Il numero dei detenuti in Italia ha da poco sfondato quota 68mila, contro i 44mila posti disponibili. E il sovraffollamento medio ha raggiunto il 53,2%. Intanto solo un detenuto su cinque lavora e la polizia penitenziaria soffre di carenza d’organico
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Come aveva già annunciato, il ministro della Giustizia Paola Severino ha proposto in Consiglio dei ministri come suo primo pacchetto di misure quello per affrontare la drammatica situazione delle carceri italiane. Una vera e propria emergenza segnalata negli ultimi giorni dalla Uil Penitenziari, secondo la quale il 6 dicembre scorso la popolazione carceraria ha toccato il nuovo record, sfondando quota 68 mila detenuti (65.121 uomini e 2896 le donne), a fronte di una disponibilità di 44.385 posti. Vuol dire che rispetto alla reale capienza delle 206 carceri italiane c'è un esubero di 23.632 persone e che il sovraffollamento medio nazionale ha raggiunto il 53,2%. Un problema non più procrastinabile che ha convinto dunque il Ministro della Giustizia a eliminare il cosiddetto fenomeno delle porte girevoli – i detenuti che entrano ed escono dal carcere nel giro di tre giorni – ad ampliare il periodo di tempo scontabile ai domiciliari e a introdurre la messa in prova come pena alternativa alla detenzione.
Il sovraffollamento - La Regione con il più alto tasso di sovrappopolamento è la Puglia (84%), seguita dalle Marche (83,9%), dall’Emilia Romagna (75.6%), dal Friuli (75,1%) e dalla Lombardia (74%), mentre il penitenziario messo peggio è quello di Lamezia Terme (183,3%). In condizioni poco migliori Brescia Canton Mombello (177,2%), Busto Arsizio (162,9%), Como (150,9%) e Ancona Montaguto (145%). Ma la capienza regolamentare risulta superata ovunque, dice l’Annuario statistico 2011 dell’Istat che calcola 67.961 detenuti al 31 dicembre 2010, con una media nazionale di 160 reclusi per 100 posti letto. A riprova che l'effetto di svuotamento delle carceri seguito all'indulto concesso del 2006 è stato più che compensato da nuovi ingressi o reingressi. La regione messa meglio è il Trentino Alto Adige che conta comunque 108 detenuti ogni 100 posti.
Chi sono i detenuti in carcere? – Secondo l’Annuario dell’Istat, di tutti i detenuti il 4,6% è composto da donne, mentre gli stranieri sono il 36,7% del totale. Sempre nel 2010 gli ingressi negli istituti penali per i minorenni sono stati 1.172, il 76,5% dei quali per custodia cautelare: i minori presenti a fine anno risultano 448, di cui 18 ragazze, mentre gli stranieri minorenni costituiscono il 29,9% del totale. Carceri piene dunque. Ma non tutti i reclusi stanno scontando una condanna definitiva. Secondo la Uil, infatti, circa il 42% ne è ancora in attesa: 28.343 persone di cui poco più di 15mila stanno aspettando il primo giudizio, 7.799 sono appellanti e 5.005 sono ricorrenti.
Lavoro in carcere - Continua a essere una chimera anche il lavoro per i detenuti, un'opportunità che capita solo a un recluso su cinque e in massima parte (85,4%) si tratta di attività svolte alle dipendenze dell'Amministrazione penitenziaria. C'è una novità però: sono in crescita le misure alternative alla detenzione. Alla fine del 2010 risultano in corso 18.435 misure, il 37,4% in più rispetto al 2009. Quelle più utilizzate sono l'affidamento in prova al servizio sociale (47,6%) e la detenzione domiciliare (31,2%). Nell'8,1% dei casi questi provvedimenti vedono coinvolte le donne, nell'11,5% gli stranieri e nel 18,1% persone dipendenti da alcool e droghe. Continuano invece a diminuire i minori nei centri di prima accoglienza: nel 2010 sono 2.253 (-7% rispetto al 2009). Il calo è più rilevante per i ragazzi stranieri, che erano il 57,8% nel 2006 e sono il 36,8% nel 2010.
La polizia penitenziaria – Infine, secondo l’ultimo Rapporto Antigone, le difficoltà non riguardano solo i detenuti stessi ma anche la polizia penitenziaria, in perenne carenza di personale. Mentre la pianta organica prevede la presenza di 45.109 unità, il numero attuale è fermo a 39.232 agenti. Nelle carceri, inoltre, sarebbero previsti 1.331 educatori e 1.507 assistenti sociali ma nel 2010, dice Antigone, ne risultavano in servizio solo 1.031 e 1.105. Altre disfunzioni che ostacolano il ruolo educativo e riabilitativo del carcere.
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Chi sono i detenuti in carcere? – Secondo l’Annuario dell’Istat, di tutti i detenuti il 4,6% è composto da donne, mentre gli stranieri sono il 36,7% del totale. Sempre nel 2010 gli ingressi negli istituti penali per i minorenni sono stati 1.172, il 76,5% dei quali per custodia cautelare: i minori presenti a fine anno risultano 448, di cui 18 ragazze, mentre gli stranieri minorenni costituiscono il 29,9% del totale. Carceri piene dunque. Ma non tutti i reclusi stanno scontando una condanna definitiva. Secondo la Uil, infatti, circa il 42% ne è ancora in attesa: 28.343 persone di cui poco più di 15mila stanno aspettando il primo giudizio, 7.799 sono appellanti e 5.005 sono ricorrenti.
Lavoro in carcere - Continua a essere una chimera anche il lavoro per i detenuti, un'opportunità che capita solo a un recluso su cinque e in massima parte (85,4%) si tratta di attività svolte alle dipendenze dell'Amministrazione penitenziaria. C'è una novità però: sono in crescita le misure alternative alla detenzione. Alla fine del 2010 risultano in corso 18.435 misure, il 37,4% in più rispetto al 2009. Quelle più utilizzate sono l'affidamento in prova al servizio sociale (47,6%) e la detenzione domiciliare (31,2%). Nell'8,1% dei casi questi provvedimenti vedono coinvolte le donne, nell'11,5% gli stranieri e nel 18,1% persone dipendenti da alcool e droghe. Continuano invece a diminuire i minori nei centri di prima accoglienza: nel 2010 sono 2.253 (-7% rispetto al 2009). Il calo è più rilevante per i ragazzi stranieri, che erano il 57,8% nel 2006 e sono il 36,8% nel 2010.
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