Il responsabile della comunità Exodus: da martedì 6 sarà con il padre, adesso vogliamo essere lasciati in pace. Nel 2001 la ragazza, insieme a Omar Favaro aveva ucciso la mamma e il fratellino. GUARDA LE FOTO
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Erika e Omar dieci anni dopo: LE FOTO
Erika De Nardo, la ragazza di Novi Ligure che il 21 febbraio 2001, quando aveva 16 anni, ha ucciso con 100 coltellate, insieme al fidanzato Omar, la mamma e il fratello, lascerà domani la comunità Exodus in provincia di Brescia (GUARDA LE FOTO). A spiegarlo ai Don Antonio Mazzi precisando che all'uscita troverà il papà. "Erika, il padre e tutti noi - ha ribadito don Antonio - vogliamo essere lasciati in pace. Nessuno parlerà. L'unico a parlare sono io. E' inutile che i giornalisti si accalchino davanti alla comunità, stanno solo disturbando".
27 anni, una laurea in filosofia, un futuro nel volontariato - Ha compiuto 12 anni a fine aprile, nel periodo di detenzione Erika si è prima diplomata e poi laureata in filosofia con 110 e lode. Il suo futuro sembra essere nel volontariato, stando a quanto dichiarato da Giovanni Mazzi e anticipato qualche giorno fa da don Mazzi. "Erika - ha detto il fondatore della comunità - rimarrà presso la nostra comunità. Non so se nella sede in cui si trova ora o altrove. Continuerà a lavorare nel volontariato. Come mi ha detto lei stessa vuole continuare a capirsi, a maturare".
Omar è fidanzato, vive in Toscana - Omar è libero dal 3 marzo 2010 e, dopo essersi trasferito con i genitori da Asti ad Acqui Terme, ora vive in Toscana con una compagna. Nelle ultime settimane, lui e Erika si sono "parlati" attraverso le interviste sui giornali.
"Si vede chiaramente quanto sei viscido e senza dignità - ha scritto Erika su una lettera pubblicata qualche giorno fa su QN Quotidiano Nazionale accusandolo di farsi pubblicità facendosi fotografare sulla tomba delle vittime - Usare mia madre e mio fratello per farti popolarità. Per farti dei soldi ti sei fatto fotografare al cimitero da loro, ma non ti vergogni".
Febbraio 2001, il delitto di Novi Ligure - Susi Cassini, 42 anni, e il figlio Gianluca, di 11, vengono uccisi con 96 coltellate nella loro villetta di Novi Ligure. La donna è sul pavimento della cucina; il figlio nella vasca da bagno al piano superiore. A dare l'allarme Erika che racconta di essere riuscita a sfuggire a degli sconosciuti armati di coltello, entrati all'improvviso in casa, ma mentre si trova con Omar nella caserma dei carabinieri, viene filmata mentre mima le coltellate e cerca di rassicurare il complice. I ragazzi vengono fermati e portati nel carcere minorile, poche ore prima del funerale delle due vittime. In primo grado, nel dicembre 2001, il tribunale dei minori di Torino condanna Erika a 16 anni e Omar a 14 anni, sentenza confermata in Cassazione.
Per effetto dell'indulto e dello sconto di pena per buona condotta, per entrambi il periodo di detenzione si riduce, fino al loro definitivo ritorno in libertà: per Omar da marzo dello scorso anno, per Erika a breve.
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"Si vede chiaramente quanto sei viscido e senza dignità - ha scritto Erika su una lettera pubblicata qualche giorno fa su QN Quotidiano Nazionale accusandolo di farsi pubblicità facendosi fotografare sulla tomba delle vittime - Usare mia madre e mio fratello per farti popolarità. Per farti dei soldi ti sei fatto fotografare al cimitero da loro, ma non ti vergogni".
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Per effetto dell'indulto e dello sconto di pena per buona condotta, per entrambi il periodo di detenzione si riduce, fino al loro definitivo ritorno in libertà: per Omar da marzo dello scorso anno, per Erika a breve.