Otto scosse sono state registrate dall’Ingv nelle ultime ore, la più forte alle 3:48 con epicentro tra le province di Mantova, Reggio Emilia e Modena. La Protezione civile esclude danni. Morta una donna di 38 anni ricoverata il 29 maggio
La terra ha continuato a tremare nella notte tra lunedì e martedì 12 giugno in Emilia: otto scosse sono state registrate dall'Istituto nazionale di Geofisica e vulcanologia. La più forte, di magnitudo 4.3, è stata registrata alle 3.48 del mattino a 10.8 km di profondità con epicentro tra le province di Mantova, Reggio Emilia e Modena. Non sono stati registrati danni.
Le località più prossime all'epicentro della scossa di magnitudo 4.3 sono state Mirandola, Carpi e Novi di Modena. Le altre scosse registrate nella notte hanno avuto magnitudo compresa tra 2 e 2.8. Dalle verifiche effettuate dalla Sala Situazione Italia del dipartimento della Protezione civile non risultano al momento danni a persone e a cose.
Anche nella giornata di lunedì 11 giugno si erano verificate altre scosse, ma nessuna aveva raggiunto una magnitudo simile a quella registrata nella notte (4.3).
“Uno sciame un po’ pesante”, dicono gli abitanti dell’Emilia, esasperati, spaventati e sconfortati da tutte queste scosse. “Passa qualche giorno e poi arrivano queste scosse che lasciano un po’ paura”.
“Quando si pensa di essere tranquilli, arriva il momento che ricomincia tutto da capo. Non ha fine questa storia”, dice un’altra persona a SkyTG24.
Nel pomeriggio dell'11 giugno si è registrata un'altra vittima. Una donna di 38 anni ricoverata all’ospedale di Baggiovara, a Modena, dallo scorso 29 maggio è morta a causa di un arresto cardiaco. Il ricovero era avvenuto dopo che, in cinta di pochi mesi, aveva perso il bambino ed era entrata in coma. Non è certo che lo spavento causato dalle scosse sia stata l’unica causa del malore. La 38enne, residente a Finale Emilia, viveva in una situazione di forte stress emotivo già dalla prima scossa del 20 maggio ed era stata costretta a dormire in auto per qualche notte.
La scorsa settimana il governo ha annunciato il rafforzamento delle iniziative in favore delle zone colpite dal terremoto dell'Emilia-Romagna, paventando il rischio di una ripresa dell'attività sismica, sulla scorta di un rapporto della Commissione Grandi rischi secondo cui "è significativa la probabilità che si attivi il segmento tra Finale Emilia e Ferrara con eventi paragonabili ai maggiori eventi registrati nella sequenza" sismica.
In tutto sono 16.058 le persone assistite dal Sistema nazionale di Protezione Civile tra Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto, suddivise in 44 campi di accoglienza, 65 strutture al coperto (scuole, palestre e caserme, vagoni letto offerti da Ferrovie dello Stato e Genio Ferrovieri) e alberghi che hanno offerto la loro disponibilità grazie alla convenzione siglata con Federalberghi e Assohotel.
Le località più prossime all'epicentro della scossa di magnitudo 4.3 sono state Mirandola, Carpi e Novi di Modena. Le altre scosse registrate nella notte hanno avuto magnitudo compresa tra 2 e 2.8. Dalle verifiche effettuate dalla Sala Situazione Italia del dipartimento della Protezione civile non risultano al momento danni a persone e a cose.
Anche nella giornata di lunedì 11 giugno si erano verificate altre scosse, ma nessuna aveva raggiunto una magnitudo simile a quella registrata nella notte (4.3).
“Uno sciame un po’ pesante”, dicono gli abitanti dell’Emilia, esasperati, spaventati e sconfortati da tutte queste scosse. “Passa qualche giorno e poi arrivano queste scosse che lasciano un po’ paura”.
“Quando si pensa di essere tranquilli, arriva il momento che ricomincia tutto da capo. Non ha fine questa storia”, dice un’altra persona a SkyTG24.
Nel pomeriggio dell'11 giugno si è registrata un'altra vittima. Una donna di 38 anni ricoverata all’ospedale di Baggiovara, a Modena, dallo scorso 29 maggio è morta a causa di un arresto cardiaco. Il ricovero era avvenuto dopo che, in cinta di pochi mesi, aveva perso il bambino ed era entrata in coma. Non è certo che lo spavento causato dalle scosse sia stata l’unica causa del malore. La 38enne, residente a Finale Emilia, viveva in una situazione di forte stress emotivo già dalla prima scossa del 20 maggio ed era stata costretta a dormire in auto per qualche notte.
La scorsa settimana il governo ha annunciato il rafforzamento delle iniziative in favore delle zone colpite dal terremoto dell'Emilia-Romagna, paventando il rischio di una ripresa dell'attività sismica, sulla scorta di un rapporto della Commissione Grandi rischi secondo cui "è significativa la probabilità che si attivi il segmento tra Finale Emilia e Ferrara con eventi paragonabili ai maggiori eventi registrati nella sequenza" sismica.
In tutto sono 16.058 le persone assistite dal Sistema nazionale di Protezione Civile tra Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto, suddivise in 44 campi di accoglienza, 65 strutture al coperto (scuole, palestre e caserme, vagoni letto offerti da Ferrovie dello Stato e Genio Ferrovieri) e alberghi che hanno offerto la loro disponibilità grazie alla convenzione siglata con Federalberghi e Assohotel.