Napoli, il figlio di De Magistris sfrattato dalle suore

Cronaca
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La scuola media Belvedere, nel quartiere Vomero, era uno degli istituti storici della città. A luglio è arrivato lo sfratto dai proprietari della struttura, le suore dell’Ordine del Buon Pastore: troppi ritardi nel pagamento del fitto da parte del Comune

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Striscioni e proteste alla scuola Belvedere: FOTO

di Valeria Valeriano

“Se le suore sfrattano i bambini sono peggio della Gelmini”. L’ingresso della scuola media statale “A. Belvedere”, uno degli istituti storici di Napoli, è tappezzato di striscioni come questo (qui le foto). Fino all’anno scorso qui, nel cuore del quartiere Vomero, studiavano circa trecento ragazzi. Qualcuno ha scritto che anche il neo sindaco Luigi De Magistris ha imparato tra queste mura. Ma la sua portavoce smentisce: “Non lui, suo figlio la frequenta”.
Oggi, nelle aule dell’edificio del XIII secolo, rimangono cartine geografiche e crocifissi appesi alle pareti, qualche banco, lavagne e cancellini. Non c’è traccia degli alunni. Sono stati tutti trasferiti in via Acitillo, 90. In quella che, fino alla scorsa estate, era la succursale della scuola media Belvedere. Il motivo? Nel luglio scorso, a pochi mesi dall’inizio del nuovo anno scolastico, gli studenti sono stati sfrattati dai proprietari della struttura: le suore dell’Ordine del Buon Pastore. Troppi ritardi nel pagamento dell’affitto da parte del Comune di Napoli.

“Siamo stati espulsi – commenta al telefono Gennaro Fossataro, dirigente scolastico della Belvedere –. La questione incombeva sulle nostre teste da tempo, almeno dall’estate del 2010. Sembrava che tutto potesse risolversi per il meglio. Poi, però, da parte delle suore c’è stata una chiusura assoluta”.
“Quando a giugno si è insediata la nuova giunta – conferma Annamaria Palmieri, assessore all’Istruzione –, lo sfratto era già sul tavolo. Abbiamo ripreso i contatti con l’avvocato delle suore, ma non c’è stato nulla da fare. Il loro atteggiamento è stato cordiale ma fermo: non avevano nessuna intenzione di riaprire la trattativa”. E il 25 luglio 2011 è arrivato lo sfratto esecutivo. Da quel momento è iniziata una corsa contro il tempo. “Avevamo meno di due mesi per trovare una soluzione – racconta l’assessore –. All’inizio abbiamo provato a individuare altri locali, ma nel Vomero non esistono strutture disponibili. Così abbiamo deciso di ampliare la capienza della succursale di via Acitillo. È un edificio nuovo, ristrutturato di recente, uno dei pochi a Napoli totalmente a norma di legge. Sono partiti i lavori di adeguamento al nuovo numero di alunni. L’ultimo certificato è arrivato proprio il 14 settembre, il primo giorno di scuola. In questo modo abbiamo evitato agli studenti i doppi turni per seguire le lezioni”.

Spostare tutti in via Acitillo, però, non è un rimedio definitivo. “Dove prima c’erano cinquecento ragazzi, ora ce ne sono quasi ottocento – racconta il preside –. Abbiamo 34 locali e 34 classi, anche i laboratori sono stati trasformati in aule. Non c’è più la sala professori, la segreteria, l’aula magna. Sarà così per tutto l’anno. Speriamo si cambi dal prossimo”. “È necessario trovare altri spazi – rassicura l’assessore –, questa è solo una soluzione che ci dà tempo e respiro. Quella del Vomero è una platea ampia, la richiesta continuerà ad aumentare. E noi stiamo continuando a cercare”.

Improbabile un ritorno dalle suore. Lo escludono sia il dirigente scolastico sia l’assessore Palmieri. Con buona pace degli attivisti di Reclaim, “rete urbana oltre la crisi”, che nei giorni scorsi hanno occupato l’edificio e disteso striscioni all’esterno: “A differenza delle famiglie, degli studenti, dei precari, la Chiesa, che ha già mille privilegi, non paga la crisi. Questo non è giusto. Ora basta”.
E intanto, anche se le suore non confermano né smentiscono la notizia, c’è chi giura che in quelle vecchie aule di via Belvedere nascerà presto un Bed&Breakfast.

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