Alluvione Messina, diciotto indagati per disastro colposo
CronacaDopo due anni la procura siciliana chiude le indagini. L'accusa è di non aver messo in sicurezza il territorio dopo il precedente nubifragio del 2007. Iscritto nel registro degli indagati anche il sindaco della città
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Due anni fa l'alluvione che travolse e devastò Giampilieri, Scaletta Zanclea e Itala provocando 37 morti. Adesso la procura di Messina ha chiuso le indagini.
Nel registro degli indagati sono finite diciotto persone: nei loro confronti si ipotizza il reato di disastro e omicidio colposo plurimi. L'inchiesta è coordinata dal procuratore Guido Lo Forte e dai sostituti Adriana Sciglio e Stefano Ammendola.
Tra gli indagati c'è anche il sindaco di Messina - Gli avvisi di conclusione delle indagini, notificati o in corso di notifica, riguardano il sindaco di Messina Giuseppe Buzzanca, quello di Scaletta Zanclea, Mario Briguglio, l'ex commissario straordinario del Comune di Messina Gaspare Sinatra, l'ex responsabile della Protezione civile regionale Salvatore Cocina, il capo di gabinetto dell'assessorato regionale Territorio ed Ambiente Giovanni Arnone, i geologi Antonino Savoca, Alberto Pistorio, Tiziana Flora Lucchesi, Salvatore Cotone e i progettisti dei lavori eseguiti nei torrenti di Divieto e Racinazzi straripati in occasione del disastro del primo ottobre 2009 a Scaletta Zanclea, Francesco Triolo, Salvatore Di Blasi, Stefano Bello, Giovanni Garufi, Carmelo Antonino Melato, Agatino Giuseppe Manganaro, nonché i tecnici Giuseppe Rago, Felice Grasso e Giovanni Randazzo.
Sotto accusa la mancata messa in sicurezza - La procura - sulla base di una corposa consulenza tecnica - punta l'indice contro i mancati interventi di messa in sicurezza del territorio dopo l'alluvione dell'ottobre 2007 che doveva mettere in preallarme visto che si sarebbe trattato di una tragedia solo annunciata.
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