Giglio, Costa Crociere si difende: “Inchino non autorizzato”

Cronaca

L’amministratore delegato della compagnia, in un’audizione al Senato, ha detto che il comandante Schettino decise autonomamente di passare vicino all’isola. Gabrielli: “Trovare qualcuno vivo sarebbe un miracolo”. Intanto è allarme detersivi inquinanti

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LA CONFERENZA STAMPA
: Costa Crociere: "Un errore umano"

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Costa Crociere non ha ancora depositato il piano di recupero e smaltimento di rifiuti proveniente dalla Concordia, la nave naufragata all'Isola del Giglio il 13 gennaio. Per questo sta partendo una diffida per la società. Lo ha detto il capo della Protezione Civile Franco Gabrielli durante una conferenza stampa. Gabrielli è poi tornato sul bilancio delle vittime, sottolineando che si è vicini "all'identificazione delle ultime sei persone recuperate" dal relitto. E ha aggiunto: "Per il tempo trascorso e per le condizioni date pensare di trovare ancora qualcuno vivo sarebbe un miracolo. Ma continuiamo a ispezionare la nave" ( IL VIDEO ).
Le ricerche dei 22 dispersi sono riprese oggi, mercoledì 25 gennaio, dopo un'interruzione decisa a causa del maltempo.
Intanto, in un’audizione in Senato, l’amministratore delegato della Costa Crociere ha difeso la compagnia dicendo che il cosiddetto “inchino” non era stato autorizzato.

Scatola nera non era rotta - Nell'audizione al Senato l'ad della compagnia di crociera ha detto che la scatola nera della Costa Concordia non era rotta e intatta è rimasta la sua capacità di registrare e divulgare i dati registrati a bordo durante il naufragio del 13 gennaio. "La scatola nera non era rotta. C'era un inconveniente segnalato il 10 gennaio e l'11 mattina i tecnici si sono messi in contatto con l'azienda costruttrice. Si è evidenziato un piccolo problema di coordinamento, ma che non ha inficiato la trasmissione dati e la capacità di leggere la scatola nera", ha detto Foschi leggendo una relazione sul naufragio della nave davanti alla commissione Lavori pubblici del Senato. Per accertare il contenuto della scatola nera il gip ha convocato una mega-udienza -- l'incidente probatorio -- il 3 marzo in un teatro di Grosseto alla presenza dell'accusa, della difesa dei due indagati, il comandante Francescho Schettino e il suo secondo, e delle parti offese, tra cui la compagnia Costa e le oltre 4000 persone a bordo al momento del naufragio.

“Inchino” non autorizzato - Nell’intervento al Senato l’ad di Costa Crociere ha detto che il cosiddetto 'inchino' della Concordia "non era stato autorizzato" dalla compagnia, e il comandante Schettino "decise autonomamente" il passaggio ravvicinato di fronte alle coste dell'Isola del Giglio. Foschi ha aggiunto che "avvicinarsi a terra non è una pratica vietata dalle leggi, è una pratica non rischiosa se si seguono i protocolli. Ma di certo - ha aggiunto - non si fa navigando alla velocità di 16 nodi in quelle condizioni. La nave in quella posizione specifica vicino all'isola non ci poteva essere". L'ad della compagnia si è difeso anche dalle accuse della presenza di clandestini a bordo della nave: "E' impensabile".

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Schettino non ha detto di esser sceso dalla nave –
In un’intercettazione diffusa il 24 gennaio il comandante della nave Francesco Schettino avrebbe detto a un amico di aver subito pressioni dalla compagnia proprio per l’inchino. E avrebbe anche aggiunto di essere “sceso” dopo che la nave si era inclinata. Il suo legale però precisa all’agenzia di stampa Reuters che intendeva dire di essere sceso dal ponte esterno per andare al ponte 8, non di essere sceso dalla nave”.

Allarme detersivi inquinanti - Intanto scatta l'allarme inquinamento. A seguito del naufragio della nave Costa Concordia all'Isola del Giglio l'Arpat, l'agenzia regionale per la protezione ambientale della regione Toscana "ha rilevato significativi livelli di inquinamento, causati da tensioattivi e detersivi" ha affermato Alessandro Franchi, dirigente dell'Arpat, secondo il quale "la situazione deve essere tenuta costantemente sotto controllo e monitorata".

Identificati tre corpi - Sono stati identificati nella serata del 25 gennaio i corpi di tre dei sei cadaveri che erano ancora senza nome dopo essere stati recuperati dalla Costa Concordia. Si tratta, secondo quanto comunica la prefettura, di tre persone di nazionalità tedesca: Egon Hoer, Josef Werp e Horst Galle.

I testimoni: "Nessuno coordinava l'abbandono della nave" - SkyTg24 ha raccolto nuove testimonianze sulla notte del naufragio. “C’era una voce che diceva che a nome del comandante era tutto sotto controllo e che non dovevamo allarmarci" raccontano alcuni sopravvissuti. "Cercavamo di trovare le scialuppe di salvataggio per arrivare a riva. Automaticamente ci hanno fatto entrare nella scialuppa camerieri e cuochi. Nessuno coordinava l’abbandono della nave. Ci hanno fatto scendere, si è bloccata la scialuppa, eravamo in bilico. Ci siamo trovati 10 minuti in mare, al buio, senza timoniere sotto la nave inclinata".

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