Jovanotti, due settimane di indagini per il palco crollato
CronacaCi metterà quindici giorni la Procura di Trieste prima di accertare le cause dell’incidente che ha provocato la morte di Francesco Pinna. Intanto dopo le accuse intervengono Jovanotti e il datore di lavoro del giovane: ''Aveva un contratto regolare''
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Occorreranno due settimane per completare indagini e accertamenti tecnici dei periti e poi liberare il parquet del Pala Trieste, dove il 12 dicembre è crollata l'impalcatura per il concerto di Jovanotti, causando la morte di Francesco Pinna e il ferimento di altri sette operai. «Preferiamo muoverci bene, per appurare le cause del crollo, piuttosto che in velocità», ha spiegato Michele Dalla Costa, a capo della Procura di Trieste che ha aperto un fascicolo contro ignoti per stabilire cause ed eventuali responsabili dell’incidente. «Non è stato toccato nulla - ha detto - l'area rimane sotto sequestro. Siamo in attesa della relazione dell'Azienda sanitaria 1 di Trieste e della conferma, da parte dei vigili del fuoco, che l'area ora è in sicurezza. Quindi procederemo alla nomina dei consulenti che si recheranno sul posto».
Il procuratore Dalla Costa ha spiegato che «prima verranno effettuate foto e immagini video, poi finalmente si potrà mettere mano alla struttura con il sostegno di una ditta specializzata. Ovviamente si tratta di operazioni delicate - ha concluso - perché‚ la priorità non è solo accertare le cause dell'incidente ma anche evitare possibili ulteriori crolli all'atto dei sopralluoghi» (guarda le foto del palco crollato). Sul caso la Procura di Trieste ha ipotizzato i reati di omicidio colposo, disastro colposo e lesioni.
Intanto sono in lieve miglioramento le condizioni dei sette ricoverati all'ospedale Cattinara di Trieste, feriti nel crollo dell'impalcatura. Gli operai hanno trascorso una notte tranquilla tra il 13 e il 14 dicembre e le loro condizioni vanno lentamente migliorando, anche quelle del giovane più grave, ricoverato nel reparto di rianimazione e sottoposto a intervento chirurgico.
''Francesco aveva un contratto regolare'' – Sulla polemica scoppiata sulle condizioni di lavoro dei ragazzi che stavano montando il palco di Jovanotti – qualcuno aveva parlato di un compenso di cinque euro all’ora - è intervenuto Paolo Rizzi, il presidente della cooperativa ''OnStage'' per cui Francesco Pinna lavorava. Rizzi ha voluto precisare che il compenso era di 6,50 euro all’ora con regolare contratto di lavoro e secondo le norme di sicurezza: ''Francesco aveva come tutti il caschetto e le scarpe antinfortunistiche. Sarebbe venuto a lavorare anche gratis, perché gli piaceva, ma era tutto in regola. In anni di lavoro non abbiamo mai avuto alcun infortunio''.
Il messaggio di Jovanotti – E sulla polemica sul compenso di Francesco è intervenuto anche Jovanotti in un lungo messaggio pubblicato sulla sua bacheca Facebook e linkato sul suo account Twitter (il sito Soleluna, invece, è oscurato. C’è solo una foto in ricordo di Francesco Pinna): ''Il suo era un lavoro a giornata ed era assunto con contratto regolare'', scrive Jovanotti. ''Io personalmente pretendo sempre che tutti quelli coinvolti anche indirettamente in un lavoro che riguardi la mia musica siano sempre tutelati in ogni forma e anche in questo caso era così. Il mondo dei concerti è un settore serio dove non c'è approssimazione e improvvisazione e nei miei tour c'è totale rispetto delle leggi e delle persone''.
Secondo Jovanotti quella di Trieste ''è una tragedia enorme amplificata dal fatto che si stava lavorando per allestire 'una festa', un evento effimero che lascia il dolore e la morte fuori dai cancelli per una sera. E invece stavolta - ha concluso – tutto si è ribaltato e ora c'è solo dolore sul mio palco distrutto''.
