Formigoni: "Io indagato? Falso e comunque non mi dimetto"

Cronaca

Il Corriere della Sera: le ipotesi di reato sono corruzione e finanziamento illecito. Il governatore della Lombardia: "Tranquillo e sereno, anche se l'indagine fosse vera non farei un passo indietro"

"Provo serenità e tranquillità d'animo, non solo oggi ma sempre. Non ho nessuna notizia di questa indagine, la notizia ad oggi è destituita di ogni fondamento".
Roberto Formigoni commenta così l'articolo pubblicato sul Corriere della sera e ripreso dalle agenzie di stampa , secondo cui il governatore lombardo sarebbe indagato nell'inchiesta della Procura di Milano sui 70 milioni di euro che il polo privato della sanità Fondazione Maugeri avrebbe pagato negli anni al consulente-mediatore Pierangelo Daccò.
Formigoni ha chiesto un'immediata smentita al Corriere e ha ribadito di non avere intenzione di dimettersi. "Non mi dimetterei anche se l'indagine si rivelasse vera, nel futuro - ha detto - sono pronto a difendermi perché queste accuse sono false". Prima di aggiungere a SkyTG24, nella serata di sabato 23 giugno, di riservarsi la possibilità di querelare il quotidiano milanese, qualora non dovesse pubblicare una smentita ( l'intervista-video ).

Guarda un estratto della conferenza stampa:


L'attacco a Repubblica e il Fatto quotidiano - Durante la conferenza stampa, il governatore lombardo ha annunciato di aver presentato un esposto nei confronti de la Repubblica e Il fatto quotidiano per alcuni articoli relativi all'interrogatorio secretato del mediatore Pierangelo Daccò. Dopo aver definito i due giornali rispettivamente la 'Pravda'  e l"Izvestia', rivolgendosi ai giornalisti dei quotidiani presenti, ha sottolineato come "qualche dubbio su quanto scritto ce l'ho e se la Procura darà anche a me quello che avete illegittimamente ottenuto  sarà interessante confrontare le cose" (Guarda l'intervista al giornalista del Fatto Barbacetto) .

L'inchiesta - Secondo il Corriere della Sera , il finanziamento elettorale illecito sarebbe provenuto da un'azienda sanitaria privata, in vista della campagna di Formigoni per le Regionali lombarde. L'ipotesi di reato di corruzione farebbe invece riferimento ai molteplici benefit di ingente valore patrimoniale - vacanze, soggiorni, utilizzo di yacht, cene di pubbliche relazioni a margine del Meeting di Rimini, termini della vendita di una villa in Sardegna a un coinquilino di Formigoni nella comunità laicale dei Memores Domini - messi a disposizione del governatore dal mediatore Pierangelo Daccò.

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