Emilia, iniziativa su Facebook: "Un tetto per gli sfollati"

Cronaca
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Il gruppo nasce per dare ospitalità gratuita alle persone rimaste senza casa. "Abbiamo già raccolto la disponibilità di 300 posti letto" spiega a Sky.it Stefano Vaccari, Assessore all'Ambiente e alla Protezione Civile della Provincia di Modena

di Pamela Foti

“Dopo la scossa del 20 maggio (vai allo speciale) un gruppo di amici mi ha telefonato per chiedere in che modo potevano dare una mano alle persone sfollate nel modenese”.
L’Assessore all'Ambiente e alla Protezione Civile della Provincia di Modena, Stefano Vaccari, spiega così a Sky.it come è nata l’iniziativa su Facebook dal nome "Un tetto per i cittadini della Bassa". Il gruppo ha come obiettivo quello di raccogliere i riferimenti di persone o famiglie della provincia che mettano a disposizione dei quasi 15000 sfollati della zona, appartamenti liberi di loro proprietà oppure stanze.
“Abbiamo già raccolto la disponibilità di 300 posti letto. Anche un ostello di Bologna ci ha offerto la sua struttura - spiega Stefano Vaccari, che aggiunge - Si tratta di forme di aiuto in forma esclusivamente gratuita”.

Il progetto si basa infatti sulla solidarietà di singole persone che in maniera autonoma intendono essere d’aiuto. La procedura è molto semplice, spiega l’Assessore all’Ambiente: “Basta iscriversi al gruppo ‘Un tetto per i cittadini della Bassa’, segnalare sulla bacheca la propria disponibilità e poi inviare una mail all’indirizzo terremotosfollatibassa@gmail.com”. Sulla pagina del social network sono poi indicati tutti i dati che occorre specificare e che saranno poi vagliati dalla Protezione Civile.
“E’ un’iniziativa semplice, nata dal basso – aggiunge Vaccari – un modo semplice ma efficace per poter dare un aiuto concreto alle persone che stanno vivendo un periodo di grande difficoltà e, allo stesso tempo, senza essere di intralcio al lavoro dei volontari della protezione Civile”. Ricevute le segnalazioni, il centro Coordinamento dei Soccorsi le invierà direttamente ai Comuni della zona. Saranno loro a mettere in contatto le famiglie che chiedono ospitalità con quelle che offrono un tetto e un pasto caldo.
"In questo modo tutti coloro che non possono rientrare nelle proprie case perché danneggiate dal terremoto, potrebbero trovare una sistemazione in un qualche paese vicino e non essere costretti ad allontanarsi chilometri".

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