Sisma Emilia, il geologo: "Terremoto simile nel 1570"

Cronaca

"Non si può mai prevedere la fase finale della sequenza sismica" dice a SkyTG24 il professor Massimo Compagnoni, del Politecnico di Milano. Marcellini (Cnr): "Una scossa così forte non era tra le più probabili, c’è qualcosa da rivedere"

La difficoltà di fare previsioni sulla fine delle scosse, allo stesso tempo la singolarità di una scossa così violentà. A SkyTG24 sismologi e geologi commentano il nuovo violento terremoto che ha colpito l’Emilia Romagna.

"In Italia i terremoti seguono un andamento molto variabile - dice Massimo Compagnoni, geologo del Politecnico di Milano ( guarda il video in alto ) - spesso si osserva un primo evento, cui può seguirne un altro di intensità maggiore. Non ci si può mai sbilanciare dicendo che siamo nella fase finale della sequenza, come mostra questo evento. Il terremoto più simile a questo risale al 1570".

“Una scossa così forte non era tra le previsioni più probabili” commenta invece il sismologo del Cnr Alberto Marcellini, che spiega: “La madre di tutti questi eventi è uno scontro tra placca euroasiatica e africana che sono sempre in movimento”. E sulla sorpresa provata per l’intensità del nuovo sisma dice: “Ammetto che c’è qualcosa da rivedere: si sapeva che quella zona di scontro, ma ci si aspettava delle magnitudo minori”.

Ascolta le parole di Marcellini, Cnr


Alcuni sismologi, in particolare l'Università di Trieste, ma anche sismologi stranieri molto noti, avevano espresso preoccupazioni per il Nord Italia. Lo dice a SkyTG24 Alessandro Martelli, direttore del Centro Ricerche di Bologna: "Ma ci sono anche tre studi sul Sud abbastanza preoccupanti". L'ingegnere ricorda che il Sud è una zona molto sismica e la preoccupazione dei sismologi è che eventi come quelli del passato prima o poi si riverifichino ( IL VIDEO ).

"Siamo nel pieno di una sequenza sismica" dice anche il geologo dell’università di Roma 3 Massimo Mattei, che non si sbilancia sui comportamenti che dovrebbero adottare le persone che si trovano nelle zone colpite dal sisma: "Le indicazioni di questo tipo le deve dare la protezione civile e gli organi competenti. Sicuramente è consigliato stare in luoghi aperti". “E’ difficile prevedere se ci saranno nuove violente scosse" dice ancora Mattei, che precisa come "la ricerca scientifica che si fa in Italia è una ricerca di eccellenza,  però c’è bisogno di operare sul versante della qualità del patrimonio edilizio e della messa a norma degli edifici, di cui si parla solo di fronte a eventi disastrosi".

Ascolta le parole di Mattei, Università Roma 3

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