Un referto potrebbe smentire la tesi della parte civile, secondo cui la frattura proverebbe il pestaggio degli agenti penitenziari. Ma la sorella di Stefano assicura: "Non esiste alcun certificato medico precedente, ferita causata dalle percosse"
Risalirebbe almeno al 2003 la lesione della vertebra L3 riscontrata dai medici dell'ospedale Fatebenefratelli di Roma quando visitarono, nell'ottobre del 2009, Stefano Cucchi, il giovane arrestato per droga e morto poi presso la struttura protetta dell'ospedale Sandro Pertini. Il dato è confermato da un certificato, depositato dai pm della Procura di Roma, rilasciato dall'ospedale Sandro Pertini il 25 agosto del 2003 dove Cucchi si recò affermando di essere caduto accidentale in seguito ad assunzione di alcolici. Il documento è stato depositato presso la III corte d'Appello e messo a disposizione delle parti e dei periti che proprio oggi, mercoledì 22 maggio, a Milano hanno avviato i lavori per individuare le cause del decesso del giovane geometra avvenuto il 22 ottobre del 2009 presso la struttura protetta del Pertini. La sorella di Stefano, Ilaria Cucchi, però smentisce. "Non esiste nessuna vecchia frattura" assicura.
Perde forza la tesi della morte causata dalle percosse- Il certificato potrebbe dunque smentire quanto sostenuto dalla parte civile secondo cui la lesione si sarebbe verificata durante il pestaggio compiuto il 16 ottobre del 2009 dagli agenti della penitenziaria presso le celle sotterranee del tribunale di Roma. Per i legali dei familiari quella lesione sarebbe uno dei fattori che portò al deterioramento fisico di Cucchi e alla sua morte. Il referto, al contrario, confermerebbe la tesi della Procura per la quale il geometra non morì per quella lesione ma per la negligenza di chi lo ebbe in cura all'ospedale nel 2009. Una conclusione che giustificò la contestazione, da parte dei pm Vincenzo Barba e Maria Francesca Loy, del reato di lesioni nei confronti di tre poliziotti della penitenziaria rispetto a quella di omicidio preterintenzionale sollecitata, invece, dalla parte civile.
Il referto - Durante il ricovero del 2003, i medici del pronto soccorso scrissero nel referto, che "dai primi accertamenti, a quanto visibile, non si rilevano lesioni osteotraumatiche di data recente", il che fa supporre agli inquirenti che la lesione sia addirittura precedente. Inoltre per i consulenti di piazzale Clodio, che avevano analizzato le lesioni a livello macro e istologico dopo la morte di Cucchi, il trauma alla L3 è assolutamente sovrapponibile a quello riscontrato nel 2003.
Ilaria Cucchi: "Frattura causata dalle percosse" - "Non esiste nessun referto medico di frattura di L3 ulteriore e diverso fatto da sanitari diversi da quelli del Fatebenefratelli. Nessuno ha mai in precedenza diagnosticato una frattura, che gli è stata procurata dagli agenti di polizia penitenziaria che la procura vuole evidentemente difendere". Lo scrive in una nota la sorella di Stefano Cucchi, Ilaria, in merito al certificato depositato dai pm della procura di Roma.
"Mi trovo in questo momento di fronte ai periti che hanno appena sballato i documenti e reperti del corpo di mio fratello e sono stati visionati -aggiunge Ilaria Cucchi- Esprimo viva soddisfazione per quanto si è svolto oggi a Milano. Il pm Barba è a Roma ed evidentemente è agitato. Le lastre e i documenti a cui fa riferimento erano ben note da mesi. E non dicono nulla, ma proprio nulla di diverso e di nuovo".
Perde forza la tesi della morte causata dalle percosse- Il certificato potrebbe dunque smentire quanto sostenuto dalla parte civile secondo cui la lesione si sarebbe verificata durante il pestaggio compiuto il 16 ottobre del 2009 dagli agenti della penitenziaria presso le celle sotterranee del tribunale di Roma. Per i legali dei familiari quella lesione sarebbe uno dei fattori che portò al deterioramento fisico di Cucchi e alla sua morte. Il referto, al contrario, confermerebbe la tesi della Procura per la quale il geometra non morì per quella lesione ma per la negligenza di chi lo ebbe in cura all'ospedale nel 2009. Una conclusione che giustificò la contestazione, da parte dei pm Vincenzo Barba e Maria Francesca Loy, del reato di lesioni nei confronti di tre poliziotti della penitenziaria rispetto a quella di omicidio preterintenzionale sollecitata, invece, dalla parte civile.
Il referto - Durante il ricovero del 2003, i medici del pronto soccorso scrissero nel referto, che "dai primi accertamenti, a quanto visibile, non si rilevano lesioni osteotraumatiche di data recente", il che fa supporre agli inquirenti che la lesione sia addirittura precedente. Inoltre per i consulenti di piazzale Clodio, che avevano analizzato le lesioni a livello macro e istologico dopo la morte di Cucchi, il trauma alla L3 è assolutamente sovrapponibile a quello riscontrato nel 2003.
Ilaria Cucchi: "Frattura causata dalle percosse" - "Non esiste nessun referto medico di frattura di L3 ulteriore e diverso fatto da sanitari diversi da quelli del Fatebenefratelli. Nessuno ha mai in precedenza diagnosticato una frattura, che gli è stata procurata dagli agenti di polizia penitenziaria che la procura vuole evidentemente difendere". Lo scrive in una nota la sorella di Stefano Cucchi, Ilaria, in merito al certificato depositato dai pm della procura di Roma.
"Mi trovo in questo momento di fronte ai periti che hanno appena sballato i documenti e reperti del corpo di mio fratello e sono stati visionati -aggiunge Ilaria Cucchi- Esprimo viva soddisfazione per quanto si è svolto oggi a Milano. Il pm Barba è a Roma ed evidentemente è agitato. Le lastre e i documenti a cui fa riferimento erano ben note da mesi. E non dicono nulla, ma proprio nulla di diverso e di nuovo".