Operazione della Digos e dei carabinieri del Ros in diverse città: misure cautelari e perquisizioni nei confronti di persone ritenute responsabili degli incidenti del 15 ottobre. In manette anche individui legati alle curve dell’Olimpico
( In fondo all'articolo i video sulle manifestazioni del 15 ottobre )
Arresti e perquisizioni in diverse città per gli scontri di Roma del 15 ottobre scorso . Il personale della Digos e dei carabinieri del Ros di Roma ha eseguito a Roma, Teramo, Ancona, Civitanova Marche (Macerata), Padova e Cosenza numerosi provvedimenti cautelari emessi dal Gip del Tribunale di Roma, dando esecuzione anche a decreti di perquisizioni locali e personali, nei confronti di persone ritenute responsabili dei reati di devastazione e saccheggio, oltre alla resistenza pluriaggravata a pubblico ufficiale, commessi nel corso della manifestazione che si era tenuta nella Capitale a ottobre.
Lo scorso 14 marzo un manifestante di 22 anni, Valerio Pascali, è stato condannato a 4 anni di reclusione per resistenza aggravata a pubblico ufficiale. Per i disordini del 15 ottobre 2011 nel centro di Roma, ( guarda il video con la ricostruzione della giornata ), devono essere giudicate ancora sei persone.
Il ruolo di alcuni gruppi di ultras - Le indagini che hanno portato agli ultimi arresti si sono sviluppate nell'ambito dell'area antagonista e anarchica nazionale, ma anche intorno all'ambiente delle tifoserie ultras.
Tra gli arrestati figurano infatti due ultras romanisti di 20 e 27 anni, riconosciuti in piazza San Giovanni mentre attaccavano il blindato dei Carabinieri, poi dato alle fiamme, il primo con una trave di legno ed il secondo con un martello. Entrambi sono noti alla Digos e al Ros per la loro appartenenza al gruppo “Offensiva Ultras”. Alle spalle hanno alcune denunce.
Ma non sono gli unici ultras coinvolti nell’operazione di venerdì 20 aprile. Una perquisizione sarebbe stata disposta anche a carico di un leader della Curva Nord dell'Olimpico, un 30enne sospettato di aver partecipato attivamente agli scontri in piazza San Giovanni. Il giovane, tra i leader del gruppo ultras della Curva Nord, è già stato sottoposto più volte al provvedimento di divieto di accesso dove si svolgono competizioni sportive.
Individuati i responsabili dell'assalto al furgone - Coinvolto un gruppo proveniente dalla provincia di Teramo, all'interno del quale erano inseriti esponenti dell'area antagonista e di "azione antifascista Teramo": secondo gli inquirenti tra loro ci sarebbero i responsabili dell'assalto e dell'incendio al furgone blindato dei carabinieri.
Tra gli arrestati, ai domiciliari, ci sarebbe anche Davide Rosci, militante di Azione Antifascista Teramo e primo dei non eletti alle ultime elezioni comunali a Teramo nelle liste di Rifondazione Comunista. La notizia è stata confermata dal legale Filippo Torretta.
Le misure adottate - L'operazione ha riguardato l'esecuzione di 5 misure cautelari a Roma (2 arresti domiciliari e 3 obblighi di presentazione alla pg), 4 misure degli arresti domiciliari a Teramo e provincia, nei confronti di esponenti di "azione antifascista Teramo" e delle locali frange violente delle tifoserie e una misura degli arresti domiciliari ad Ancona.
Tre invece le misure dell'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria a Padova, Cosenza e Macerata, e 14 i decreti di perquisizione locale e personale nelle stesse località.
Guarda il filmato della Polizia sull'operazione: