Via d’Amelio, Cancellieri: “Borsellino non è morto invano”

Cronaca

Il ministro dell’Interno in occasione del 20esimo anniversario della strage: “Il nostro impegno è non mollare mai. Vanno presi i responsabili”. Il procuratore di Palermo Ingroia risponde a Dell’Utri: “Io pazzo? Sì, come il giudice ucciso per la verità”

Paolo Borsellino e Giovanni Falcone "non sono morti invano: in questi ultimi 20 anni sono state fatte grandi conquiste nella lotta alla mafia, ma non bisogna abbassare la guardia, dobbiamo continuare con fermezza ogni giorno". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Anna Maria Cancellieri, intervistata dal programma Radio Anch'io, in occasione del ventesimo anniversario della strage di via D'Amelio. "Mi auguro - ha continuato il ministro - che i responsabili della strage vengano presi, il nostro impegno è a non mollare mai, bisogna prenderli a tutti i costi, è una battaglia che non si può perdere, ma va combattuta non solo dai magistrati e dalle forze dell'ordine, ma da tutti i cittadini". La Cancellieri ha detto di non aver mai conosciuto personalmente Paolo Borsellino, "ma ho parlato con persone che lo conoscevano e con i suoi familiari, era uno straordinario servitore dello Stato, credeva in quello che faceva, viveva per la sua famiglia ed il suo lavoro ed è terribile che non abbia potuto conoscere i suoi tre nipotini, ma sono sicura che da lassù li vede". E oggi, giovedì 19 luglio, culmineranno le iniziative per la commemorazione della strage di via D’Amelio.

Le commemorazioni - Il presidio in via D'Amelio è iniziato alle ore 8 del 19 luglio. La giunta distrettuale dell'Anm di Palermo commemora il giudice con un convegno alle 11 nell'aula magna del palazzo di giustizia con un incontro aperto dal titolo: "Paolo Borsellino. Venti anni dopo" a cui partecipano anche il segretario nazionale del Pdl Angelino Alfano e il presidente della Camera, Gianfranco Fini. Alle 16.58 il minuto di silenzio. Alle 17.15 sono previsti gli interventi dei familiari di Paolo Borsellino e della scorta. In serata anche la fiaccolata organizzata da Giovane Italia, alla quale parteciperanno tra gli altri il segretario del Pdl Angelino Alfano, il coordinatore nazionale Ignazio La Russa, il sindaco di Roma Gianni Alemanno, il vice presidente del Parlamento Europeo Roberta Angelilli e l'ex ministro della Gioventù Giorgia Melono. Al giudice ucciso il Comune intitolerà l'atrio della biblioteca di Palermo, mentre a tutti quelli nati il 19 luglio del 1992 a Palermo l'amministrazione ha regalato dei block notes con l'elenco di tutte le vittime della mafia dal 1893 a oggi.

Le agende rosse contestano Napolitano - Per ricordare il giudice ucciso e gli agenti della scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina già mercoledì 18 luglio le agende rosse hanno sfilato in ricordo del giudice. Come ogni anno, sono arrivati da tutta Italia con in mano un’agenda rossa, in ricordo del diario del magistrato misteriosamente scomparso subito dopo l’attentato, diventata il simbolo della battaglia per la ricerca della verità sui via D'Amelio. Nel corso di un corteo hanno contestato il presidente Napolitano, che ha sollevato il conflitto di attribuzione dinanzi alla Corte Costituzionale dopo che alcune conversazioni con l'ex ministro dell'Interno Mancino erano state acquisite dalla Procura siciliana, manifestando solidarietà ai Pm di Palermo che indagano sulla trattativa tra Stato e mafia.

Ingroia a Dell’Utri: “Io pazzo come Borsellino” -
In occasione delle commemorazioni di via D’Amelio è intervenuto mercoledì 18 luglio anche il procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia. “Oggi un imputato, il senatore Marcello Dell'Utri (apprendendo di essere indagato per estorsione ai danni di Silvio Berlusconi, ndr) mi ha definito pazzo e devo dire che a volte mi ci sento. Mi piace essere un po' pazzo come Paolo Borsellino perché continuo a credere nella possibilità che, nonostante tutto, si possa raggiungere la verità sui grandi misteri del nostro paese". E ha aggiunto: "E' scandaloso che non si sia mai istituita alcuna commissione che indaghi sulle stragi del '92 e del '93 e sulla trattativa Stato-mafia. La politica faccia un passo avanti e nessuno chieda ai magistrati di fare, invece, passi indietro perché noi proseguiremo nella ricerca della verità”.

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