Doppio omicidio sul litorale romano: entrambe le vittime, in passato, avevano avuto legami con la banda della Magliana. L'episodio è accaduto nel quartiere più degradato della cittadina
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Ancora un episodio di violenza vicino a Roma. Due persone sono morte a Ostia, dopo una sparatoria tra via Forni e via del Sommergibile, nel cuore di Ostia Ponente, il quartiere più degradato della cittadina, dove le case sono in vendita a poche decine di migliaia di euro e la gente ha paura a girare di notte.
E' lì che due uomini di mezza età hanno perso la vita. La prima è morta sul colpo mentre la seconda è deceduta poco prima dell'arrivo all'ospedale Grassi di Ostia.
Entrambe le vittime, Franco Antonini e Giovanni Galleoni, avevano avuto in passato legami con esponenti della banda della Magliana. Entrambi infatti erano stati indagati dalla Squadra Mobile della Capitale e arrestati nel 2005 nell'ambito dell'operazione denominata 'Anco Marzio'. L'operazione 'Anco Marzio' scattò dopo l'omicidio, avvenuto sempre a Ostia, nell'ottobre del 2002, di Paolo Franu, un boss del litorale romano ucciso sotto la sua abitazione e che nel passato era stato il braccio destro di Renatino De Pedis, già boss della banda della Magliana.
L'ennesimo episodio di violenza vicino alla capitale è accaduto in un contesto di degrado: attorno a via Forni, vi sono i palazzi costruiti 50 anni fa con un cemento ottenuto dalla sabbia di mare. Il tempo ha corroso i tondini di ferro, e i problemi strutturali vengono a galla. Il Comune ha deciso di vendere le palazzine a prezzi irrisori: tra i 33mila e i 77mila euro. E intanto iniziano gli sfratti: solo cinque mesi fa una romena ha tentato il suicidio, "mi vogliono buttare via come spazzatura", disse.
Anche camminare in via Forni è un problema: pochi giorni fa una bambina di tre anni è inciampata in una buca degli eterni lavori in corso: 20 giorni di prognosi e una denuncia dei genitori all'Acea.
Vicino c'è piazza Gasparri, area di spaccio e di degrado. Decine ogni anno gli interventi della polizia: spaccio di droga, risse, furti. Ma soprattutto, a 200 metri, c'è l'Idroscalo, luogo appartato e degradato, oggi come allora, dove nel 1975 Pasolini fu barbaramente trucidato, e dove un monumento dall'estetica discutibile, tra i rovi, l'immondizia e le siringhe, si eleva solitario a ricordare la tragedia.
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