"Zingaropoli", Pdl e Lega condannati per discriminazione

Cronaca
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Il Tribunale di Milano ha stabilito che l’espressione, utilizzata nella campagna elettorale da cui è uscito vincitore Giuliano Pisapia nel 2011, viola la dignità dei gruppi etnici sinti e rom e favorisce un clima intimidatorio

Lega Nord e Pdl dovranno rimborsare le spese giudiziarie e pubblicare, sul Corriere della Sera, la sentenza del Giudice Orietta Miccichè, del Tribunale di Milano, che li condanna per aver usato l’espressione Zingaropoli. L’epiteto, lanciato più volte nel 2011 dai due partiti durante la campagna elettorale a sostegno del candidato sindaco di Milano Letizia Moratti (in competizione con Giuliano Pisapia, che ha poi vinto), “ha valenza gravemente offensiva e umiliante – scrive il giudice - che ha l’effetto non solo di violare la dignità dei gruppi etnici sinti e rom, ma anche di favorire un clima intimidatorio e ostile nei loro confronti”.


Zingaropoli - Al centro della vicenda, ricostruisce l'associazione in una nota, sono i manifesti affissi e le dichiarazioni fatte da Silvio Berlusconi e Umberto Bossi durante la scorsa campagna elettorale per il sindaco di Milano, "in cui si paventava il rischio che la città potesse diventare una 'Zingaropoli' in caso di vittoria di Pisapia". Umberto Bossi, per esempio, aveva definito Pisapia come "un matto che vuole trasformare Milano in una Zingaropoli", Berlusconi sostenuto che Milano "alla vigilia dell'Expo non può diventare islamica, una zingaropoli piena di campi rom e assediata dagli stranieri a cui la sinistra dà anche il diritto di voto".

Naga: sentenza storica - Soddisfatto il Naga, l’associazione che tutela i diritti di tutti gli stranieri, che aveva intentato la causa civile anti discriminazione: "Speriamo che questo rappresenti un passo verso l'effettiva tutela delle minoranze nel nostro Paese, ma quello che più speriamo è di non dover mai più intervenire per questo genere di discriminazioni istituzionali”, ha detto il presidente Pietro Massarotto. "Per la prima volta in Italia viene depositato un provvedimento giudiziario che condanna dei partiti politici per discriminazione. Per noi – ha aggiunto Massarotto - è una vittoria molto importante e vorremmo fosse intesa come un messaggio chiaro contro la normalizzazione dell'emarginazione e delle pratiche di esclusione sociale a cui purtroppo siamo stati abituati".

La reazione della Lega - "Ma dove vive certa gente? Gli unici discriminati sono i milanesi che vivono nelle vicinanze dei campi rom o che ci litigano quotidianamente in metropolitana, sugli autobus o ai semafori": cosi' invece Matteo Salvini, eurodeputato e segretario regionale lombardo della Lega Nord. Che ha anche aggiunto: "La sentenza di oggi non può che incitare la Lega Nord e tutta la gente per bene a continuare a lottare perché a Milano cessino abusi e violenze e la nostra città non rischi di diventare punto di attrazione per clandestini, abusivi e nullafacenti in genere".

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