Barletta, "le vittime lavoravano in nero per 4 euro l'ora"

Cronaca

E' la denuncia dei familiari delle operaie uccise dal crollo di una palazzina: il maglificio si trovava nello scantinato dell'edificio. La procura di Trani indaga per disastro colposo ed omicidio colposo plurimo. Napolitano: "Sciagura Inaccettabile"

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E' di cinque morti e sei feriti il bilancio del crollo della palazzina avvenuto lunedì 3 ottobre poco dopo mezzogiorno in via Roma, a Barletta.
L’ultimo corpo è stato recuperato la notte tra il 3 e il 4 ottobre, dopo un’intera giornata passata a scavare a mani nude tra le macerie. Si tratta di Tina Ceci, 37 anni, operaia del maglificio situato nello scantinato dello stabile crollato. Tra le vittime anche la figlia 14enne dei proprietari del laboratorio, assenti al momento del cedimento, e altre tre operaie: Matilde Doronzo, 32 anni; Giovanna Sardaro, 30 anni; Antonella Zaza, 36 anni.

Le operaie lavoravano in nero - "Era gente che lavorava per sopravvivere" dicono i familiari delle vittime. Donne che lavoravano 'in nero', senza contratto e che in quel laboratorio di confezioni, dove cucivano magliette e tute da ginnastica, passavano dalle 8 alle 14 ore a seconda delle commesse, per 3 euro e 95 centesimi all'ora. E una nota della Cgil di Barletta, Andria e Trani denuncia che l'azienda per la quale lavoravano era "completamente sconosciuta all'Inps".

Si indaga per disastro colposo ed omicidio colposo plurimo - Sul caso, starebbe indagando la Guardia di Finanza: le Fiamme Gialle hanno infatti acquisito la documentazione fiscale del titolare del laboratorio. L'indagine si sta svolgendo parallelamente a quella aperta dalla procura di Trani che indaga per disastro colposo ed omicidio colposo plurimo.
Non ha invece trovato conferma una notizia, che si è diffusa nella cittadina, dell'emissione di avvisi di garanzia nei confronti di alcune persone.
Intanto la Procura ha acquisito i permessi rilasciati dal Comune al proprietario dell'area dove sorgeva la palazzina, risalente agli anni '30, e al responsabile dell'impresa edile incaricata della demolizione, già avvenuta di uno degli edifici, e della ristrutturazione di quello attiguo, dichiarato inagibile e da tempo disabitato, ma che invece ha resistito al crollo.

Napolitano: "Inaccettabile" - Il sindaco di Barletta, Nicola Maffei, ha proclamato il lutto cittadino. Al  primo cittadino ha scritto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: "L'inaccettabile ripetersi di terribili sciagure, laddove si vive e si lavora, impone l'accertamento rigoroso delle cause e delle responsabilità, e soprattutto l'impegno di tutti, poteri pubblici e soggetti privati, a tenere sempre alta la guardia sulle condizioni di sicurezza delle abitazioni e dei luoghi di lavoro con una costante azione di prevenzione e vigilanza".

La polemica: crepe aperte da tre giorni - Il giorno dopo la tragedia trovano spazio anche le polemiche. Un uomo che abitava al secondo piano dell'edificio ha raccontato al Corriere che venerdì aveva chiamato i tecnici del Comune per mostrare le crepe che si stavano aprendo nel muro del suo appartamento. La conferma arriva anche dal procuratore di Trani, Carlo Maria Capristo: "Non è una voce di popolo, ma un dato documentato: erano stati chiesti dei controlli".

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