Nel 2008 un giovane studente viene scambiato per il complice di uno spacciatore e pestato a sangue dagli agenti. Oggi sono arrivate le sentenze di primo grado: pene fino a sette anni
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Sono stati tutti condannati gli otto vigili imputati, tra l'altro, di sequestro di persona, lesioni, insulti razzisti e minacce a Emmanuel Bonsu, lo studente Ghanese, di 25 anni che il 29 settembre 2008 fu arrestato per errore perché scambiato per il 'palo' di un pusher. La pena più consistente è stata pronunciata nei confronti di Pasquale Fratantuono, l'agente ritratto nella fotografia 'trofeo' che fu trovata nel corso di indagini sul suo computer di servizio; nell'immagine compariva assieme a Bonsu che aveva l'occhio sinistro vistosamente tumefatto. Per lui una condanna a sette anni e nove mesi, con interdizione in perpetuo dai pubblici uffici.
Sette anni e sei mesi di carcere, invece, per Simona Fabbri, commissario capo della Municipale di Parma e vice comandante del Corpo all'epoca dei fatti. Sei anni e otto mesi, per Stefania Spotti, ispettore capo della Municipale, con compiti di coordinamento dell'operazione antidroga che portò all'arresto del giovane ghanese; anche per lei interdizione in perpetuo ai pubblici uffici. Tre anni e sei mesi per Mirko Cremonini, l'agente che insieme a Pasquale Fratantuono condivideva l'aggravante razziale nel corso del processo. Anche per lui interdizione dai pubblici uffici per cinque anni. Tre anni e quattro mesi per Marco De Blasi, un altro degli agenti alla sbarra, che è stato interdetto dai pubblici uffici per la durata di cinque anni. Quattro anni e nove mesi per Andrea Sinisi, interdetto per di cinque anni. Quattro anni e sette mesi per Giorgio Albertini, anche per lui interdizione quinquennale. Pena lievissima, invece, per Graziano Cicinato, l'unico agente nei confronti del quale il tribunale di Parma ha pronunciato assoluzioni per la maggior parte dei capi di imputazione contestati. Cicinato è stato condannato a due anni, pena sospesa, in ragione della condizionale.
Molto delusa la parte civile, che rappresentava la famiglia Bonsu, che si è vista sì riconoscere un diritto al risarcimento del danno e una provvisionale di 135 mila euro, ma si è vista respingere dal tribunale la richiesta di considerare il Comune di Parma responsabile civile per quanto accaduto al ragazzo. Significa che la provvisionale e gli eventuali danni ulteriori che dovranno essere determinati nel corso di un procedimento civile non sarà pagata dall'Amministrazione cittadina di Parma in solido con gli imputati, ma da questi ultimi solo. La difesa della famiglia Bonsu non ha voluto parlare subito dopo la pronuncia della sentenza, ma è piu' che probabile il concorso in appello. Appello che sembra scontato da parte della maggior parte degli imputati letteralmente annichiliti dalla consistenza delle pene. Il caso tre anni fa fece molto rumore e fu il primo ad incrinare l'immagine della città e dell'Amministrazione comunale, caduta la scorsa settimana dopo due indagini, con arresti, per tangenti e una terza con 11 assessori indagati per abuso d'ufficio.
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