Depositate le motivazioni della sentenza con cui il giovane, accusato dell’omicidio della fidanzata Chiara Poggi, è stato assolto anche in appello. Per i giudici, dalle perizie è emersa la contraddittorietà e l’insufficienza della prova di colpevolezza
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Prova di colpevolezza insufficiente e contraddittoria, indizi privi di logica, ipotesi alternative non remote. Sono i punti principali intorno a cui ruotano le motivazione della sentenza con cui lo scorso 6 dicembre i giudici della Corte d’Assise d’Appello di Milano hanno assolto, confermando il verdetto di primo grado, Alberto Stasi, il giovane accusato dell’omicidio della fidanzata Chiara Poggi, uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007. Per i giudici la decisione presa in primo grado dal gup di Vigevano Stefano Vitelli “è immune da vizi”.
Prova contraddittoria e insufficiente - “I periti nominati in primo grado nel processo per l'omicidio di Garlasco, con i loro accertamenti, hanno portato "all'ineccepibile affermazione della contraddittorietà e all'insufficienza della prova della colpevolezza di Stasi per l'efferato omicidio di Chiara Poggi, uccisa il 13 agosto 2007" si legge in un passaggio delle motivazioni. Per il giudice a latere Fabio Tucci, i periti nominati dal giudice di Vigevano Stefano Vitelli "hanno adottato approcci metodologici di acclarato vaglio scientifico, unica via che conduce al risultato probatorio che, dal punto di vista della scienza, è corretto attribuire alla presenza - ma come si vedrà soprattutto all'assenza - dei 'segni' che è stato possibile assicurare all'indagine"
Realtà inconoscibile - Quella del delitto di Garlasco, almeno nel prospettare la colpevolezza di Alberto Stasi, è una realtà "rimasta inconoscibile nei suoi molteplici fattori rilevanti, la maggior parte dei quali sono condizionati unicamente dal caso". In generale, per la Corte nonostante gli accertamenti dei periti sull'esistenza di tracce di sangue sulle scuole delle scarpe di Stasi "nulla si può affermare riguardo a ciò che effettivamente si è verificato nella realtà. Realtà che quindi è rimasta inconoscibile nei suoi molteplici fattori rilevanti, la maggior parte dei quali sono condizionati unicamente dal caso".
Ipotesi alternative non remote - Per i giudici, inoltre, "le ipotesi alternative alla non provata responsabilità di Stasi non sono eventualità remote, ma riguardano scenari alternativi dei quali la presenza della bicicletta nera da donna fuori l'abitazione della vittima potrebbe costituire un elemento costitutivo. Scenari attraversati da altri protagonisti, e che forse sono stati caratterizzati da progressioni criminose non esplorate, e quindi rimaste ignote”
Privi di logica gli indizi contro Stasi – Nelle motivazioni è presente anche un paragone con il delitto di Cogne. I giudici sottolineano che nei confronti di Alberto Stasi gli indizi sono "risultati privi di forza logica" mentre il quadro indiziario per Annamaria Franzoni, in carcere per l’omicidio del figlio Samuele, venne "valutato come concludente". Era stato il legale dei Poggi, durante il processo di appello, a richiamarsi a una sentenza della Cassazione del 21 maggio 2009 sul delitto di Cogne, lasciando intendere che "anche con riferimento a Stasi le ipotesi alternative alla sua responsabilità risultano fantasiose e prive di aggancio alle circostanze accertate in giudizio" e che quindi l'ex studente bocconiano, "al pari dell'imputata giudicata dalla Corte di Cassazione e dichiarata responsabile del delitto" dovesse "essere ritenuto colpevole". Per la Corte “si tratta però di un argomento che non rispetta le cadenze logiche del ragionamento giuridico" non solo perché " Annamaria Franzoni "venne attinta da un quadro indiziario valutato come concludente", ma anche in quanto ci "si guardò bene dall'affermare che la responsabilità dell'imputata era provata solo perché le alternative all'ipotesi formulata dall'accusa, non provata in giudizio, erano risultate inconsistenti". Non così per Stasi il cui quadro indiziario "si caratterizza per la presenza di indizi risultati privi di forza logica, perché non resistenti alle obiezioni, non attendibili, non convincenti".
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Ipotesi alternative non remote - Per i giudici, inoltre, "le ipotesi alternative alla non provata responsabilità di Stasi non sono eventualità remote, ma riguardano scenari alternativi dei quali la presenza della bicicletta nera da donna fuori l'abitazione della vittima potrebbe costituire un elemento costitutivo. Scenari attraversati da altri protagonisti, e che forse sono stati caratterizzati da progressioni criminose non esplorate, e quindi rimaste ignote”
Privi di logica gli indizi contro Stasi – Nelle motivazioni è presente anche un paragone con il delitto di Cogne. I giudici sottolineano che nei confronti di Alberto Stasi gli indizi sono "risultati privi di forza logica" mentre il quadro indiziario per Annamaria Franzoni, in carcere per l’omicidio del figlio Samuele, venne "valutato come concludente". Era stato il legale dei Poggi, durante il processo di appello, a richiamarsi a una sentenza della Cassazione del 21 maggio 2009 sul delitto di Cogne, lasciando intendere che "anche con riferimento a Stasi le ipotesi alternative alla sua responsabilità risultano fantasiose e prive di aggancio alle circostanze accertate in giudizio" e che quindi l'ex studente bocconiano, "al pari dell'imputata giudicata dalla Corte di Cassazione e dichiarata responsabile del delitto" dovesse "essere ritenuto colpevole". Per la Corte “si tratta però di un argomento che non rispetta le cadenze logiche del ragionamento giuridico" non solo perché " Annamaria Franzoni "venne attinta da un quadro indiziario valutato come concludente", ma anche in quanto ci "si guardò bene dall'affermare che la responsabilità dell'imputata era provata solo perché le alternative all'ipotesi formulata dall'accusa, non provata in giudizio, erano risultate inconsistenti". Non così per Stasi il cui quadro indiziario "si caratterizza per la presenza di indizi risultati privi di forza logica, perché non resistenti alle obiezioni, non attendibili, non convincenti".