Secondo il quotidiano a tanto ammonterebbe la somma destinata all'entourage del governatore lombardo da parte del faccendiere ora in carcere. La replica a SkyTG24: "Totale falsità". Intanto, i pm indagano i cronisti autori degli articoli
Sarebbero circa 9 i milioni di euro spesi per Roberto Formigoni e il suo entourage da Pierangelo Daccò, ora in carcere per le inchieste sulla Fondazione Maugeri e il San Raffaele: a fare il conto è il Fatto Quotidiano che cita una informativa segreta della polizia giudiziaria di 200 pagine inviata al procuratore aggiunto Francesco Greco e ai pm Luigi Orsi, Laura Pedio, Gaetano Ruta e Antonio Pastore.
Immediata la replica del governatore della Lombardia, che annuncia querela. Intanto, la Procura di Milano ha fatto sapere che sta procedendo nei confronti dei giornalisti de Il Fatto Quotidiano per il reato di pubblicazione arbitraria di atti di un procedimento penale.
Il Fatto: da Daccò milioni a Formigoni - L'articolo del quotidiano diretto da Antonio Padellaro parla di 20 milioni movimentati da Daccò e da Antonio Simone, anche lui in carcere. Di 11 milioni non si sarebbe potuta verificare la destinazione, mentre quattro milioni sarebbero lo 'sconto' "di cui hanno goduto Formigoni e Perego a cui Daccò ha venduto una villa in Sardegna", 3,7 milioni sarebbero andati per acquistare imbarcazioni di lusso e per mantenerle dal 2007 al 2011, 800 mila euro per vacanze e biglietti aerei, 70 mila euro per il meeting di Cl, mezzo milione per eventi e incontri in ristoranti rinomati "con Roberto Formigoni e altri politici, dirigenti e funzionari della sanita' lombarda, dirigenti di strutture sanitarie pubbliche e private".
Inoltre nell'elenco ci sono 600 mila euro transitati dal conto Ramsete della Maugeri al contro Sikri di Daccò, soldi che sarebbero stati ricevuti per la campagna elettorale del Pdl per le regionali del 2010 ma che Daccò dice di aver tenuto per sé. "Mera dichiarazione di circostanza - scrivono gli investigatori in un passaggio citato dal Fatto - per non coinvolgere l'amico politico".
Formigoni: "Querelo i giornalisti" - E la reazione di Formigoni non tarda ad arrivare. "Quanto annunciato da Il Fatto Quotidiano e da La Repubblica oggi (anche il quotidiano diretto da Ezio Mauro riferiva della vicenda) è completamente falso e destituito da ogni fondamento. Basta leggere i due pezzi con un minimo di attenzione. Oggi stesso - ha annunciato in un comunicato - i miei legali presenteranno querela e richiesta danni a carico dei due quotidiani". Di "totale falsità" e di un "tentativo di golpe" è tornato a parlare il governatore a SkyTG24 (guarda il video in alto).
I pm indagano i cronisti - Intanto, La Procura di Milano sta procedendo nei confronti dei giornalisti. "Con riferimento agli articoli dal titolo '9 milioni di euro. I soldi di Daccò a Formigoni' - si legge in una nota firmata dal Procuratore della Repubblica di Milano, Edmondo Bruti Liberati - e altri pubblicati in data odierna a pagg. 1, 2 e 3 del quotidiano Il Fatto Quotidiano, si comunica che la Procura della Repubblica di Milano procede nei confronti degli autori degli articoli Gianni Barbacetto, Antonella Mascali e Davide Milosa per il reato di cui all'art. 684 cp, nonché nei confronti del direttore responsabile Antonio Padellaro per il reato di cui agli artt. 57 e 684 cp".
A quanto si apprende, al momento nessun procedimento è stato aperto per rivelazione di segreto d'ufficio (art. 326 codice penale) che punisce il pubblico ufficiale che rivela notizie coperte da segreto.
Immediata la replica del governatore della Lombardia, che annuncia querela. Intanto, la Procura di Milano ha fatto sapere che sta procedendo nei confronti dei giornalisti de Il Fatto Quotidiano per il reato di pubblicazione arbitraria di atti di un procedimento penale.
Il Fatto: da Daccò milioni a Formigoni - L'articolo del quotidiano diretto da Antonio Padellaro parla di 20 milioni movimentati da Daccò e da Antonio Simone, anche lui in carcere. Di 11 milioni non si sarebbe potuta verificare la destinazione, mentre quattro milioni sarebbero lo 'sconto' "di cui hanno goduto Formigoni e Perego a cui Daccò ha venduto una villa in Sardegna", 3,7 milioni sarebbero andati per acquistare imbarcazioni di lusso e per mantenerle dal 2007 al 2011, 800 mila euro per vacanze e biglietti aerei, 70 mila euro per il meeting di Cl, mezzo milione per eventi e incontri in ristoranti rinomati "con Roberto Formigoni e altri politici, dirigenti e funzionari della sanita' lombarda, dirigenti di strutture sanitarie pubbliche e private".
Inoltre nell'elenco ci sono 600 mila euro transitati dal conto Ramsete della Maugeri al contro Sikri di Daccò, soldi che sarebbero stati ricevuti per la campagna elettorale del Pdl per le regionali del 2010 ma che Daccò dice di aver tenuto per sé. "Mera dichiarazione di circostanza - scrivono gli investigatori in un passaggio citato dal Fatto - per non coinvolgere l'amico politico".
Formigoni: "Querelo i giornalisti" - E la reazione di Formigoni non tarda ad arrivare. "Quanto annunciato da Il Fatto Quotidiano e da La Repubblica oggi (anche il quotidiano diretto da Ezio Mauro riferiva della vicenda) è completamente falso e destituito da ogni fondamento. Basta leggere i due pezzi con un minimo di attenzione. Oggi stesso - ha annunciato in un comunicato - i miei legali presenteranno querela e richiesta danni a carico dei due quotidiani". Di "totale falsità" e di un "tentativo di golpe" è tornato a parlare il governatore a SkyTG24 (guarda il video in alto).
I pm indagano i cronisti - Intanto, La Procura di Milano sta procedendo nei confronti dei giornalisti. "Con riferimento agli articoli dal titolo '9 milioni di euro. I soldi di Daccò a Formigoni' - si legge in una nota firmata dal Procuratore della Repubblica di Milano, Edmondo Bruti Liberati - e altri pubblicati in data odierna a pagg. 1, 2 e 3 del quotidiano Il Fatto Quotidiano, si comunica che la Procura della Repubblica di Milano procede nei confronti degli autori degli articoli Gianni Barbacetto, Antonella Mascali e Davide Milosa per il reato di cui all'art. 684 cp, nonché nei confronti del direttore responsabile Antonio Padellaro per il reato di cui agli artt. 57 e 684 cp".
A quanto si apprende, al momento nessun procedimento è stato aperto per rivelazione di segreto d'ufficio (art. 326 codice penale) che punisce il pubblico ufficiale che rivela notizie coperte da segreto.