Una famiglia su quattro tra quelle che risiedono nel Mezzogiorno è in difficoltà. Sicilia e Calabria le regioni più a rischio. La soglia di indigenza fissata a 1.011,03 euro al mese. I DATI
L'11,1% delle famiglie italiane, pari a 2 milioni 782mila nuclei, è povero in termini relativi.
Un dato che coinvolge oltre otto milioni di persone, cioè il 13,6% della popolazione.
All'interno di questa percentuale, poi, il 5,2% delle famiglie è povero in termini assoluti.
E' quanto emerge dal rapporto Istat sulla povertà in Italia relativo all'anno 2011.
In particolare, sostiente l'IStituto di statistica, il 23,3% delle famiglie che risiedono nel Mezzogiorno sono povere. Aumenta poi l'intensità della povertà relativa, dal 21,5% al 22,3% in un anno. I poveri, quindi, sono diventati ancora più poveri. La povertà relativa è più diffusa in Sicilia e Calabria: nell'isola è povero il 27,3% delle famiglie, in Calabria lo è il 26,2%.
Un dato significativo è la stabilità della povertà, sia relativa che assoluta, la quale tuttavia deriva da un peggioramento della povertà relativa per le famiglie in cui non ci sono redditi da lavoro e in cui ci sono operai e da un contemporaneo miglioramento delle condizioni delle famiglie di impiegati e dirigenti.
La soglia di povertà relativa per una famiglia di due componenti, spiega l'Istat, è pari a 1.011,03 euro al mese.
Rispetto all'anno precedente nel 2011 c'è una sostanziale stabilità della povertà relativa, che deriva dal peggioramento del fenomeno delle famiglie in cui non vi sono redditi da lavoro o vi sono operai, compensato dalla diminuzione della povertà delle famiglie di dirigenti e impiegati.
Un dato che coinvolge oltre otto milioni di persone, cioè il 13,6% della popolazione.
All'interno di questa percentuale, poi, il 5,2% delle famiglie è povero in termini assoluti.
E' quanto emerge dal rapporto Istat sulla povertà in Italia relativo all'anno 2011.
In particolare, sostiente l'IStituto di statistica, il 23,3% delle famiglie che risiedono nel Mezzogiorno sono povere. Aumenta poi l'intensità della povertà relativa, dal 21,5% al 22,3% in un anno. I poveri, quindi, sono diventati ancora più poveri. La povertà relativa è più diffusa in Sicilia e Calabria: nell'isola è povero il 27,3% delle famiglie, in Calabria lo è il 26,2%.
Un dato significativo è la stabilità della povertà, sia relativa che assoluta, la quale tuttavia deriva da un peggioramento della povertà relativa per le famiglie in cui non ci sono redditi da lavoro e in cui ci sono operai e da un contemporaneo miglioramento delle condizioni delle famiglie di impiegati e dirigenti.
La soglia di povertà relativa per una famiglia di due componenti, spiega l'Istat, è pari a 1.011,03 euro al mese.
Rispetto all'anno precedente nel 2011 c'è una sostanziale stabilità della povertà relativa, che deriva dal peggioramento del fenomeno delle famiglie in cui non vi sono redditi da lavoro o vi sono operai, compensato dalla diminuzione della povertà delle famiglie di dirigenti e impiegati.