Afghanistan, l'ultimo saluto a Manuele Braj

Cronaca

Celebrati a Roma i funerali del carabiniere ucciso dai talebani in un attentato. Il presidente della Repubblica Napolitano incontra i familiari nella camera ardente. Monsignor Pelvi nell'omelia: "Era lì per servire i più deboli"

Manuele Braj "era un ragazzo animato non dall'egoismo, dalla sete di potere, ma dal desiderio di aiutare e dalla fede di servire i più deboli". Così l'ordinario militare, mons.Vincenzo Pelvi, ha ricordato il carabiniere ucciso in un attentato in Afghanistan per mano dei Talebani il 25 giugno scorso durante i funerali solenni alla basilica di Santa Maria degli Angeli. "Bisogna - ha proseguito - continuare a costruire la pace anche quando un razzo uccide un innocente che era lì proprio per addestrare gli afghani a difendersi". In prima fila, anche il figlio di Braj, il piccolo Manuel, di soli 8 mesi, in braccio alla madre Federica che stringe tra le mani un'immagine del marito ucciso.

Il rientro della salma - Commozione e dolore hanno accompagnato il rientro in Italia della salma (le foto) del carabiniere. All’aeroporto di Ciampino  i suoi familiari, la moglie Federica con il figlio, la mamma Annamaria Tramacere con il marito Santo, i suoceri ed altri partenti, oltre al presidente del Senato Renato Schifani, il presidente della Camera Gianfranco Fini e le alte cariche dell’esercito.
Dopo il commiato ufficiale, la salma è stata portata all'Istituto di Medicina Legale per l'esame autoptico. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha aperto poi nel pomeriggio la camera ardente, allestita all’ospedale Celio di Roma, prima dei funerali solenni che si sono svolti nella Basilica di Santa Maria degli Angeli.

"Era un militare esperto" - "Era un militare molto preparato e di grandissima esperienza, maturata in numerose missioni all'estero sia come operatore di pace che come istruttore delle polizie straniere. Ma anche un ragazzo pieno entusiasmo per la vita e per il suo lavoro. Anche per questa missione di pace, la quinta, era partito con tutto l'entusiasmo di cui era capace", ha commentato il capitano Nicola Bonomi che per tre anni ha comandato il reparto cui apparteneva il carabiniere.

"Ucciso da un attacco ostile deliberato"
- Il sottosegretario alla Difesa, Filippo Milone, in un’informativa alla Camera ha ribadito che a uccidere Manuele Braj è stato "un attacco ostile deliberato" da parte degli insorti, smentendo così "alcune dichiarazioni che attribuivano l'incidente ad un comportamento errato dei nostri militari dovuto “all'incauto maneggio di ordigni" (video).

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