fermata avvenga in modo corretto e senza ritardi, in conformità al piano di fermata predisposto", sottolinea la multinazionale nella nota diffusa stasera.
"Siamo pertanto fiduciosi che le organizzazioni sindacali e i dipendenti dello stabilimento coopereranno responsabilmente al processo di fermata, come concordato, nel miglior interesse comune".
Alcoa garantirà ai propri dipendenti - si legge nella nota - dal 1 gennaio 2013 "il pacchetto di misure sociali concordato in aprile e che comprenderanno cassa integrazione, mobilità, assistenza per la formazione e la riqualificazione per trovare un nuovo impiego".
La conferma della decisione dell'azienda arriva a 24 ore di distanza dal vertice romano al termine del quale il Ministero dello Sviluppo economico aveva diffuso un comunicato in cui trapelava un moderato ottimismo per le prospettive dell'azienda. La multinazionale svizzera Glencore ha infatti ribadito il proprio interesse "a discutere della questione Alcoa, chiedendo chiarimenti in merito alle condizioni di contesto, come costo dell'energia, condizioni infrastrutturali e ambientali".
Ad annunciarlo, la multinazionale Usa, che precisa che il processo sarà completato tra alcune settimane.
"I dipendenti continueranno a essere impiegati fino alla fine del 2012", si legge in una nota diffusa dalla multinazionale americana, "per mettere in sicurezza l'impianto e assicurare la possibilità di un suo futuro riavvio, da parte di un nuovo operatore, nel corso dei 12 mesi seguenti il completamento del processo di fermata".
Intanto, gli operai si sono riuniti in fabbrica e hanno incontrato i rappresentanti sindacali e dirigenti dell'azienda.
"Per mantenere concreta la possibilità del riavvio, è di cruciale importanza che lo svolgimento delle operazioni di fermata avvenga in modo corretto e senza ritardi, in conformità al piano di fermata predisposto", sottolinea la multinazionale nella nota diffusa stasera.
"Siamo pertanto fiduciosi che le organizzazioni sindacali e i dipendenti dello stabilimento coopereranno responsabilmente al processo di fermata, come concordato, nel miglior interesse comune".
Alcoa garantirà ai propri dipendenti - si legge nella nota - dal 1 gennaio 2013 "il pacchetto di misure sociali concordato in aprile e che comprenderanno cassa integrazione, mobilità, assistenza per la formazione e la riqualificazione per trovare un nuovo impiego".
La conferma della decisione dell'azienda arriva a 24 ore di distanza dal vertice romano al termine del quale il Ministero dello Sviluppo economico aveva diffuso un comunicato in cui trapelava un moderato ottimismo per le prospettive dell'azienda. La multinazionale svizzera Glencore ha infatti ribadito il proprio interesse "a discutere della questione Alcoa, chiedendo chiarimenti in merito alle condizioni di contesto, come costo dell'energia, condizioni infrastrutturali e ambientali".