Perugia, due arresti per l'omicidio del bancario

Cronaca
La villa nella quale una donna di 50 anni è stata violentata durante una rapina nella periferia di Perugia il 4 febbraio 2012

Iulian Ghiorgita e Rosu Aurel, cittadini romeni, sono stati fermati con l'accusa di avere assassinato Luca Rosi e di aver violentato una donna durante un’altra rapina. A incastrarli sarebbero state tracce di dna e le testimonianze di due persone

Stavano facendo rientro in Italia, Iulian Ghiorgita e Rosu Aurel, i due cittadini romeni arrestati per la rapina in villa con stupro a Resina e quella di Ramazzano (guarda la mappa) in cui ha perso la vita il bancario Luca Rosi, quando sono stati bloccati all'alba di venerdì 16 dai carabinieri.

L'arresto -
Dopo l'omicidio di Luca Rosi, Ghiorgita e Rosu, 31 e 20 anni, incensurati e residenti nella zona di Vercelli, erano riusciti a tornare in patria, dove però erano gia stati intercettati in collaborazione anche con la polizia romena. Il blitz per la loro cattura sarebbe scattato a ore, ma ai militari è giunta la notizia della loro partenza verso l'Italia, evidentemente sicuri che gli investigatori erano lontani dalle loro tracce. I due viaggiavano a bordo di un furgone Mercedes di colore rosso, di quelli che fanno la spola tra la Romania e l'Italia. Intorno alle sei di venerdì 16, approfittando di una sosta del mezzo dopo il confine italo-sloveno di Gorizia, due carabinieri in borghese sono saliti sul furgone, si sono avvicinati ai rapinatori e li hanno bloccati. Quindi l'immediato trasferimento a Perugia, dove gli è stata notificata la ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del capoluogo umbro, Carla Giangamboni.

Le testimonianze dei due connazionali -
Pochi giorni fa i carabinieri avevano arrestato, Catalin Simonescu, romeno di 27 anni, considerato una sorta di basista della rapina di Resina. Sono state anche alcune sue confessioni a portare gli investigatori sulle tracce dei due connazionali. Tra gli elementi in mano agli investigatori anche il dna di Ghiorgita, lo stesso trovato sulla scarpa che perse fuggendo dalla rapina dell'anno scorso a Bastia Umbra e lo stesso emerso dopo lo stupro della 54enne durante la rapina a Resina. Rapina durante la quale i malviventi rubarono anche una pistola al padrone di casa, arma molto simile a quella utilizzata per sparare e uccidere Luca Rosi.
C'è poi la testimonianza della donna che la notte in cui il bancario venne ucciso ospitò a casa Ghiorgita e Rosu, a Resina, fermata dai carabinieri mentre a Fiumicino stava per imbarcarsi su un volo per la Romania e lungamente ascoltata come testimone. E poi i tabulati telefonici e le celle agganciate dopo l'assassinio di Rosi.

Cronaca: i più letti

[an error occurred while processing this directive]