Il presidente del colosso industriale in un'intervista a Il Fatto spiega di non avere nessuna intenzione di fare passi indietro: "Non sono Berlusconi. Nessuno ha chiesto di farmi da parte". Fiducia anche nella moglie: "Ne uscirà pulita"
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"Nessuno mi ha chiesto di farmi da parte. Né il presidente del Consiglio Mario Monti, perché la sua era solo una battuta, né il sottosegretario Antonio Catricalà, nel discorso che ci siamo fatti ieri a Palazzo Chigi. E non ho nessuna intenzione di andarmene". A dirlo è il presidente di Finmeccanica, Pier Francesco Guarguaglini, in un'intervista a 'Il Fatto Quotidiano'. Il presidente di Finmeccanica chiarisce che "non c'è stata nessuna convocazione" da parte di Palazzo Chigi. "Sono stato io a chiedere un incontro con il sottosegretario - afferma - . Tutti dicono che io resisto al mio posto ma nessuno capisce che cerco di capire qual è il bene della mia società". E poi ci tiene a marcare la differenza con l'ex premier Silvio Berlusconi.
"Primo: io non ho nemmeno ricevuto un avviso di garanzia per la questione Digint non sono stato nemmeno indagato e ad oggi nessun manager del mio gruppo è stato nemmeno rinviato a giudizio - aggiunge Guarguaglini - . Quindi io penso che il mio compito è solo quello di capire cosa pensa l'azionista di maggioranza della società, cioè il governo. Poi devo prendere le decisioni giuste". Quanto alle dichiarazioni del suo braccio destro, Lorenzo Borgogni che avrebbe usato società in rapporti con Finmeccanica per scudare un tesoretto in Svizzera, Guarguaglini afferma "di errori ne faccio tanti. Già a ho ammesso in tv con Report di averne fatto uno con Lorenzo Cola e questo potrebbe essere il secondo". Rispetto alla posizione della moglie, Marina Grossi, il presidente di Finmeccanica dice di avere "piena fiducia in lei e sono sicuro che ne uscira completamente pulita", aggiunge. Anche lei non pensa alle dimissioni perché "sono interpretate come un'ammissione di colpevolezza".
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