Aree Falck, via libera al piano di Sesto tra le polemiche

Cronaca
Presunte tangenti sulle aree ex Falck, striscioni di protesta davanti al comune di Sesto San Giovanni. Credit foto: Fotogramma
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Approvato il programma integrato di intervento per la riqualificazione delle zone al centro di un'inchiesta della procura di Monza per un presunto giro di tangenti, che vede indagato Filippo Penati. Nell’inchiesta, anche "minacce con la pistola"

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(Tutti i video sulle presunte tangenti sulle aree ex Falk e Marelli)

Il piano integrato di intervento firmato dall'architetto Renzo Piano sulle aree ex Falck, al
centro di una inchiesta della procura di Monza per un presunto giro di tangenti, che vede indagato tra gli altri anche l'ex sindaco del comune milanese ed esponente del Pd Filippo Penati, ha avuto semaforo verde dal Consiglio comunale di Sesto San Giovanni. Diciassette i voti a favore e 3 i contrari (Verdi, Lega e Idv). "Nonostante il recente Decreto sviluppo del Governo permettesse, a partire dall'11 settembre, di approvare il tutto con una semplice delibera di Giunta", si legge in una nota - l'amministrazione sestese ha deciso di affrontare un dibattito pubblico, esponendosi anche alle inevitabili contestazioni organizzate dalla minoranza, per continuare quel percorso di trasparenza fatto di anni di incontri con la città, dibattiti in consiglio e nei quartieri, presentazioni pubbliche del progetto e del Piano di governo del territorio".

Oldrini: abbiamo scelto di andare avanti - "Abbiamo scelto di andare avanti nonostante in molti ci chiedessero di aspettare l'esito dell'inchiesta in corso", ha dichiarato il sindaco Giorgio Oldrini - per diverse ragioni: credo sia giusto che ognuno rivendichi il suo ruolo e si assuma le sue responsabilità, dimostrandosi all'altezza di un momento così complesso della vita di Sesto. Infine abbiamo la possibilità di adottare uno dei pochi progetti veri, di
qualità, di rilevanza economica capace di dare un futuro a Sesto San Giovanni e di contribuire alla rinascita del nostro Paese". E ha aggiunto: "La magistratura continuerà il
suo lavoro con il nostro massimo rispetto, ma i suoi tempi sono diversi da quelli di chi amministra e governa. Il nostro compito è quello di governare una città, di non perdere le
occasioni, di correre anche il rischio di scelte responsabili. Noi abbiamo deciso di farlo".

Nell'inchiesta sulle presunte tangenti spuntano minacce con la pistola -
Intanto, nell'ambito dell'inchiesta, si parla di minacce con la pistola a Pasqualino Di Leva. Sono accuse pesanti quelle mosse dall'ex assessore all'edilizia del Comune di Sesto San Giovanni, ora in carcere, nei confronti di Piero di Caterina, uno dei due imprenditori che, con le sue dichiarazioni, ha permesso di alzare un velo su un presunto giro di mazzette sulle aree ex Falk e Marelli. Dichiarazioni rese più di un anno fa e che hanno dato il via all'inchiesta della Procura di Monza.

Fassino: Penati non agiva per conto del Pd - "Non ho mai avuto la sensazione che attorno a Filippo Penati, che conosco e stimo come dirigente, ci fosse un sistema. Lui per primo ha separato la sua posizione individuale da quella del partito. Vedremo le indagini, la presunzione di innocenza vale anche per lui. Le responsabilità sono sempre individuali. Escludo che Penati agisse per conto di altri". E' quanto afferma a Repubblica il sindaco di Torino, Piero Fassino, sul caso di Penati indagato per le tangenti sull'area ex Falck e per l'acquisto della Milano-Serravalle.

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