Val di Susa, la protesta No Tav diventa antinucleare

Cronaca
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Il gruppo che si oppone all'Alta Velocità ha provato a bloccare un treno carico di scorie radioattive. Una quindicina di attivisti è riuscita ad occupare i binari prima di essere allontanata. Diverse denunce

Passa un treno carico di scorie nucleari e la Valle di Susa vive l'ennesima notte agitata. I No Tav si mobilitano per ostacolare l'avanzata del convoglio ma un imponente dispositivo di polizia e carabinieri neutralizza i loro tentativi.
Solo a Borgone di Susa un drappello di quindici attivisti (tredici italiani, un francese e un greco) riesce ad occupare i binari, ma dopo qualche minuto viene convinto ad allontanarsi.
Circa duecento, in tutto, sono i No Tav identificati dalle forze dell'ordine. Per qualcuno scatteranno le denunce. Nel corso della lunga nottata tra lunedì 24 e martedì 24 luglio si è anche pensato, ad un certo punto, che la polizia avesse deciso di sgomberare con una prova di forza il campeggio allestito dai No Tav (una tendopoli che la Digos ritiene sia la base delle scorribande dei militanti) nel territorio di Chiomonte, a poche centinaia di metri del cantiere della ferrovia ad alta velocità Torino-Lione: è accaduto quando dalle recinzioni sono spuntati una cinquantina di agenti in tenuta antisommossa accompagnati da una ruspa e da un mezzo provvisto di idrante.

Il tam tam del movimento ha lanciato l'allarme. Fonti della Questura affermano che in realtà si è trattato di una semplice manovra di reazione contro il tentativo di un gruppetto di No Tav di avvicinarsi al cantiere.
Nel bilancio della notte si deve includere anche un treno regionale rimasto bloccato a lungo alla stazione di Bussoleno. Sul convoglio, oltre ad alcuni pendolari, c'erano 115 attivisti che, partiti da Chiomonte, volevano raggiungere una sessantina di loro compagni radunati in presidio nel paese. Una volta arrivati a destinazione sono stati accolti da un nugolo di poliziotti e carabinieri. "Se non hanno lasciato le carrozze - riferiscono in Questura - è perché hanno deciso così".
Il treno non è ripartito. Per sbloccare la situazione sono stati chiamati due avvocati del Legal Team No Tav e un politico dell'estrema sinistra torinese, ai quali, secondo fonti del movimento, gli agenti hanno giustificato l'intervento con il fatto che molti degli attivisti avessero il volto coperto. In ogni caso, i No Tav hanno centrato l'obiettivo di richiamare l'attenzione su uno dei temi cari all'ambientalismo. I "treni nucleari" sono i convogli carichi di scorie che, periodicamente, partono da Saluggia (Vercelli) per raggiungere Le Hague, nel Nord-Est della Francia, dove vengono riprocessati. Gli oppositori ritengono che il transito dei treni sia pericoloso e che le autorità non informino adeguatamente la popolazione dei rischi.

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