Migliaia i commenti su Facebook. C’è chi si accoda a Jovanotti per fare la condoglianze alla famiglia di Francesco. Chi, come Francesco Margutti, dice al cantante: ''Fai quello che sai fare meglio! Scrivi e canta una canzone'' da dedicare alla giovane vittima. Ma c’è anche chi, come David Della Penna, scrive a proposito della rassicurazione di Jovanotti sulle condizioni di lavoro di Francesco: ''Purtroppo non è sempre così e te lo garantisco, ci sono degli uomini che lavorano anche in nero, società o pseudo-società fantasma che poi non pagano i lavoratori. Certo, non è la regola, si intende, (…) ma esiste anche questa realtà (…), io personalmente ho lavorato tutta l'estate anche per il tuo tour, anche con persone poco trasparenti. Io penso che affinché veramente tutto sia in regola, bisognerebbe verificare le società locali subappaltate che ingaggiano facchini, per gli allestimenti.. Comunque condivido in pieno il tuo pensiero e penso assolutamente alla buona fede di tutti gli artisti''.
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Il procuratore Dalla Costa ha spiegato che «prima verranno effettuate foto e immagini video, poi finalmente si potrà mettere mano alla struttura con il sostegno di una ditta specializzata. Ovviamente si tratta di operazioni delicate - ha concluso - perché‚ la priorità non è solo accertare le cause dell'incidente ma anche evitare possibili ulteriori crolli all'atto dei sopralluoghi» (guarda le foto del palco crollato). Sul caso la Procura di Trieste ha ipotizzato i reati di omicidio colposo, disastro colposo e lesioni.
Intanto sono in lieve miglioramento le condizioni dei sette ricoverati all'ospedale Cattinara di Trieste, feriti nel crollo dell'impalcatura. Gli operai hanno trascorso una notte tranquilla tra il 13 e il 14 dicembre e le loro condizioni vanno lentamente migliorando, anche quelle del giovane più grave, ricoverato nel reparto di rianimazione e sottoposto a intervento chirurgico.
''Francesco aveva un contratto regolare'' – Sulla polemica scoppiata sulle condizioni di lavoro dei ragazzi che stavano montando il palco di Jovanotti – qualcuno aveva parlato di un compenso di cinque euro all’ora - è intervenuto Paolo Rizzi, il presidente della cooperativa ''OnStage'' per cui Francesco Pinna lavorava. Rizzi ha voluto precisare che il compenso era di 6,50 euro all’ora con regolare contratto di lavoro e secondo le norme di sicurezza: ''Francesco aveva come tutti il caschetto e le scarpe antinfortunistiche. Sarebbe venuto a lavorare anche gratis, perché gli piaceva, ma era tutto in regola. In anni di lavoro non abbiamo mai avuto alcun infortunio''.
Il messaggio di Jovanotti – E sulla polemica sul compenso di Francesco è intervenuto anche Jovanotti in un lungo messaggio pubblicato sulla sua bacheca Facebook e linkato sul suo account Twitter (il sito Soleluna, invece, è oscurato. C’è solo una foto in ricordo di Francesco Pinna): ''Il suo era un lavoro a giornata ed era assunto con contratto regolare'', scrive Jovanotti. ''Io personalmente pretendo sempre che tutti quelli coinvolti anche indirettamente in un lavoro che riguardi la mia musica siano sempre tutelati in ogni forma e anche in questo caso era così. Il mondo dei concerti è un settore serio dove non c'è approssimazione e improvvisazione e nei miei tour c'è totale rispetto delle leggi e delle persone''.
Secondo Jovanotti quella di Trieste ''è una tragedia enorme amplificata dal fatto che si stava lavorando per allestire 'una festa', un evento effimero che lascia il dolore e la morte fuori dai cancelli per una sera. E invece stavolta - ha concluso – tutto si è ribaltato e ora c'è solo dolore sul mio palco distrutto''.
Migliaia i commenti su Facebook. C’è chi si accoda a Jovanotti per fare la condoglianze alla famiglia di Francesco. Chi, come Francesco Margutti, dice al cantante: ''Fai quello che sai fare meglio! Scrivi e canta una canzone'' da dedicare alla giovane vittima. Ma c’è anche chi, come David Della Penna, scrive a proposito della rassicurazione di Jovanotti sulle condizioni di lavoro di Francesco: ''Purtroppo non è sempre così e te lo garantisco, ci sono degli uomini che lavorano anche in nero, società o pseudo-società fantasma che poi non pagano i lavoratori. Certo, non è la regola, si intende, (…) ma esiste anche questa realtà (…), io personalmente ho lavorato tutta l'estate anche per il tuo tour, anche con persone poco trasparenti. Io penso che affinché veramente tutto sia in regola, bisognerebbe verificare le società locali subappaltate che ingaggiano facchini, per gli allestimenti.. Comunque condivido in pieno il tuo pensiero e penso assolutamente alla buona fede di tutti gli artisti''.