La storia di Anna Maria, violentata e costretta a scappare

Cronaca

Quando aveva 13 anni è stata stuprata dal branco. Anna Maria Scarfò ha denunciato i suoi aguzzini ma è stata minacciata dai parenti degli imputati, in Calabria. Oggi ha 25 anni e vive in una località segreta e a SkyTG24 dice: "Si può sfidare l'omertà"

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"La mia colpa è stata quella di aver denunciato e aver così sfidato l'omertà in Calabria. Da quel momento sono stata maledetta, lasciata sola. Isolata". Anna Maria Scarfò ha 25 anni. Quando ne aveva 13 è stata violentata, per tre anni, dal branco. Ha avuto però il coraggio di parlare e denunciare i suoi aguzzini. Sei dei suoi stupratori hanno chiesto il rito abbreviato e sono stati condannati in via definitiva. Per altri 5, invece, è arrivata la condanna di primo grado e hanno fatto ricorso in Appello.
Dopo aver denunciato gli aguzzini, è stata costretta a scappare dalla sua città, San Martino di Taurianova, in provincia di Reggio Calabria. Anna Maria ha raccontata la sua storia nel libro Malanova (Sperling & Kupfer) , scritto insieme alla giornalista Cristina Zagaria. Ora vive protetta in una località segreta.

Lo stupro e gli insulti - "Tutti i giorni, mattino, sera, pomeriggio, ricevevo insulti e minacce da parte dei parenti e degli amici degli imputati. Tutto il paese si è schierato contro di me. Anche le donne: moglie, figlie cugine e nipoti" di coloro che per tre anni hanno abusato di lei.
Anna Maria è stata violentata per la prima volta il 4 aprile 1999, quando aveva 13 anni. "Se ho avuto la forza di denunciare - racconta nell'intervista realizzata da Manuela Iatì - è stato per un'altra donna, mia sorella, che all'epoca aveva 11 anni". Il capo branco, racconta, voleva che Anna Maria consegnasse nelle loro mani la sorellina. "Io ho risposto prendete tutto, ma mia sorella no".

8 marzo: l'appello di Anna Maria - In occasione della giornata internazionale della donna, Anna Maria ha scritto una lettera per lanciare un appello a tutte le donne: non bisogna "avere paura di sfidare l'omertà. Ci sarà sempre qualcuno che vi aiuterà". E ancora: "Credo che noi donne tutte insieme possiamo farcela, e non dobbiamo mai farci prendere dalla paura o dalla vergogna di raccontare una violenza subita. Fate come me, che oggi sono viva e libera, anche se distrutta da tutto il male che mi hanno fatto. Ma nello stesso tempo sono felice di avercela fatta a dire basta a tutto ciò che mi stava accadendo". Ecco la lettera di Anna Maria:

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